Sulla famiglia - Prof. Renzo Gialdini.
Prof. Renzo Gialdini |
SULLA FAMIGLIA.
Non ho mai avuto dubbi che la famiglia sia il luogo eminente della violenza:o perché si dà sfogo in modo incontrollato alle emozioni, ai sentimenti, alle pressioni che la nostra società ci costringe a reprimere fuori casa; o perché si prosegue in casa quello stile educato e formale che si è appreso fuori, intervallato da gelidi silenzi o da taglienti parole educate.Violenza calda, violenza fredda, ma che si viola veramente?
Si viola l'ALTERITA'. Non si capisce che il figlio è altro dal padre con una visione del mondo tutta sua, che il più delle volte non collima con quella del padre e va riconosciuto nella sua alterità. Non si capisce che la moglie non è proprietà del marito, puro prolungamento del suo seno e del suo bisogno di servizio o delle esigenze sessuali.
Non si capisce che la ribellione dei figli, anche se rivolta ai genitori non è innanzitutto contro di loro ma contro l'insoddisfazione della propria esistenza che ancora non sa dove ancorarsi. Non si capisce che i figli non sono i cloni dei nostri schemi di esistenza e neppure destinati a mandare a buon fine i progetti che i genitori hanno immaginato su di loro.
Nella famiglia non c'è rispetto per l'alterità dell'altro. Quella cosa opprimente, viscida e intrusiva che nelle famiglie si è soliti chiamare “Amore”, il più delle volte è possesso dell'altro, è annullamento di quella distanza che rispetta l'altro per la sua alterità. In questo corpo a corpo, perché ogni distanza è stata abolita, la comunicazione oscilla fra l'urlo che spaventa e il silenzio che gela. Quasi mai il dialogo promosso è dalla curiosità di capire come è fatto l'altro, cosa pensa e cosa sente a differenza di noi, perché l'altro non esiste semplicemente più nella sua alterità.
Nella famiglia l'alterità è abolita, e con l'alterità quella distanza senza la quale nessun dialogo è possibile, perché quando i corpi sono troppo ravvicinati, fisicamente o metaforicamente, la parola collassa e al suo posto subentra il gesto. Un gesto fisico che finisce o uccide, o un gesto simbolico che non ferisce e non uccide da meno.
Per ridurre la violenza nelle famiglie paradossalmente bisogna creare distanza, non quella anaffettività del disinteresse, ma quella dell'interesse all'alterità dell'altro, che genera quella curiosità sopita che prova gusto a scoprire i mondi diversi che ciascun componente della famiglia abita come sua casa anche se vive nella stessa casa.
Se la curiosità dell'alterità di tutti i membri della famiglia non ci alimenta la casa diventa uno spazio di solitudine dove gli altri sono percepiti solo come risposte alle nostre esigenze e mai come domande che chiedono: chi sei tu? E come mai viviamo qui sotto lo stesso tetto con tutte le nostre differenze?
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