L'acido solforico. Chimica degli elementi.

Mauro Goretti & Aramini Parri Lucia


L'acido solforico. Chimica degli elementi.

Alberto di Bollstàdt,meglio conosciuto come Alberto Magno,vescovo di Ratisbona,fu un celebre
scenziato del Medioevo; egli,nella prima metà del XIII secolo,compì degli studi interessanti di
botanica,zoologia,fisiologia,oltre che naturalmente di fisiologia e teologia. Ebbene,in uno dei
suoi libri,si occupa di un certo liquido con molte strane proprietà che egli chiama “spirito di
vetriolo”; e dalla descrizione che ne fa si capisce chiaramente che quel liquido è l'acido
solforico. Prima metà del XIII secolo abbiamo detto,quindi già 800 anni or sono,si conosceva e si
usava l'acido solforico. Ma certamente le sue origini sono ancora molto più lontane e,possiamo
concludere che,l'acido solforico è uno dei più antichi elementi chimici.

Carta d'identità dell'acido solforico.

Formula: H2 SO4 (la sua molecola è composta da 2 atomi di idrogeno,uno di zolfo,e 4 di ossigeno).
Aspetto: è un liquido incolore,leggermente vischioso (e per questo fu chiamato anche “olio di
vetriolo”),molto pesante (il suo peso è di circa il doppio di quello dell'acqua).
Proprietà: l'acido solforico è molto disidratante,cioè toglie l'acqua ai corpi con cui viene a
contatto; infatti,un recipiente contenente acido solforico concentrato,lasciato aperto all'aria,dopo
alcuni giorni trabocca,perché l'acido ha assorbito umidità dall'aria; la soluzione acido-acqua
avviene con grande sviluppo di calore,perciò bisogna aver cura di versare lentamente l'acido
nell'acqua,e mai l'acqua nell'acido; i chimici infatti usano dire “che non si da mai da bere all'acido
solforico”. E' un acido energico: intacca tutti i metalli,eccetto l'oro,il platino e,al di sotto di una
certa concentrazione,il piombo. Carbonizza le sostanze organiche disidratandole: se versiamo
l'acido solforico su una zolletta di zucchero,esso le toglie l'idrogeno e l'ossigeno e lascia solo
il carbonio,per cui la si vede annerire rapidamente. Per questo stesso motivo distrugge i tessuti
animali e vegetali: a contatto con la pelle produce infatti gravi ustioni.

Come si prepara.

L'acido solforico si prepara ossidando l'anidride solforosa attraverso 2 grandi processi industriali:
quello inglese o a camere di piombo e quello per contatto. L'anidride soforosa (SO2 ) è un gas
incolore,di odore soffocante. Si ottiene bruciando in appoiti forni lo zolfo,oppure minerali che
contengono zolfo,come la pirite e la blenda. Una volta ottenta l'anidride solforosa,la si ossida,cioè
le si aggiunge l'ossigeno ed essa diventa SO3 ,cioè anidride solforica. Combinando l'anidride
solforica con l'acqua (H2 O) si ottiene l'acido solforico. Le due reazioni sono piuttosto lunghe e
complicate e non stiamo a descriverle. Possiamo dire che il processo a camere di piombo è il più
antico,perché venne iniziato intorno al 1740 a Richmond,in Inghilterra. Secondo questo processo
le reazioni fra anidride solforosa,ossigeno e acqua avvengono,con l'aiuto dell'acido nitrico,in
grandi camere tappezzate di lastre di piombo,nelle quali viene introdotta acqua allo stato di vapore.
Il processo per contatto è molto più recente,perché fu iniziato negli ultimi anni del secolo scorso.
Esso si chiama così perché l'ossidazione dell'anidride solforosa è ottenuta mediante il contatto di
una sostanza (catalizzatore) che “aiuta” la reazione chimica. Questo catalizzatore,con cui
l'anidride solforosa e l'ossigeno vengono a contatto in grandi torri d'acciaio,un tempo era il
platino; ora si usa l'anidride vanadica,che è meno costosa e meno alterabile.
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