La guerra di successione spagnola.
La guerra di successione spagnola.
E il nuovo assetto italiano.
Il progetto di spartizione
dell'Impero spagnolo.
Dopo la guerra
combattuta dalla Francia contro la Lega d'Augusta (Spagna,
Impero, Olanda e,
successivamente,
Inghilterra), guerra causata dall'espansionismo di Luigi XVI e persa
dalla Francia che dovette restituire i territori occupati in Lorena e
Alsazia, un conflitto di ben più vasta portata era destinato ad
aprirsi in relazione al problema della “successione spagnola”.
Carlo II d'Asburgo-Spagna, non ancora quarantenne, era in pessime
condizioni di salute e non aveva eredi. Nel 1698
Olanda,
Inghilterra e Francia, prevedendone la morte imminente, trovarono un
accordo sulla spartizione del grande Impero spagnolo tra i possibili
eredi, figli o nipoti delle due sorellastre del re di Spagna (Maria
Teresa sposa di Luigi XIV e Margherita Teresa sposa dell'imperatore
Leopoldo I):
Nel 1700, alla
morte di Carlo II, Luigi XVI scoprì con sorpresa che il nipote
“Filippo d'Angiò” era stato nominato erede universale con la
clausola che in caso di accettazione le due monarchie, di Francia e
di Spagna, rimanessero separate.
Un re francese in Spagna.
Dopo qualche
esitazione Luigi ritenne che Filippo dovesse accettare la corona
spagnola alle condizioni previste dal testamento: e il nuovo re, col
nome di Filippo V, si insediò a Madrid. Ma nessuna potenza
in Europa era disposta a dar credito alle buone intenzioni del re di
Francia, che aveva del resto cominciato a occupare con proprie truppe
i presidi spagnoli nei Paesi Bassi e in Lombardia. Il maggiore
avversario era l'imperatore Leopoldo I che aspirava per il figlio
cadetto,
l'arciduca Carlo
d'Asburgo, all'intera eredità spagnola.
La guerra di successione spagnola.
Ebbe inizio, così,
la guerra di successione spagnola (1702-1713) che oppose
Francia, Spagna e Baviera a Impero asburgico, Inghilterra, Olanda e
altri Stati, tra cui il Ducato di Savoia. Dopo alterne vicende sul
piano militare, la situazione mutò a causa dell'ascesa al trono
imperiale di Carlo d'Asburgo, l'altro pretendente alla eredità
spagnola. Nessuno dei contendenti infatti poteva auspicare che i
territori spagnoli e asburgici fossero riuniti sotto un unico
sovrano. Con le paci di Utrecht (1713) e Rastatt (1714)
l'Inghilterra ottenne alcuni privilegi commerciali dalla Spagna e il
riconoscimento
delle conquiste di Gibilterra e Minorca e di alcuni territori
francesi nell'America settentrionale. Luigi XVI vide semplicemente
riconosciuta l'attribuzione della corona spagnola a Filippo V, ma con
la conferma della separazione tra le due dinastie; accettò inoltre
la successione
protestante sul
trono inglese. I maggiori vantaggi territoriali spettarono
all'Austria a spese della Spagna: i Paesi Bassi spagnoli
(corrispondenti agli odierni Belgio e Lussemburgo) divennero
austriaci, ma fu soprattutto l'assetto della penisola italiana
a essere profondamente modificato
con la fine del
dominio spagnolo durato oltre un secolo e mezzo. Gli Asburgo
ottennero infatti
la Lombardia e
Mantova, il Regno di Napoli, la Sardegna.
I Savoia.
I Savoia videro
premiata la loro politica opportunistica con l'acquisto del
Monferrato e della Lomellina, ma soprattutto della Sicilia, che portò
loro anche il titolo di re. L'abilità di Vittorio
Amedeo II
consentì allo Stato sabaudo di uscire dalla sudditanza francese, che
durava da oltre un
secolo e mezzo, e
di affermarsi, grazie alla riorganizzazione interna, come una <<
piccola >> potenza, decisiva per le sorti future dell'Italia.
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