La Romania. Dove si vive.
Mauro Goretti & Aramini Parri Lucia |
La Romania. Dove si vive.
I Carpazi aspri e
selvaggi, dove si trovano isolati monasteri, e il Danubio con i suoi
affluenti che formano valli, pianure e bacini lacustri, dove trovano
rifugio gli uccelli migratori, modellano il territorio della Romania.
A occidente, se escludiamo la fascia della pianura pannonica, che
segue il confine con l'Ungheria, il territorio è dominato dai
Carpazi che formano una specie da quadrilatero: a nord-est i Carpazi
Orientali, con le cime più alte nei Monti Rodnei (Monte Pietrosu,
2305 m), a sud i Carpazi Meridionali (Monte Moldoveanu, 2535 m) e le
Alpi Transilvaniche (Paringul Mare, 2518 m) e a ovest i Monti Bihor,
che non raggiungono i 2000 m di altezza. All'interno il vasto
altopiano selvaggio della Transilvania. Il clima qui è
continentale, con inverni rigidi e scarse precipitazioni. Verso est
si apre la grande pianura che abbraccia i monti. Partendo da
nord-ovest troviamo la Bucovina, regione storica ricca di monasteri,
la Moldavia, solcata dai grandi affluenti del Danubio (Prut e Siret)
e, a sud, la Valacchia, che si distende tra i monti e il Danubio.
Sulla costa, nel tratto in cui il Danubio sale verso nord, parallelo
al litorale, per poi seguire il confine con l'Ucrania prima di
gettarsi nel Mar Nero, troviamo la Dobrugia, terra lacustre e in gran
parte coperta da foreste e pascoli. Nella pianura si distende
Bucarest, la capitale, una
città moderna, ma senza particolari attrattive: in parte è stata
distrutta dal terremoto del 1977, e negli anni Ottanta è stata
sventrata per far posto ai nuovi quartieri. Sulla costa si trova
Costanza, seconda
città e principale porto del Paese; fondata dai Greci, divenne
particolarmente importante sotto il dominio romano.
Chi ci vive.
Il popolo rumeno ha
sempre condiviso la sua terra con molte minoranze: dai gruppi di
origine magiara ai Tedeschi, agli Zingari. La Romania è la terra
dei Daci, giunti nei Balcani
nel II millennio a. C. dalle steppe dell'est. La loro civiltà si
sviluppa fino al 106 d. C., anno in cui vengono vinti dalle legioni
romane di Traiano (attirato dai giacimenti auriferi della
Transilvania), che diffondono la cultura latina. Dopo
un breve periodo di indipendenza si susseguono le invasioni di Unni,
Vandali, Avari, Longobardi, Magiari, Slavi e Bulgari. Quindi avviene
la conquista di Stefano I di Ungheria. Nel
XV sec., come tutti gli altri Stati dei Balcani, la Dacia viene
sottomessa dai Turchi. Il
loro dominio dura fino al XIX sec., ma lasciano ai Rumeni molta
autonomia e libertà di culto, limitandosi a sfruttare le risorse del
territorio. Nel 1859 nasce l'Unione tra Moldavia e Valacchia, che
nel 1861 prende il nome di Regno di Romania. La
Transilvania, la Bucovina e la Bessarabia si uniranno solo in un
secondo tempo, nel 1918. Alla fine della Seconda guerra mondiale
cade la monarchia e nel 1948 nasce la Repubblica Popolare
di Romania. I comunisti,
saliti al potere con le elezioni del 1946, impongono un'economia di
tipo sovietico. Nel 1965 a capo del partito comunista sale Nicolae
Ceaucescu, che proclama la
Romania Repubblica Socialista e mantiene per quasi 25 anni la
dittatura nel Paese. Nei primi tempi la situazione economica
migliora. Poi Ceaucescu porta avanti una politica di risanamento del
debito con l'estero che impone al popolo sacrifici insostenibili.
