La giungla più misteriosa è in Bengala.
Aramini Parri Lucia |
La giungla più misteriosa è in Bengala.
La più vasta
foresta di mangrovie del mondo con un'infinità di fiumi e canali,
ricca di animali selvaggi, prima fra tutti la tigre del Bengala: ecco
cos'è il Parco del Sundarbans (che
significa “Splendide Foreste”), protetto dall'Unesco come
Patrimonio dell'Umanità. Questo immenso territorio, creato dal
delta del fiume Gange, è
condiviso da due nazioni, India e
Bangladesh. Ma vi
consigliamo di visitare la parte indiana, più ospitale. Non vi
annoierete: si estende per 10 mila chilometri quadrati, con 102 isole
maggiori (solo per la metà abitate) e migliaia di isolotti.
Sul fiume, in crociera fra i capelli di Shiva.
La nascita del
Sundarban ha addirittura origini mitologiche: il dio Shiva aveva
stretto i suoi lunghi capelli in una treccia che però un giorno si
disfece. La sua chioma bagnata si sciolse in un immenso e intricato
groviglio: i fiumi e i canali del Sundarban. Così la racconta anche
lo scrittore Amitav Ghosh in uno dei suoi più celebri romanzi, Il
Paese delle maree. Qui,
infatti, l'oceano sale e scende ogni 12 ore di ben cinque metri,
inghiottendo, e poi restituendo alla terra, interi isolotti. L'unico
modo per scoprire questo “universo d'acqua” è una crociera
fluviale. Puoi fare un'escursione di un giorno e ritornare alla base
la sera per dormire, ma sarebbe un peccato non passare almeno una
notte in barca: al mattino ti sveglierai avvolto dalla bruma del
fiume e sentirai i versi degli animali che arrivano dalle isole.
Navigando potrai vederli e fotografarli quando si avvicinano a riva,
ma per ragioni di sicurezza (ci sono tigri e serpenti) potrai toccare
terra solo nei villaggi o in punti ben definiti.
Nella giungla, l'incontro con una “regina”.
Ricordati
che qui non sei in un giardino zoologico, ma in una giungla vera.
Dove vive fra l'altro l'ultima “mangiatrice di uomini” del
pianeta, la tigre del Bengala. Rimanendo al sicuro sulla tua barca
potrai vederla o fotografarla quando appare sulle rive dei grandi
fiumi, fra le 7 e le 10 del mattino. Silenziosa e letale, la tigre a
differenza del leone non si muove in gruppo, ma caccia in orgogliosa
solitudine: e non di rado
assale anche qualche incauto raccoglitore locale di miele selvatico
che si avventura nella foresta senza adeguate precauzioni. Purtroppo
rischia l'estinzione. <<Oggi qui rimangono solo 150 tigri che
teniamo sott'occhio con telecamere nascoste nella foresta>>
spiega Niranjan Baptan, esperta guardia forestale che ha guidato
anche la troupe del National Geographic. <<Per tutelare questi
meravigliosi animali, quando sono malati o feriti, a volte li
addormentiamo con del sonnifero per poterli curare, poi li rimettiamo
in libertà. Abbiamo anche scavato delle vasche naturali che
raccolgono l'acqua piovana, in modo che le tigri possano bere acqua
dolce. Quella dei fiumi, a causa delle maree oceaniche che arrivano
qui, è salmastra>>.
Nei villaggi, alla scoperta dell'India antica.
Questo
angolo ancora misterioso e intatto del Paese, mantiene tuttora
particolarmente tradizioni. La convivenza con la tigre, per esempio,
ha spinto gli abitanti di alcuni villaggi ad adottare un'usanza:
quando i mariti vanno a caccia o a pesca le mogli si tolgono i
gioielli da sposa e si considerano vedove fino a quando il consorte
non torna a casa. Gli uomini invece, se lasciano il villaggio,
indossano maschere umane sulla nuca, per evitare di essere attaccati
alle spalle dalla tigre. Ma non illuderti: per le donne il lavoro
non è più sicuro. Loro pescano i gamberi trascinando le reti lungo
le rive dei fiumi dove nuotano i coccodrilli. Eppure l'atmosfera è
serena. A Dayapur, un
grazioso villaggio che raggiungi a piedi dal resort Tiger Camp, ogni
capanna ha di fronte un laghetto dove la famiglia può lavarsi, fare
il bucato, allevare pesci. Perché qui l'acqua è ovunque ma non
arriva dai rubinetti. La gente vive ancora seguendo i ritmi della
natura e secondo un'economia stagionale: agricoltura e raccolta del
miele nel periodo secco, pesca durante i monsoni. Fai caso: il
villaggio è pieno di bambini in divisa. Nonostante la povertà qui
vanno tutti a scuola.
Fra le mangrovie, biodiversità strepitosa.
Certo,
qui avvisterai tigri, coccodrilli e serpenti. Ma anche scimmie,
cervi, daini, il raro delfino d'acqua dolce e 260 specie di
variopinti uccelli, che vivono protetti dalle 84 varietà di
mangrovie del Sundarban. Ecco perché questo parco è una delle mete
più sensazionali per gli amanti del birdwatching. Pensa che la
natura particolare del “Paese delle Maree” ha prodotto anche
strani animaletti come il mudskipper, un pesciolino anfibio che vive
in acqua con l'alta marea e sulla terra con la bassa marea. Lo trovi
sugli isolotti, dove usa le pinne pettorali per camminare: io l'ho
visto saltellare sul fango e fare anche balzi di mezzo metro, ma qui
raccontano che si arrampica persino sugli alberi.. Il Sundarban è un
mare di sorprese.
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