Diffusione della cultura e alfabetizzazione.
Mauro Goretti |
Nuova Scienza e nuova politica (parte due).
Diffusione della cultura e alfabetizzazione.
Alfabetizzazione e Riforma.
Secondo Martin Lutero (1483-1546)
monaco agostiniano e iniziatore della Riforma, tutti i credenti erano
sacerdoti perché tutti avevano ricevuto il battesimo. Ne
conseguiva che la “lettura e l’interpretazione” delle Sacre
Scritture erano un diritto di tutti i credenti,e non, come affermava
l Chiesa, un monopolio riservato ai sacerdoti. Nei paesi in cui la
Riforma protestante aveva vinto, dunque, la lettura diretta della
Bibbia stimolò la diffusione dell’alfabetizzazione. Questo
fenomeno fu tanto più evidente nelle città dove fioriva
il commercio e dove gli scambi esigevano che si sapesse non solo
leggere, ma anche scrivere e far di conto. Gli effetti della
spaccatura tra cultura protestante e cultura cattolica furono
maggiormente visibili nelle Università: i riformati crearono
generalmente Università più moderne di quelle gestite
dai cattolici e, in particolare, dai gesuiti cui era affidata in gran
parte l’organizzazione scolastica superiore contro-riformistica.
Educazione nobiliare, educazione borghese.
I modi di formazione intellettuale dei
giovani furono in questo periodo radicalmente diversi a seconda dei
livelli sociali. Ai nobili era riservata un’educazione privata,
affidata a un precettore e legata ai valori di una cultura
aristocratica ed elitaria (nobiltà di sangue, cavalleria,
codice d’onore, rispetto delle cerimonie). Ma alla <<superiorità>>
di sangue, che implicava il disprezzo per il lavoro manuale, venne
via via contrapponendosi la mentalità dei ceti borghesi
animata da una diversa concezione della vita, del lavoro, del potere.
I nuovi orientamenti educativi puntarono alla formazione personale
e all’acquisizione di una scienza che permettesse di conoscere la
natura e di condursi nella vita e nella società. Non a caso,
nelle opere pedagogiche di questi anni, si espresse l’ideale di una
cultura non pedante, non mnemonica, non libresca: il grande <<libro>>
della natura, le officine artigiane, le sale anatomiche, gli
esperimenti di laboratorio vennero contrapposti alle biblioteche,
alle ricerche erudite, agli esercizi retorici e di stile.
L’ideale di sapere enciclopedico.
Il nuovo indirizzo culturale si
manifestò nell’ideale di un sapere enciclopedico in
grado di abbracciare tutte le scienze e legato sia all’immagine
dell’uomo dominatore dell’universo, sia all’interpretazione
della natura in termini matematici. Comparvero le prime
“enciclopedie e l’apprendimento delle lingue” fu considerato la
chiave di accesso a tutte le scienze e a tutte le arti.
Particolarmente significativa fu l’opera del francese Pierre
Bayle (1647-1707), rifugiatosi in Olanda in seguito alle
persecuzioni contro i protestanti. Oltre ad avere organizzato quello
che può essere considerato il primo esempio di giornalismo
moderno, egli pubblicò in francese il “Dizionario
storico-critico” (1695-97), capolavoro enciclopedico e insieme
veicolo di diffusione del pensiero moderno. Ammettendo la
possibilità anche per gli atei di essere <<virtuosi>>,
di rispettare cioè un codice di comportamento non imposto
dalla religione, egli criticò il ruolo politico della Chiesa
cattolica e la sua complicità con il potere costituito.
La didattica e il Comenio.
Mentre da più parti si
manifestava la necessità di un’istruzione scolastica “estesa
anche alle donne”, un’attenzione sempre maggiore venne rivolta
alla didattica e ai metodi di insegnamento nelle diverse aree
disciplinari. Con il pedagogista, di origine morava, Comenio (Jan
Amos Komensky, 1592-1670), il principio dell’educazione per tutti
divenne proprietario insieme con l’esigenza di rendere più
concreto e funzionale l’insegnamento di tutte le discipline.
Graduando le fasi di apprendimento e facendo scaturire le nozioni
dalla diretta esperienza degli allievi, Comenio riteneva
raggiungibile l’ideale della “pansofia”, la <<sapienza
universale>>, il cui culmine consiste essenzialmente
nell’acquisizione di un metodo. Un indirizzo simile fu seguito
nelle scuole gianseniste di Port-Royal, nei pressi di Parigi, dove si
insegnava prima il francese e poi il latino. Anche nelle scuole
istituite in Germania dal “pietismo”, un movimento protestante
che sottolineava l’importanza dell’esperienza sentimentale e
intime della religiosità come regola di vita, alla profonda
ispirazione cristiana si univa la costante attenzione per le nuove
scienze.
La circolazione delle idee: le accademie e l’editoria.
Le accademie, associazioni di studiosi
che si occupano di ricerca nel campo scientifico e letterario,
costituirono in questo contesto un circuito indispensabile per lo
scambio intellettuale internazionale e una sede privilegiata per la
realizzazione di quella tanto auspicata fratellanza universale che
solo le scienze ormai sembravano poter assicurare. Un fore
incremento si registrò nel campo dell’editoria e del
mercato librario; nell’età dei grandi dizionari
storici e delle prime enciclopedie, si moltiplicarono i periodici, in
latino o nelle lingue nazionali, i libri di scienza, di economia
politica, di pedagogia. Gran parte della vitalità editoriale
fu dovuta ai protestanti rifugiatisi in Olanda, Inghilterra,
Svizzera, Germania, che costituirono in tutta Europa una fitta
rete di diffusione e di corrispondenti, ma anche in Francia
l’editoria ebbe un notevole sviluppo.
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