Così nel 1989 i Rumeni si ribellano e Ceaucescu viene giustiziato.
Oggi la Romania è una Repubblica democratica (nel
1990 si sono svolte libere elezioni). La popolazione è formata in
grande maggioranza da Rumeni, ma sono presenti anche consistenti
minoranze di Ungheresi (1 600 000), Zingari (410 000), Tedeschi,
Ucraini, Russi e Turchi. I Magiari vivono soprattutto nella
Transilvania, dove si trovano anche i Tedeschi, mentre i Russi sono
localizzati soprattutto nella zona delta danubiano. Gli Zingari si
sono trasformati in gruppi stanziali sparsi nel Paese. A loro si
deve l'impronta caratteristica di alcuni negozietti che vendono
prodotti di artigianato. La convivenza tra Zingari e Rumeni non è
sempre facile, anche perché i Rumeni li accusano di favorire il
mercato nero. La lingua ufficiale,
il rumeno, è di origine neolatina e presenta molte analogie con
l'italiano. La maggioranza della popolazione segue la religione
ortodossa (86%), con piccole
minoranze di cattolici, protestanti, musulmani ed ebrei.
Come si vive.
Lentamente la
Romania si sta sollevando dalla profonda crisi in cui l'aveva
condotta la dittatura di Ceaucescu. Quello che più è cambiato è
lo spirito della gente, che oggi non si sente più oppressa: si
possono leggere liberamente giornali e libri. Nei caffè si ascolta
la musica occidentale e nei negozi iniziano a comparire nuovi
prodotti di importazione. Ma la situazione economica è
ancora difficile. Come negli altri Stati dell'Europa orientale,
anche qui il passaggio da un'economia di tipo statale all'economia di
mercato richiede tempi lunghi e grandi sacrifici. La rete
stradale e quella ferroviaria
risultano carenti.
Determinante è invece, nella comunicazione con l'Europa occidentale,
il Danubio, su cui si
trovano numerosi porti. Il territorio è coltivato per quasi la metà
e per circa un quinto è destinato a pascolo, ma l'agricoltura,
in cui lavora il 28% della
popolazione attiva, non produce a sufficienza per sfamare tutti gli
abitanti. La produttività delle terre è bassa per la scarsa
meccanizzazione e per la conduzione statalizzata delle aziende. I
cereali (in particolare frumento, mais e orzo), sono tra le colture
più diffuse nella grande pianura danubiana; poi vi sono colture
quali il girasole, la barbabietola da zucchero, la soia, il tabacco,
le piante tessili e, infine, patate, ortaggi, frutta. Dalle prugne
si ricava il liquore nazionale, la tsuica.
Anche
la vite, da cui si ricava una discreta quantità di vino, viene
coltivata diffusamente. Oltre un quarto del territorio è coperto da
foreste che danno una notevole quantità di legname. L'allevamento
è
molto praticato: vi sono soprattutto ovini e caprini (15 milioni),
suini (12 milioni), poi bovini (5,5 milioni) e volatili (127
milioni), ma la qualità del bestiame lascia a desiderare. Di
notevole importanza è invece la pesca,
attuata
sul Mar Nero, nelle lagune costiere e sul Danubio. La Romania è
abbastanza ricca di risorse
minerarie: energetiche
(petrolio, metano, carbone), poi minerali di ferro, bauxite, argento,
oro, rame e piombo. Il Paese non è tuttavia autosufficiente nella
produzione di energia elettrica e per questo è stata installata una
centrale idroelettrica sul Danubio. È anche in costruzione una
centrale nucleare. L'industria
è
in via di sviluppo, con aziende metallurgiche e siderurgiche,
industrie meccaniche (macchine agricole, locomotive, macchinari
industriali, automobili), chimiche, tessili, alimentari, del legno,
delle sigarette. Si punta in particolare sull'industria pesante e la
manodopera è efficiente e competente.
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