Alberi d'Italia.

Mauro Goretti

Alberi d'Italia.

Il Gimnosperme.

Le gimnosperme (da gymnos, nudo, e sperma, seme) si identificano, nell'ambito della nostra flora,
con le Conifere o le Aghifoglie, piante spesso resinose, a fiori unisessuali, monoiche o dioiche; fiori
maschili in amenti, fiori femminili gregari o solitari; il frutto è nella maggior parte dei casi secco e
legnoso, cioè uno strobilo o cono, talora anche succoso (arillo); i semi sono nudi, per lo più trigoni,
alati o non. Il legno è sprovvisto di vasi, che sono invece sostituiti da tracheidi (a setti chiusi),
presenta anelli di accrescimento ben distinti e raggi midollari molto esili; i canali resiniferi, quando
esistono, decorrono lungo il fusto in un medesimo anello e sono molto più grandi delle tracheidi,
per cui risultano ben visibili. Le specie arboree indigene si articolano in tre famiglie e in sei generi.

Pinacee.

Abete bianco, (Abies alba Mill).

Albero di prima grandezza, alto sino a 40-60 (75) m, a tronco diritto e colonnare, corona piramidale,
corteccia liscia e bianco – cenerina da giovane, indi screpolata e nerastra, secernente resina, rami
principali verticillati e orizzontali e rami secondari distici. Foglie solitarie, distiche (inserite in due
serie opposte su un solo piano), lineari (15-30x2-3 mm), un po' ristrette alla base, lisce ai margini,
ottuse o appena smarginate all'apice, di colore verde scuro e quasi lucide di sopra, ornate da due linee di stomi bianco argentee. Fiori maschili in amenti brevi ovoidali sessili penduli e gialli; antere
2 con polline giallo; fiori femminili in amenti solitari sessili più allungati verdi o rosso violacei;
strobili eretti (8-20x4-5 cm), di colore verde bruno, con squame copritrici appendicolate, disarticolantisi a maturità reliquando sull'albero i nudi rachidi. Semi obovati, giallo bruni, lucenti,
ornati da un'ala lunga da 3 a 4 volte il seme. Fiorisce nei mesi di maggio giugno.
L'abete ha un vasto e frazionato areale europeo con un nucleo principale alpino – centro europeo
(Alpi, Giura, Selva Nera) e una serie di irradiazioni: una carpatica sino ai Sudeti e Carpazi, una
balcanica sino al contatto con l'areale dell'A. “cephalonica”, una appenninica sino alle Calabrie,
e altre occidentali sino alla Corsica, l'Alvernia e i Pirenei. In Italia vive nelle Alpi e negli Appennini, da (400) 800 sino a 1600-1800 (2100) m. Specie ombrofila, vive nell'orizzonte climaxico delle latifoglie sciafile e forma boschi puri (abetine) o misti, consorziandosi spesso con
il Faggio, con il quale ha in comune esigenze di clima e di terreno, e con il Peccio, predilige i terreni profondi e freschi, ma non umidi. Le abetine appenniniche sono per la maggior parte da considerare non naturali, ma il risultato di rimboschimenti e di particolari cure protettive loro dedicate dagli ordini monastici (cos' l'Abetone, Vallombrosa, Camaldoli, La Verna, Serra San Bruno
ecc). In Sicilia si differenzia come specie autonoma o come razza geografica l'Abete dei Nebrodi
(A. nebrodendis), purtroppo in via di estinzione e rappresentato ormai solo da pochi individui, che
si differenzia per i ramuli glabri, le foglie più brevi e più rigide, gli strobili di circa un quarto più
piccoli e le squame fulvotomentose. Nell'ambito della regione mediterranea vivono numerose specie affini. Idoneo in montagna per alberature stradali. Il legno di colore bianco opaco, senza
durame apparente e con anelli annuali ben distinti, è quasi sprovvisto di vasi resiniferi, leggero e
tenero. Si usa in falegnameria per tavolame corrente e per imballaggi; è meno pregiato di quello
del Peccio per la sua struttura meno regolare e minore durata. Preferito nell'industria cartaria per
cellulosa al bisolfito. Il gen. Abies comprende una quarantina di specie, proprie delle regioni
montuose extra tropicali dell'emisfero boreale, diverse delle quali sono state introdotte e coltivate
anche in Italia per scopi selviculturali o di ornamentazione nei parchi e nei giardini.

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