Come gli agenti atmosferici modificano la superficie terrestre.
Mauro Goretti - Programmatore. |
Come gli agenti atmosferici modificano la superficie terrestre.
Supponiamo
che un abitante della zona dolomitica, vissuto alcuni secoli fa, si
ritrovi improvvisamente, ai giorni nostri, nelle terre da lui
conosciute nei tempi della sua giovinezza: ebbene, si guarderebbe
attorno un po' stupito, osserverebbe con attenzione il profilo delle
montagne, l'andamento delle valli e comincerebbe forse a dubitare di
trovarsi nello stesso posto in cui viveva tanti secoli prima. E
questo, si badi bene, senza vedere tutte le opere fatte dall'uomo,
come strade, fabbriche, case ecc., ma solo confrontando il paesaggio
naturale attuale con quello dei suoi ricordi. Come può succedere
tutto questo? È semplice. Infatti ogni paesaggio cambia con il
passare del tempo, sotto l'azione degli agenti esogeni, cioè di
tutte quelle forze che, indipendentemente dall'azione dell'uomo,
modificano la superficie del suolo. Fra queste forze alcune sono
legate all'atmosfera.
L'azione della temperatura.
Questa
azione si manifesta di solito là dove non esiste vegetazione, dove
mancano i grandi alberi che fanno ombra al terreno, impedendo che su
questo giungano i raggi del sole: pensiamo alle zone desertiche, alle
rocce dell'alta montagna dove il sole imperversa dalla mattina alla
sera. Cosa succede in questi casi? Il terreno si riscalda
fortemente durante il giorno e le rocce che lo compongono,
riscaldate, si dilatano; durante la notte, viceversa, vi è un
generale raffreddamento e le rocce quindi si ristringono. Questa
dilatazione e questo restringimento successivi e continui finiscono
per provocare delle fratture, delle fessure; in conclusione si ha uno
sbriciolamento del suolo. Se la zona è in pendenza, come
conseguenza di questo sminuzzamento si hanno le frane. La
temperatura agisce anche in un altro modo: supponiamo di essere in
una zona di alta montagna dove durante la notte per esempio si vada
sotto lo zero°, e si sia in un periodo di piogge. L'acqua che
durante il giorno riempie i “pori” e le fessure delle rocce,
durante la notte, a causa della bassa temperatura, si trasforma in
ghiaccio: come si sa il ghiaccio ha un volume maggiore dell'acqua
liquida e quindi esercita una pressione sui “pori” e sulle
fessure allargandoli. È facilmente intuibile che a lungo andare
questi pori diventano grosse aperture, le fessure si trasformano in
spaccature causando infine delle frane anche di grosse dimensioni.
La montagna quindi, con il passare del tempo, diventa sempre più
“piccola” e i detriti caduti dalle pareti si accumulano ai suoi
piedi oppure vengono trasportati lontano da altri agenti atmosferici.
Le piramidi di terra.
Sono
delle forme molto curiose che si trovano fra l'altro nell'altipiano
del Renon a nord est di Bolzano, presso il territorio di Zone sul
Lago di Iseo o a Segonzano nella Val di Cembra dove raggiungono
anche i 30 metri di altezza. Il terreno è molto friabile,
incoerente, facilmente asportabile dalla pioggia e dalle acque
dilavanti. Su questo terreno si trovano sparsi qua e là dei
massi
di roccia dura. Quando piove il masso protegge,come un cappello o un
ombrello,il terreno
a
lui sottostante,cosicché mentre tutto intorno l'acqua si porta via
la terra,quella posta sotto il
masso
rimane invece stabile perché coperta. Si formano quindi delle specie
di piramidi,dei funghi
di
terra di altezza considerevole che reggono alla sommità un grosso
masso protettore.
L'azione dell'atmosfera.
