Una vittoria italiana. Storia.
Aramini Parri Lucia |
Una vittoria italiana. Storia.
La Venere di
Morgantina fu scolpita nel V secolo a.C. in Sicilia. L'autore
sarebbe stato un discepolo, operante nella zona della Magna Grecia,
del grande scultore Fidia. Ma l'importanza di quest'opera non sta
solo nella sua bellezza e unicità, per quanto inestimabili. La
statua della Venere è anche al centro di una moderna vicenda
giudiziaria e istituzionale che costituisce un caso inedito per
l'Italia. Il capolavoro d'arte fu trafugato dal museo di Morgantina
nella seconda metà del Novecento e in seguito venduto, tramite asta
a Londra, al Paul Getty Museum di Malibù nel 1988, per 28 miliardi
di lire. Com'era giunta fin là una statua del V secolo proveniente
dalla Sicilia? Questo fu quanto decise di stabilire e comprendere il
tribunale di Enna in un'indagine e nella successiva sentenza. Nel
2001, ticinese Renzo Canavesi fu condannato a due anni di reclusione
e a una multa di 40 miliardi di lire (20 per il valore della statua,
e altrettanti per i danni morali) per esportazione clandestina di
opere d'arte italiane. Sempre il tribunale di Enna accertò che il
materiale della statua era un tipo di tufo necessariamente
proveniente dalla Sicilia, anticipando così l'esito degli
accertamenti scientifici realizzati dal museo di Malibù che a
malincuore ha dovuto accettare di rendere uno dei suoi reperti più
preziosi. Oggi, infine, la Venere è tornata a casa, nel luogo da
cui tutto era cominciato. Ma, come spesso capita nel nostro paese,
vicende molto più “italiane” rischiano ora di gettare un'ombra
sulla vittoria. A chi spetta, ora, la statua? Chi ha diritto di
ospitarla e, ovviamente, promuovere le attività culturali a essa
collegate? Per il momento, il presidente della regione Sicilia,
Raffaele Lombardo, ha affermato in modo categorico: “La statua
resterà qui”, ma sembra di diverso parere il ministro dei Beni
Culturali. Quello che per il momento appare certo, è che la Venere
è tornata da noi grazie a un lavoro coordinato e diretto ad arte, in
favore di una cultura che è patrimonio di tutti.
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