La storia di Mary Jemison.
Mauro Goretti |
La storia di Mary Jemison.
Nell'anno 1758 gli indiani Shawnee
insieme ad alcuni trapper francesi catturarono la famiglia di
Mary Jemison. Quando si accorsero che
i loro inseguitori guadagnavano terreno, uccisero la famiglia con
l'eccezione della quindicenne Mary e di un ragazzino. Dopo una
marcia a piedi attraverso i boschi, i guerrieri Shawnee diedero Mary
a due sorelle della tribù dei Seneca (una tribù
della federazione irochese). Con una
cerimonia Mary fu adottata come sorella, per prendere il posto
del fratello morto delle due donne
Seneca. Con questa cerimonia Mary divenne a tutti gli effetti un
membro della tribù. Come Mary
testimoniò in seguito, fu trattata con amore e rispetto e col tempo
si trovò molto bene con loro. Dopo un
anno le fu detto che un giovane guerriero Delaware chiamato
Shenin-jee voleva sposarla: Shenin-jee era un uomo nobile, di grande
statura, elegante, generoso, coraggioso in guerra, ma amico della
pace e della giustizia. Ma era un indiano. Il pensiero di
trascorrere i miei giorni con lui, era dapprima inconciliabile con i
miei sentimenti. Ma
il suo buon carattere, la sua nobiltà
d'animo, la sua tenerezza e la sua gentilezza nei miei riguardi,
vinsero ben presto le mie resistenze e,
anche se può sembrare strano, l'ho amato. Vivemmo felici
insieme fino alla nostra separazione.
Mary si trasferì con suo marito presso i Delaware. Circa un
anno dopo il matrimonio ebbe una
bambina che però morì dopo la nascita. Mary e Shenin-jee
erano inconsolabili fino a quando, due
anni dopo, venne al mondo un maschietto sano. Gli diedero
il nome del nonno materno morto,
Thomas. Sulla sua vita da indiana sposata Mary raccontò: “Il
nostro lavoro non era pesante, dovevamo
procurare la legna da ardere, cucinare e cuocere, seminare
i campi di mais ed effettuare i lavori
domestici, tuttavia ad un marito indiano non sarebbe mai venuto in
mente di dare dei compiti alla propria donna o di costringerla a
lavorare. Potevamo organizzarci da sole il lavoro”. Mary aveva
perso da tempo il desiderio di tornare con i bianchi,
apprezzando la compagnia di Shenin-jee,
che accompagnava nei suoi viaggi e a caccia. Alla fine
i due decisero di fare visita alle
sorelle di Mary presso i Seneca e si accinsero a compiere il viaggio
di circa 500 miglia nei boschi. Per
strada si separarono. Shenin-jee voleva andare a caccia, scambiare
le pelli in un qualche avamposto commerciale e poi raggiungere Mary
presso i Seneca.
Mary per contro voleva raggiungere i
Seneca quanto prima. Dovette aspettare a lungo prima di
apprendere che il marito si era
ammalato ed era morto poco dopo la loro separazione. Le donne
indiane accudirono Mary che scrisse:
“Dopo alcuni mesi la mia tristezza era svanita e ricominciai
a riprendere il coraggio di vivere”.
Giunsero presto altre difficoltà per Mary. Il re inglese aveva
promesso un premio per ogni prigioniero
bianco riportato indietro. Mary si nascondeva tutte le volte che il
villaggio veniva raggiunto dai mercanti, per non venire riconosciuta.
Quando Thomas
raggiunse i quattro anni, lei sposò un
guerriero Seneca chiamato Hiokatoo dal quale ebbe sei figli,
cui dette i nomi dei suoi famigliari.
Le bimbe si chiamarono Jane, Nancy, Betsey e Polly, i bimbi
John e Jesse. A parte Jane, che morì
giovane, i figli si sposarono ed ebbero figli a loro volta.
Mary Jemison è stata l'unica donna
nella storia degli Stati Uniti che firmò un accordo in nome degli
indiani. Rimase per tutta la vita
presso i Seneca e morì a 90 anni. Nel 1823 raccontò la storia
della sua vita al giornalista James E.
Seavers. Oggi vi sono diverse centinaia di discendenti di Mary
presso i Seneca, che portano fieramente
il cognome di Jemison. Nel Letchworth State Park, Genesee River
Valley, New York c'è una statua di Mary Jemison, realizzata per
desiderio dell'industriale William Pryor Letchworth, un ammiratore di
questa grande donna.
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