L'igiene dell'abbigliamento. Curiosità.
L'igiene dell'abbigliamento. Curiosità.
ALCUNI ANNI FA una comitiva di
turisti si smarrì nel Sahara; oppressi
dal terribile calore, quegli uomini
man mano che il tempo passava, si
spogliarono di tutti i loro
indumenti, finché rimasero seminudi sotto il
terribile sole del deserto. Quando,
qualche giorno dopo, essi furono
ritrovati dalle spedizioni di
soccorso, erano ancora vivi, ma ridotti in
gravissime condizioni non tanto
dalla sete quanto dalle ustioni prodotte
sulla loro pelle nuda dall'azione
diretta dei raggi solari. Sarebbe bastato
che avessero conservato indosso un
solo indumento di lana per attenuare
quei dolorosi effetti. Infatti, per
convincersene, basta pensare al beduino
che se ne sta imperterrito sotto il
sole ben protetto dal suo ampio << barracano >>
di grossa lana. L'episodio che
abbiamo narrato dimostra, innanzitutto, che
la necessità di alleggerire il
proprio vestiario non procede di pari passo,
indefinitamente, con il crescere
della temperatura. Dall'esperienza di quegli
sfortunati turisti possiamo inoltre
dedurre che è molto importante conoscere
bene le proprietà dei vari tessuti
ai quali affidiamo la protezione del nostro
corpo dal freddo, dal caldo,
dall'umidità e da vento.
I tessuti << anti-caldo >>.
Nelle regioni temperate, dove la
temperatura estiva non raggiunge limiti molto
alti, è necessario disperdere
rapidamente il calore del corpo, perché la temperatura
cutanea non giunga a 33-34 gradi,
limite al quale si produce il fastidioso sudore.
Diventano allora opportuni gli abiti di
cotone, una fibra buona conduttrice di calore.
Dove la temperatura esterna supera
quella del corpo (vedi il caso del beduino nel deserto)
occorre invece impedire al calore
esterno di raggiungere la nostra pelle; sono quindi
adatte le ampie vesti di lana. Circa i
colori, è meglio dare la preferenza assoluta a
quelli più chiari, che assorbono in
minima dose i raggi solari; sono invece da evitare
per la loro alta assorbibilità, i
colori scuri e soprattutto il nero.
I tessuti e l'umidità.
Mentre i tessuti di cotone, di lino e
di seta si inzuppano completamente dopo appena
un minuto di immersione nell'acqua, i
tessuti di lana richiedono circa trenta minuti.
Si può quindi capire come un abito di
lana costituisca un buon riparo contro l'umidità
della pioggia e il sudore. La lana a
differenza del cotone, assorbe il sudore senza
risultarne subito inzuppata.
I tessuti più adatti a difenderci dal freddo.
Una regola fondamentale che bisogna
tenere presente nel preparare gli abiti invernali
è questa: i tessuti << tengono
caldo >> semplicemente in quanto impediscono al calore
del nostro corpo di disperdersi. Essi
cioè devono essere quanto più possibile << coibenti >>,
ossia cattivi conduttori del calore.
Ecco una graduatoria del potere coibente delle principali
fibre tessili (termine di confronto è
l'aria, una delle migliori sostanze coibenti).
Lana: circa 6 volte meno coibente
dell'aria;
seta: circa 20 volte meno coibente
dell'aria;
lino, cotone: circa 30 volte meno
coibenti dell'aria;
raion: circa 30 volte meno coibente
dell'aria.
La lana è dunque la migliore fibra
tessile, in quanto a coibenza. Abbiamo visto, però,
che l'aria ha il grado di coibenza più
alto di tutte le fibre. Ne risulta, allora, che un tessuto
aumenterà la propria coibenza se potrà
trattenere molta aria tra le sue fibre.
Ebbene è proprio la lana, per le
caratteristiche << arricciature >> delle sue fibre,
quella che può maggiormente <<
impregnarsi >> di aria.
Anche il tipo di tessuto rende più o
meno alta la percentuale di aria contenuta:
una flanella di cotone, un tessuto a
trama poco fitta, contiene l'89% di aria, mentre
un tessuto liscio, sempre di cotone e
dello stesso spessore, ne contiene solo il 49%.
Per questo, la flanella tiene più
caldo degli altri tessuti.
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