La nuova agricoltura. Ecologia ambientale.

Aramini Parri Lucia.





La nuova agricoltura. Ecologia ambientale.

Mezzi modernissimi per sfamare l'umanità.

Oggi si mandano navi spaziali sulla Luna, l'elettronica, la chimica e la medicina “fanno meraviglie”, e non c'è campo della attività umana in cui non si parli di progresso, di innovazioni, di “miracoli”. Tutto sembra dirci che l'uomo, grazie alla scienza, è destinato a essere sempre più sicuro, potente e felice. Ma sotto questa realtà trionfale e confortante ce ne un'altra che la segue dappresso, triste e inesorabile: è la fame. Sembra incredibile che nel nostro mondo tanto evoluto un problema così “semplice” e fondamentale rischi di sconvolgere tutto, eppure è così. Su cento bambini che nascono oggi, ottantacinque nascono in zone dove c'è la fame: essi avranno a loro volta altri bambini e fra trenta anni (nel duemila) la popolazione della terra sarà raddoppiata e dopo vent'anni ancora, sarà raddoppiata un'altra volta: il mondo rischia di divenire un mondo di poveri e di affamati. Gli studiosi, gli esperti che da diversi anni si interessano al problema, ci dicono che l'arma più potente in mano all'uomo per accrescere le disponibilità di cibo per l'umanità è ancora la vecchia agricoltura.

I cinque problemi dell'agricoltura.

Fino a non molto tempo fa, per aumentare la produzione agricola si estendevano le aree coltivate: si puntava cioè sulla coltivazione estensiva. Ora, però, tutta o quasi la terra coltivabile, corrispondente a un decimo delle terre emerse, e già in via di sfruttamento; non si può aumentare tale percentuale molto di più dato che il resto è formato per gran parte da deserti, giungle, montagne e zone praticamente incoltivabili. Non resta che sfruttare meglio, intensivamente, le aree già coltivate.
Questa è, appunto, la via seguita attualmente dall'agricoltura. Per attuare questo programma si indirizzano gli sforzi in cinque direzioni: la meccanizzazione, l'irrigazione, la fertilizzazione, la lotta contro i parassiti e il miglioramento delle varietà coltivate.

Tutto fatto a macchina.

La meccanica agraria è un aspetto molto importante e decisivo nello sviluppo dell'agricoltura. L'aratura, la semina, il raccolto, l'irrorazione degli antiparassitari, i trasporti agricoli ecc, richiedono una somma molto grande di energia; un tempo, era proprio la scarsità di energia a disposizione dei contadini il fattore più importante che limitava l'intera produzione. Cento anni fa il lavoro di un contadino non poteva sfamare più di due o tre persone; oggi, in un sistema agricolo evoluto, un solo contadino sfama 17 persone. Diciassette persone che possono dedicarsi ad altri lavori nell'industria, nei trasporti, nelle attività culturali e che ricambiano il contadino con diversi prodotti, alcuni dei quali servono, a loro volta, all'attività agricola. Oggi anche il tempo impiegato per coltivare un campo è molto diminuito: attualmente la coltivazione di un ettaro di grano richiede un decimo di tempo rispetto a un secolo fa; per il cotone il tempo si è ridotto a un quinto. Oggi, praticamente tutte le operazioni che si compiono in campagna sono state meccanizzate. Non soltanto si usano aratrici, concimatrici, seminatrici, mietitrebbia ecc, ma anche macchine per raccogliere, smistare e impacchettare la frutta, per liberare e separare la pula dai cereali e ottenere i grani già pronti per il trattamento industriale. Si studiano e si sperimentano macchine anche per le operazioni di raccolta, che sono sempre state le più difficili da realizzare perché si tratta di sostituire la mano e l'occhio umano. Nelle coltivazioni su aree molto estese si impiegano ormai normalmente anche mezzi non specificatamente agricoli, come aerei ed elicotteri per la semina e per l'irrorazione degli antiparassitari.

L'acqua, alla base di tutto.

Non tutte le regioni della Terra ricevono la stessa quantità di pioggia; in particolare, nelle regioni subtropicali, e cioè in quelle che stanno fra i tropici e le zone temperate, c'è quasi un'impressionante penuria di acqua, e questo costituisce il maggiore impedimento per un adeguato sviluppo agricolo. Le condizioni di massima improduttività di tali zone sono rappresentate, a Nord dell'equatore, dai deserti americani (Texas, Arizona), dal Sahara e dai deserti del Medio Oriente e della Cina; a Sud dell'equatore, dai deserti del Sud America, dell'Africa meridionale e dell'Australia. Intorno a queste zone desertiche c'è tutta una fascia di territori in cui l'agricoltura, per poter prosperare, abbisogna di sistemi di irrigazione molto efficienti. Dove la natura è stata avara di acqua, l'uomo ha realizzato ingegnosi sistemi di irrigazione. Nel deserto israeliano, per esempio è stata tentata l'irrigazione che utilizza la pochissima pioggia di quelle regioni: sono stati creati, in corrispondenza di certe vallate, vastissimi sistemi di canali che coprono un'area di parecchi chilometri quadrati. Tutti questi canali convergono verso il fondo della valle dove riversano l'acqua che hanno raccolto nel loro percorso.
Ma la tecnica moderna è riuscita a fare ben altro in questo campo. Sbarrando il corso dei fiumi con enormi dighe, come ad Assuan in Egitto, si creano laghi artificiali estesi anche migliaia di chilometri quadrati, e ciò permette di creare aree agricole dove prima c'era soltanto il deserto.
 

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