La prima guerra di indipendenza.
Mauro Goretti |
La prima guerra di indipendenza.
La Rivoluzione in Italia.
La Rivoluzione del
’48 in Italia ebbe, nella sua fase iniziale, uno
sviluppo autonomo rispetto agli altri pesi europei. Già all’inizio
dell’anno, tutti gli Stati Italiani apparivano
percorsi da un grande fermento.
La sollevazione di Palermo.
Primo e fondamentale obbiettivo comune
a tutte le correnti politiche era la concessione di costituzioni { o
Statuti } fondate sul sistema rappresentativo. Fu
la sollevazione di Palermo del 12 gennaio del
1848 – una sollevazione legata soprattutto alle
tradizionali rivendicazioni autonomistiche dei siciliani, a
determinare il primo successo in questa direzione, inducendo
Ferdinando II di Borbone
il più retrogrado di tutti i regnanti della Penisola ad annunciare
la concessione di una costituzione nel Regno
delle due
Sicilie.
L’insurrezione di Venezia.
Nei giorni immediatamente alla rivolta
di Vienna, si sollevarono anche Venezia e
Milano. A Venezia il 17
marzo 1848, una grande manifestazione aveva
imposto al governatore austriaco la liberazione dei detenuti
politici, fra cui il capo dei democratici, l’avvocato Daniele
Manin. Pochi giorni dopo, una rivolta degli operai
dell’Arsenale militare
cui si unirono numerosi marinai e
ufficiali [la marina asburgica era composta in
larga parte da veneti ]costringeva i reparti austriaci a capitolare.
Il 23 di marzo del 1848
un governo provvisorio presidiato da Manin proclamava
la costituzione della Repubblica
veneta.
Le “Cinque giornate di Milano”.
A Milano l’insurrezione
iniziò il 18 marzo del 1848,
con l’assalto al palazzo del Governo e si protrasse per cinque
giorni,<< le celebri cinque
giornate>> milanesi. Borghesi e popolani
combatterono fianco a fianco sulle barricate contro il contingente
austriaco comandato dal generale Radetzky. Ma furono
soprattutto gli operai e gli artigiani
a sostenere il peso degli scontri, che costarono agli insorti circa
quattrocento morti . La
direzione delle operazioni fu assunta da un <<consiglio
di guerra>> composto prevalentemente
da democratici e guidato da Carlo Cattaneo.
Anche gli esponenti dell’aristocrazia liberale finirono, dopo molte
esitazioni, per appoggiare la causa degli insorti e diedero il via il
22marzo, a un governo provvisorio. Il steso Radetzky,
preoccupato per l’eventualità di un intervento in Piemonte,
decise di ritirare le truppe all’interno del cosiddetto
<<quadrilatero>> formato dalle fortezze di Verona,
Legnano, Mantova e Peschiera.
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