L'atmosfera
è composta da alcuni gas,da vapore acqueo e da altri componenti
minori. Le rocce
del
suolo a contatto di questi gas subiscono delle
trasformazioni,cambiando di conseguenza anche
l'aspetto
esterno. Per esempio,i minerali di ferro assumono frequentemente un
colore rossastro
a
causa dell'ossidazione del ferro con l'ossigeno dell'aria. Anche
l'acqua contenuta nell'atmosfera
agisce
chimicamente: uno degli esempi più vistosi è il fenomeno del
carsismo. Le rocce calcaree,
quelle
cioè costituite da carbonato di calcio,a contatto con l'acqua e con
l'anidride carbonica
contenute
nell'aria,subiscono un processo che si chiama di
“solubilizzazione”,cioè si sciolgono.
Ed
ecco che in una zona costituita da roccia compatta si formano delle
fessure,dei crepacci,delle
voragini
e si verificano dei crolli improvvisi.
L'azione del vento.
L'azione
del vento,a seconda del modo con cui si esplica e degli effetti che
produce,si distingue
nelle
seguenti fasi:
deflazione:
che è l'azione di asportazione
da parte del vento di polvere,sabbia,piccoli sassi,di
materiali
depositati sul suolo in conseguenza di frane o a causa dell'azione
chimica già detta. Il
suolo
viene spazzato,messo a nudo e quindi reso più attaccabile da altri
agenti atmosferici.
Corrosione:
Tutte le particelle asportate
vengono scagliate dal vento contro altre rocce o contro
alberi
o contro abitazioni,svolgendo un'azione quasi di smerigliatura. E'
una vera e propria
erosione,molto
potente,che incide,spacca,e si “mangia” tutti gli ostacoli che le
si oppongono. E
ben
lo sanno gli abitanti delle zone ai margini del deserto,sottoposti
con le loro case alla pioggia
incessante
di sabbia trasportata dal vento,sabbia che si insinua dappertutto e
che rende difficile
anche
la respirazione. Fenomeni di corrosione si hanno frequentemente anche
lungo le coste
dove
i venti provenienti dal mare,carichi di particelle d'acqua
salata,”lavorano” le rocce costiere,
incavandole,smussandole,rimpicciolendole
fino a farle scomparire.
Deiezione:
Dopo aver fatto tutti questi
guai,il vento,quando diminuisce la sua velocità fino a
cessare,deposita
i materiali trasportati formando degli accumuli anche di grosse
dimensioni.
L'esempio
più famoso è quello delle dune del deserto,piccole montagnette di
sabbia che
cambiano
forma e dimensione da un giorno all'altro.
Le acque meteoriche.
Abbiamo
già accennato all'azione chimica dell'acqua presente nell'atmosfera:
quest'acqua però è
importante
anche per la sua azione meccanica. La pioggia con il peso delle sue
gocce,rese tanto
più
potenti quanto più cadono veloci,bucherella,scava,incide i terreni
più teneri ed intacca a
lungo
andare persino le rocce più resistenti. Se poi invece di gocce
d'acqua sono chicchi di
grandine,l'effetto
è enormemente superiore. Basti pensare ai danni provocati dai grossi
temporali
che
si abbattono tante volte sull'Italia,basti pensare ai tifoni,agli
uragani delle zone tropicali,per
capire
l'importanza di questo fenomeno.
Le acque dilavanti.
Le
acque piovane entrate a contatto con il suolo cominciano a scorrervi
sopra disordinatamente,
scendendo
impetuose dove il terreno è in pendenza strappando terra,piccoli
sassi,lavando e
denudando
il terreno,incidendolo,segnandolo. Chi ha visitato l'Appennino
emiliano o toscano
o
laziale avrà avuto modo di osservare tanti monti che hanno i fianchi
scavati da solchi profondi,
con
il terreno ridotto in tante creste parallele: sono i cosiddetti
calanchi “burroni a pareti scoscese”
che
si formano di solito in zone ricche di argilla.
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