Ubuntu, installiamolo al posto di Windows XP.

Mauro Goretti - Programmatore.






Ubuntu, installiamolo al posto di Windows XP.

Il primo passo per iniziare a lavorare con Ubuntu
A... averne una copia!!!! Ai fini della certificazione
possiamo considerare solo le seguenti installazioni:
Δ Ubuntu (per desktop e notebook)
Δ Ubuntu alternate
Δ Ubuntu server
Ognuna delle installazioni è disponibile nella versioni
a 32 o 64 bit. Il modo più veloce per ottenerne una copia
per scaricarla dal sito www.ubuntu.com (consigliamo
vivamente una connessione veloce!). Una volta scaricata
la ISO dovrete masterizzarla oppure, se utilizzate
una macchina virtuale, potete collegare direttamente il fi le
con estensione ISO al lettore DVD (virtuale). In alternativa
potete utilizzare una copia allegata a Linux Pro: il mese
scorso abbiamo pubblicato Ubuntu per desktop e questo
mese trovate le ISO della versione Server. Canonical
promuove anche un servizio gratuito chiamato Ship it
con il quale, a richiesta, spedisce i CD in tutto il mondo.
Una volta installata Ubuntu potete identificare quale
release state utilizzando dal contenuto del file
/etc/lsb-release. Ad esempio con la versione 9.04 avete trovato:
DISTRIB_ID=Ubuntu
DISTRIB_RELEASE=9.04
DISTRIB_CODENAME=jaunty
DISTRIB_DESCRIPTION=“Ubuntu 9.04”
Le stesse informazioni si possono visualizzare
con il comando lsb_release -a. Ma andiamo
per ordine e parliamo di installazione.


Installazione
Per partire con l’installazione dovete mettere il disco
di installazione nel lettore CD e modificare il setup
del BIOS del vostro PC in modo che il CD venga avviato
prima dell’hard disk in modo da far partire l’installazione.
Per entrare nel setup del BIOS bisogna tenere premuto
F12, CANC o ESC (dipende dal modello del BIOS)
all’avvio del computer (solitamente il tasto da premere
viene mostrato per breve tempo all’accensione
del computer). Nei prossimi paragrafi descriveremo
nel dettaglio i tre tipi di installazione: Ubuntu (per desktop
e notebook), Ubuntu Alternate e Ubuntu Server.

Infine
Boot dal primo disco rigido è la voce da scegliere
se non volete installare Ubuntu ma vi siete dimenticati
di rimuovere il CD. In basso nella schermata sono disponibili
altre opzioni: F1 aiuto apre un help con utili opzioni
da utilizzare in caso di esigenze specifi che, F2 Lingua
e F3 Tastiera servono per impostare appunto la lingua
e il tipo di tastiera. Con F4 si può modificare la modalità
dell’installazione. Attraverso questo menù È possibile:
- utilizzare una modalità grafica sicura (VESA)
se avete problemi a lanciare l’installer grafico;
- inserire un disco di aggiornamento con driver;
- lanciare la modalità di installazione per i PC OEM.
(Original Equipment Manufactorer) sono i prodotti che
vengono venduti a supporto di un altro prodotto. Nel nostro
caso l’installazione OEM serve ai rivenditori (o ai produttori)
che vendono i PC con Ubuntu preinstallato.
L’installazione OEM installa il sistema senza impostazioni
relative all’utente. Queste verranno richieste
al primo riavvio della macchina.
Il motto di Ubuntu “Linux per esseri umani” ha portato
Canonical a dedicare una grande attenzione alla
localizzazione dei programmi e all’accessibilità.
Con l’opzione F5, infatti, avete la possibilità di avviare
Ubuntu Live con il supporto per utenti diversamente abili:
schermi a contrasto elevato, ingranditori, terminali braille
e lettore di schermo. Infine F6 abilità la possibilità di editare
le opzioni di avvio del kernel: utile in caso di problemi
con le periferiche.
iena di dati illeggibili. Sui sistemi operativi
Il modello di sicurezza di UNIX (da cui deriva
anche Linux) prevede che chi può accedere
fisicamente a un PC, deve essere in grado
di poterne fare qualsiasi cosa. Il sistema
di permessi, infatti, serve a regolare gli utenti
remoti. I dati sui dischi sono, solitamente,
scritti in chiaro ed è sempre possibile avviare
il sistema con un disco di boot (ad esempio
la nostra Ubuntu live) per leggerne i dati
contenuti. Purtroppo in casi sfortunati, come
quando si verifica il furto di un portatile,
Ciò si traduce in una diffusione di dati sensibili
(dati medici, fiscali, codici di carte di credito
e così via). Ubuntu offre la possibilità
di criptare il contenuto della propria home
(la directory con i dati dell’utente).
Ciò avviene in modo trasparente accedendo
alla nostra utenza con la password. In questo
modo, accedendo al PC con un’altra utenza
(anche amministrativa) o con un disco
di boot, la cartella home dell’utente risulterà
piena di dati illeggibili. Sui sistemi operativi
UNIX ogni cosa è un file e ogni file ha un
utente e un gruppo proprietario. Ogni file,
inoltre, mappa i permessi di lettura, scrittura
ed esecuzione rispetto al proprietario, al
gruppo di cui fa parte il proprietario e a tutti
gli altri. L’unico utente che può fare “tutto” con
root (l’amministratore del PC). Gli utenti che
lo usano rischiano di lanciare programmi che
possono compromettere l’intero sistema. Per
questo motivo Ubuntu ha fatto una scelta
radicale: ha disabilitato l’accesso di root!
Per svolgere compiti amministrativi viene
utilizzato il sistema sudo. Si delega, cioè¨,
a un gruppo di utenti la possibilità di svolgere
compiti amministrativi. Per fare questo viene
richiesta la propria password come conferma
della propria identità. Ad esempio con
$ sudo comando
dopo aver inserito la password verrà lanciato
comando” con privilegi amministrativi.

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