L'Illuminismo - Storia -
L'Illuminismo
La vita culturale
del XVIII secolo fu dominata da un grandioso movimento
intellettuale,che a
partire dagli anni
30' coinvolse tutta la società colta europea e che,in omaggio al
ruolo
rischiaratore
assegnato alla regione,è stato chiamato “Illuminismo”. La
Francia fu il maggiore
centro di
diffusione di questo movimento,anche se le sue origini e i suoi
principali riferimenti
filosofici sono da
rintracciare nella tradizione culturale inglese della seconda metà
del XVII
secolo.
Nell'Illuminismo convengono posizioni e orientamenti,interessi e
riflessioni molto
diversi e talora
antitetici. Nonostante questa estrema varietà e pluralità,è
possibile individuare
alcuni posizioni
comuni e unificanti. Fra queste innanzitutto il modo di considerare
la “ragione”
di cui non solo
vengono esaltati i poteri,ma è anche proposto un impiego libero e
spregiudicato.
Strumento che
appartiene a tutti gli uomini indistintamente,la ragione per gli
illuministi è in
grado di vagliare
criticamente la realtà,non per un puro esercizio intellettuale,ma
con il proposito
concreto di
assicurare la felicità e il benessere degli uomini. La critica
illuminista investe,il
principio di
autorità e tradizione,e opera nei confronti di questa realtà con un
metodo empirico e
sperimentale,fatto
di curiosità,di osservazioni e di raffronti. In seno al movimento
illuminista si
venne precocemente
manifestando un esigenza riformatrice della società e dei costumi
che si
espresse in
progetti e teorie spesso contrastanti. Presente in tutto il pensiero
illuminista fu la
fiducia nel
“progresso”,che nasceva da una riflessione sulla storia intesa
come un processo di
incivilimento e
come liberazione dalla tutela del sacro e dell'irrazionale. Bersaglio
centrale
degli illuministi
furono la Chiesa e le confessioni religiose in genere,considerate
fonti di
ignoranza,matrici
di superstizione e pregiudizi:in questo senso l'Illuminismo fu un
movimento
profondamente
“laico”. Il rifiuto dei dogmi,degli apparati dottrinali,del
cerimoniale liturgico non
comportò
necessariamente la negazione della fede. Prevalse invece l'adesione
al “deismo”e a
una religione
naturale e razionale,anche se fra gli illuministi non mancarono
correnti atee e
materialiste.
Significativi furono in questo contesto gli studi sulle origini
storiche delle religioni e
il rifiuto della
tradizione biblica. Protagonista dell'Illuminismo fu una nuova figura
di “Intellettuale”,più saggista che filosofo,spesso giornalista
e pubblicista,fondamentalmente
eclettico e
disposto a esplorare nuovi campi disciplinari,votato alla
divulgazione in un rapporto
costante con il
suo pubblico. Convinto che i poteri della ragione dell'evoluzione
fossero in
grado di
rovesciare da soli l'arretratezza derivante dall'ignoranza e di
aprire le vie del progresso,
l'intellettuale
illuminista riservava a sé e alle èlites colte un ruolo chiave
nella società. In
rapporto a questa
aspirazione a estendere l'influenza delle nuove idee,si rafforzarono
e
moltiplicarono i
luoghi e gli strumenti della
comunicazione:salotti,caffè,club,accademie e tutte
le pubblicazioni a
stampa,pamphlets,riviste,gazzette,ecc. L'immagine tradizionale di un
Illuminismo
segnato esclusivamente da un impronta razionalista non deve tuttavia
far dimenticare
che,proprio
nell'ambito della cultura dei lumi,si consolidò l'interesse per le
componenti effettive
ed emotive,tanto
da fare del “sentimento”una categoria interpretativa e uno
strumento di
comprensione
dell'agire umano. Questo ulteriore punto di vista contribuì ad
allargare gli orizzonti
del pensiero
settecentesco aprendo nuove frontiere alla riflessione,in particolare
nel campo
dell'etica,cioè
della riflessione sulla condotta umana (morale) e dell'estetica,vale
a dire dello
studio del bello
(arte).
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