Il Campanile di Giotto, Firenze.

Mauro Goretti

Il Campanile di Giotto, Firenze.

Il progetto del campanile si deve a Giotto il quale iniziò i lavori nel 1334 e ne condusse la costruzione fino al 1337 anno della sua morte. Andrea Pisano prima e Francesco Talenti poi
continuarono l'opera, ma ne modificarono il progetto originale terminando la costruzione con una
terrazza orizzontale anziché la prevista cuspide. Coperto da marmi policromi, il campanile (89 metri) fu terminato nel 1359.

Museo dell'Opera del Duomo, Firenze.

L'apertura di questo museo risale alla fine del secolo scorso quando fu deciso di riunire qui opere
d'arte, in prevalenza sculture, provenienti dalla cattedrale, dal campanile e dal battistero.
Dal campanile provengono le formelle esagonali con storie della vita dell'Uomo di Andrea Pisano
e Luca della Robbia e le 16 statue di profeti che si trovavano nelle nicchie. Tra queste citiamo
l'Abacuc e Jeremia scolpiti con spregiudicato verismo da Donatello nel 1436. Del battistero, oltre
all'altare in argento, troviamo la Maddalena sempre di Donatello e qui portata dopo laboriosi restauri per i danni causati dall'alluvione del 1966 ed inoltre le prime formelle della Porta del Paradiso già restaurate. Infine dalla cattedrale, tra le opere, provengono le due cantorie di Donatello e Luca della Robbia e la Pietà di Michelangelo. Le due cantorie sono contemporanee
e furono realizzate tra il 1431 ed il 1439. Messe a confronto esprimono due diverse interpretazioni
dell'ideale classico: più puro e misurato è lo stile di Luca le cui figure si muovono rallentate in perfetta armonia: più “vivo” e più dinamico è Donatello nella sfrenata corsa a cui i putti si abbandonano dietro il loggiato.

La Pietà di Michelangelo Firenze.

Michelangelo aveva quasi ottanta anni quando per la terza volta affrontò il soggetto della deposizione. Questa pietà doveva essere il suo monumento funebre e l'artista vi scolpì l'autoritratto
nella figura incappucciata di Nicodemo. Sulla destra della scultura è la Vergine il cui volto sembra
quasi cancellato dal dolore; sempre nel centro l'abbandono più completo del corpo di Cristo a stento
sostenuto dalla madre e da Nicodemo; a sinistra della scultura è la Maddalena, una figura che fu scolpita in un secondo tempo da Tiberio Calcagni dopo che Michelangelo, insoddisfatto della qualità del marmo, aveva cercato di distruggere l'opera lasciandola incompleta.

Il Palazzo dei Medici Firenze.

Costruito nel 1444 da Michelozzo, l'architetto prediletto di Cosimo, il Palazzo Medici si presenta
come uno degli esempi più tipici di architettura civile rinascimentale. Forte e massiccio con la sua
struttura in pietra alla base, il palazzo si ingentilisce verso i piani superiori dove l'ampiezza e il
respiro delle finestre bifore contribuisce ad alleggerire la costruzione. Qui ebbero residenza Cosimo
il Vecchio, Piero, Lorenzo il Magnifico e tutta la corte di letterati ed artisti. Con l'avvento di Cosimo I e del ramo cadetto della famiglia i Medici si trasferirono in Palazzo Vecchio nel 1540.
Successivamente, nel 1655 il palazzo venne ceduto ai Marchesi Riccardi che volendolo ingrandire
ne alterarono le proporzioni. Attualmente è sede della Prefettura di Firenze.
L'interno del Palazzo Medici.
In particolare rilievo rivestono all'interno la Galleria Barocca affrescata nel 1682-83 da Luca Giordano, (che dipinse nella volta l'Apoteosi della dinastia Medici) e la Cappella con gli affreschi
dell'andata dei Magi a Betlemme di Benozzo Gozzoli. Affrescata nel 1460 su commissione di Piero
il Gottoso questa “cavalcata” rivive nelle immagini rappresentate, un avvenimento di eccezionale
risonanza: il Concilio Ecumenico che Cosimo il Vecchio era riuscito a portare a Firenze nel 1439
e che vide riunirsi per l'ultima volta la Chiesa d'Oriente e la Chiesa d'Occidente. Mirabile è l'opera
del pittore nel descrivere minuziosamente i ricami e le stoffe dei costumi del patriarca di Costantinopoli Giuseppe e dell'Imperatore Giovanni Paleologo nonché nel ritrarre i più prestigiosi
membri della famiglia Medici.

La Chiesa di San Lorenzo Firenze.

Fondata da S. Ambrogio nel 393, la chiesa di S. Lorenzo è stata ristrutturata in stile romanico nell'XI secolo. L'attuale costruzione è frutto dell'ulteriore ristrutturazione avvenuta nel XV secolo
a spese dei Medici e ad opera del Brunelleschi. Più di un secolo dopo papa Leone X commissionò
a Michelangelo la facciata che per mancanza di finanziamenti non fu mai eretta. L'interno è di una
purezza unica. L'armonia delle linee geometriche, il razionale equilibrio tra il grigio della pietra
serena e il bianco dell'intonaco fanno di questa chiesa uno degli esempi più mirabili di architettura rinascimentale. Di fronte all'altare maggiore una lapide ricorda dove è sepolto Cosimo il Vecchio
dei Medici. Questo grande onore gli fu conferito dai cittadini stessi che lo elessero Pater Patriae,
cioè padre della patria. La chiesa si avvale di molte opere d'arte tra cui bellissimi i due pulpiti opera
tarda di Donatello. Alla fine dei transetti laterali ci sono le due sagrestie: una, opera di Michelangelo, fa parte del museo delle Cappelle Medicee, l'altra, quella di sinistra, è la sagrestia
vecchia. Anche qui si rivela lo stile del Brunelleschi basato su presupposti di spazio e misura; niente è affidato al caso, tutto è limpido, calcolato. Le decorazioni sono opera di Donatello e il grande sarcofago in bronzo, dove sono sepolti Piero e Giovanni de' Medici, figli di Cosimo il Vecchio, è opera finissima di Andrea del Verrocchio (1472). Dalla navata sinistra della chiesa si
accede attraverso il chiostro al vestibolo della Biblioteca Laurenziana realizzata da Michelangelo.
L'immagine più suggestiva è quella della scalinata: attraverso il progressivo espandersi di questa,
la tensione racchiusa negli effetti plastici dell'architettura complessiva tende a liberarsi ed a stento
è trattenuta dalle balaustre ai lati.

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