Cosa si deve fare dopo un furto in casa? Notizie.
Aramini Parri Lucia |
Cosa si deve fare dopo un furto in casa? Notizie.
“Viviamo nella
paura e siamo disposti a pagarci da soli una vigilanza privata”.
Sono sul piede di guerra gli abitanti di Albiano di Ivrea, paese in
provincia di Torino dove i furti sono all'ordine del giorno. Le loro
parole potrebbero essere le stesse di chi vive a Roma, a Milano o a
Palermo. Lo sottolinea il nuovo studio del Censis: i colpi in
abitazione sono aumentati del 127% negli ultimi 10 anni. Oggi nel
nostro Paese viene svaligiata una casa ogni 2 minuti; 29 ogni ora;
689 ogni giorno. L'arma numero uno si chiama prevenzione, tanto che
i Carabinieri rilanciano il vademecum anti-furti
(www.carabinieri.it/cittadino/consigli/tematici/giorno-per-giorno/protezione/della/casa).
Ma quando il danno è fatto, come affrontarlo? Rispondono qui gli
esperti.
Non vergognarti
della tua paura. “La casa
non è solo il simbolo della sicurezza. È anche il luogo in cui
costruiamo la nostra identità e riconosciamo noi stessi. Un furto,
quindi, mina nel profondo la capacità di vivere in modo sereno lo
spazio più intimo” nota Luca Giacci, psicoterapeuta esperto in
traumi. “Ognuno reagisce in modo diverso, ma tutti attraversano un
vortice che inizia con l'insicurezza e culmina con la delusione e la
rabbia, perché ci si sente impotenti davanti all'ingiustizia subita.
È normale provare simili sensazioni, come è umano in questi
momenti avere paura del buio o dei rumori. Per
superare il trauma è necessario accettare il problema e parlarne,
sfogarsi coi propri cari o con un amico che ha vissuto la stessa
esperienza. L'ansia, se non viene repressa sparirà piano piano.
Quando in famiglia ci sono dei bambini, poi, è meglio raccontare
quanto è successo con parole semplici, invece di trasmettere loro
tensioni che non sanno motivare. I piccoli sono molto più reattivi
di quello che pensiamo e “assorbono” fatti del genere con una
velocità maggiore rispetto agli adulti”.
Rinsalda
i rapporti con i vicini.
“L'aumento dei furti potrebbe essere più rilevante di quanto
registra il Censis visto che il 20% non viene denunciato”. “Vedere
saccheggiata la nostra abitazione o quella di un parente fa aumentare
l'insicurezza. Ma
lasciarci travolgere dal pessimismo è contro-producente. Proviamo,
invece, a razionalizzare e fare quello che ci insegna la sociologia:
guardare il quadro da ogni angolazione. Così
si scopre, per esempio, che altri reati sono diminuiti: gli omicidi
del 29,7%, i furti di auto del 32,2%. Se le città ci sembrano meno
protette, è perché molti di noi trascorrono poco tempo nel proprio
quartiere, così ci appare estraneo, e pericoloso. Allora,
invertiamo la tendenza. Riappropriamoci del nostro nido, delle vie e
dei parchi: costruiremo delle relazioni solide con chi ci sta vicino,
sentiremo il territorio più nostro e sicuro”.
Fotografa
subito i danni.
“Lo vedo ogni giorno con il mio lavoro: questo reato è aumentato
del
20% solo nell'ultimo anno”. Quando si subisce un furto e si è
assicurati,bisogna per prima cosa
fotografare i danni,per esempio la serratura divelta. Poi sporgere
denuncia e mandarne subito una
copia alla compagnia,insieme alle immagini,per avere un rimborso
tempestivo. Chi ha acquistato
l'appartamento grazie a un mutuo ha dovuto fare anche una polizza
sulla casa,ma attenzione: questa
copre solo incendi e danni da calamità naturali,spetta al
proprietario aggiungere l'opzione contro il
furto. Non a caso,per far fronte alla crescente richiesta sia di
polizze sia di strumenti di prevenzione,
le compagnie di assicurazione creano nuovi pacchetti. Come “Sicuri
e assicurati”,chi compra porte
blindate
o serramenti riceve gratis la polizza sulla casa. Va
evitato l'acquisto compulsivo di antifurto
e simili dopo lo shock. Meglio sentire diversi esperti e capire
cosa è più efficace per proteggere la
propria
casa.
Recupera
contatti e ricordi tramite gli amici. “La
nostra esistenza oggi è digitale. Documenti e fotografie sono
racchiusi nel computer e nel cellulare. Per questo, va impostato il
back-up automatico dei dati nel PC e nel telefonino: in questo modo,
ogni sera e ogni settimana, tutto viene salvato nel cloud, l'archivio
virtuale del web”. “Senza questo accorgimento preventivo,
recuperare immagini e informazioni è quasi impossibile. Però,
molto di quello che ci sembra perso per sempre è in realtà solo
disperso, perché esiste una “memoria digitale collettiva”: messo
da parte il disorientamento iniziale, si può chiedere agli amici,
colleghi e contatti dei social di rimandarci messaggi e allegati che
ci eravamo scambiati. In
ogni caso, va fatto denuncia. È una tutela, soprattutto sul fronte
professionale: se in futuro un documento riservato finisse online la
denuncia testimonierebbe che la colpa è del ladro e non nostra”.
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