La salvezza dei non cristiani. Capire la Bibbia.

Mauro Goretti - Programmatore - 



La salvezza dei non cristiani. Capire la Bibbia.

Il progresso tecnico moderno ha reso il nostro mondo un piccolo, grande paese. Basta aprire la radio, girare appena la manopola e subito in casa nostra irrompono voci e suoni dell'America dell'Asia, dell'Africa, dell'Australia. A contatto con tanti e così diversi... vicini di casa, è naturale che a noi cristiani sorga una legittima domanda: in che rapporti stanno con Dio i popoli di religione buddista, musulmana, taoista, scintoista, confuciana, ecc. Ossia: i non cristiani si possono salvare? E come?

Alcuni punti chiari.

Su questo difficile problema ci sono innanzitutto alcuni punti certi e chiari: essi derivano dalla Bibbia e la Chiesa cattolica li trasmette e insegna attraverso i suoi teologi. Prima di tutto è certo che Dio è Dio di tutta l'umanità e che tutti gli uomini sono sue creature e sono da Lui amati. Sappiamo di sicuro poi che per tutti gli adulti, dopo la morte, ci sarà la gioia eterna con Dio o il tormento di una dannazione egualmente senza fine, e l'una o l'altro verranno assegnati da Dio agli uomini a seconda che la loro vita sarà stata conforme o difforme dalla Sua volontà. Infine siamo certi di un'altra cosa: l'umanità non può arrivare a Dio e al Paradiso senza passare, in qualche modo, da Gesù Cristo e la Chiesa da Lui voluta, perché l'umanità ha in Cristo l'unico e necessario Salvatore. Già San Pietro, in uno dei suoi primi discorsi dopo la Pentecoste, invitava a credere in Gesù Cristo perché, diceva: “in nessun altro si può trovare la salvezza se non in Gesù di Nazaret, morto e risorto!”. Ma a questo punto ci sorge una grave domanda che è il punto centrale del nostro problema. Come può, supponiamo, un povero pigmeo dell'Africa Nera entrare in contatto di fede con Gesù Cristo, se nessuno gliene ha mai parlato? Non c'è nessuna speranza per lui?

Conoscere Cristo per salvarsi.

A questo problema hanno dedicato i loro studi grandi teologi, e proprio essi ci ricordano alcune frasi della Bibbia che ci possono un po' illuminare. Una di esse si trova nella prima lettera che San Paolo scrisse al suo discepolo Timoteo: “raccomando che si elevino suppliche e preghiere per tutti gli uomini, per i re e per coloro che sono costituiti in dignità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta. Cioè è cosa buona e gradita a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti si salvino e giungano alla conoscenza della verità”. Iddio, dunque, vuole che proprio tutti gli uomini giungano alla conoscenza della verità e alla salvezza. Questo è già un grande conforto e un'immensa speranza, perché significa che anche per il pigmeo dell'Africa Nera la salvezza è possibile. Ma, d'altra parte, noi sappiamo che essa si può ottenere solo mediante Gesù Cristo e la fede in Lui. Il testo che abbiamo citato, però, non ci dice quali mezzi Dio conceda a un pagano perché possa avere la fede in Cristo Gesù. Di solito i non cristiani vengono a conoscenza del Redentore grazie alla predicazione compiuta dai missionari. Ma i missionari non arrivano dappertutto; c'è un numero infinito di pagani che non ha mai incontrato un missionario. Pensiamo a tutti coloro che sono vissuti prima di Cristo, e che naturalmente non potevano conoscerlo e credere in Lui. Quali mezzi Dio da a costoro per credere in Cristo e salvarsi?

La fede semplice in Dio.

Qui viene aperta la frase di un'altra lettera di San Paolo scritta agli Ebrei. Parlando di Enoc, un antichissimo personaggio vissuto prima del diluvio, l'apostolo afferma che egli piacque a Dio perché ebbe fede: “è impossibile infatti senza fede piacere a Dio. Chi vuole accostarsi a Dio deve credere che Egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano”. Enoc non sapeva nulla di Gesù Cristo eppure piacque al Signore per quella sua fede semplice nell'esistenza di un Dio che ricompensa il bene. Questa citazione è molto importante, perché ci permette di pensare che, secondo il giudizio di Dio, la semplice fede di Enoc contiene nascostamente la fede in Gesù Salvatore o dispone in modo sufficiente l'animo verso di Lui. Infatti se un pagano buono che crede in un Dio giusto venisse a sapere chi è Cristo forse crederebbe in Lui. Possiamo quindi pensare che il pigmeo dell'Africa Nera se crede nell'esistenza di Dio e cerca con la preghiera e con una vita onesta di meritare da Lui la ricompensa, egli pure possegga una fede sufficiente per godere della salvezza offerta da Dio a tutti gli uomini.

Credere in Cristo.


A questo punto qualcuno potrebbe dire: “ma allora per salvarsi non è indispensabile credere espressamente in Gesù Cristo”. Bisogna stare attenti: non è indispensabile per chi senza colpa, come il nostro pigmeo, ha di Gesù Cristo solo una conoscenza oscura, limitata a quel poco che, nel suo Dio, c'è di simile a Gesù. È invece necessario per chi lo conosce chiaramente. Ciascuno infatti è tenuto ad avere una fede proporzionata alla luce spirituale che riceve da Dio; e Dio, che vuole tutti salvi, da a tutti luce sufficiente, se bene in diversi gradi; ed è per questo che tutti gli increduli meritano sentirsi di ripetere il rimprovero rivolto da Gesù ai Giudei: “venne la Luce del mondo; ma gli uomini amarono più le tenebre che la Luce, perché erano cattivi”. Qualcuno potrebbe obbiettare dato che anche un pagano può salvarsi ugualmente, allora non è necessario predicargli il Vangelo. Invece è proprio necessario, perché Gesù comandò espressamente alla sua Chiesa: “andate e predicate il Vangelo a tutte le genti”. La Chiesa non può non obbedire a Cristo. Non sarebbe più la sua Chiesa se non avesse l'ansia di portare in tutto il mondo la Buona Novella.
  
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