Il fegato. Medicina.

Aramini Parri Lucia - Blogger.




Il fegato. Medicina.

Il nostro corpo è stato creato dalla natura con una tale abbondanza di parti, che può vivere abbastanza bene anche ridotto ai minimi termini. È incredibile il numero di organi o di parti di cui può fare a meno: può fare a meno di un polmone, dello stomaco, della milza, della cistifellea, di un rene, di buona parte dell'intestino, della vescica, ma non può fare a meno del fegato: il fegato è assolutamente indispensabile per la vita. Qualsiasi animale cui sia stato asportato tutto il fegato muore al massimo entro 20-30 ore. E tutto quello che ora diremo spiega benissimo il perché.

Come è fatto internamente.

I Lobuli. Se noi osserviamo una parte tagliata del fegato, ci accorgiamo che esso internamente ha un aspetto granuloso; osservandone una sezione (cioè una parte sottilissima) al microscopio, vedremo che la granulosità è dovuta ad un numero enorme di corpiccioli ovali o a forma di poligono, con un diametro di uno o due millimetri: questi sono i lobuli epatici (dal greco èpar = fegato).

Le cellule epatiche. Se poi osserviamo con un ingrandimento maggiore l'interno di un lobulo, vedremo che è formato da cellule di forma cubica, le “cellule epatiche”, disposte in tante colonne che convergono come raggi verso il centro del lobulo. Ogni cellula ha un grosso nucleo e nel suo protoplasma si possono vedere particelle di glicogono e piccolissime gocce di grassi. Queste cellule elaborano la bile.

Gli spazi interlobulari. Sempre proseguendo la nostra esplorazione microscopica del fegato, potremo vedere che gli spazi (all'incirca di forma triangolare) che si trovano fra i lobuli sono riempiti da un tessuto connettivale: esso costituisce in un certo senso la “impalcatura” dell'intero organo.

La circolazione sanguigna. La circolazione sanguigna del fegato è piuttosto singolare: d'altra parte, poiché il fegato è proprio un filtro per il sangue, essa ha un enorme importanza. Come tutte le parti dell'organismo, il fegato è irrorato da sangue arterioso, che proviene direttamente dal cuore, attraverso “l'arteria epatica”. Esiste un secondo sistema di irrorazione, il quale porta al fegato una grande quantità di sangue venoso, quindi in parte già sfruttato. Succede infatti questo: il sangue che proviene dallo stomaco, dall'intestino, dalla milza e dalla cistifellea si raccoglie in vasi sempre più grossi che si riuniscono alla fine in un unico grosso vaso, la “vena porta”. Questa vena, invece di sfociare direttamente al cuore, come tutte le altre vene, penetra nel fegato. Lì comincia il processo inverso, cioè si suddivide in vasi sempre più piccoli che divengono alla fine capillari. Questi capillari penetrano in ogni singolo lobulo, poi ne escono, si raccolgono in vasi sempre più grandi che dal fegato si portano alla “vena cava inferiore” la quale si getta nel cuore. Ricordiamoci di questo... itinerario, perché è importante. È la disposizione di un perfetto filtro.

I vasi biliari. Fra le colonne di cellule dei lobuli corrono dei canaletti: i “capillari biliari”. In essi scorre la bile, elaborata nei lobuli stessi. I capillari biliari escono dai lobuli e si versano in veri e propri condotti biliari, che confluiscono in un unico condotto, il “dotto epatico”: esso si prolunga poi nel coledoco, che versa la bile nel duodeno, il tratto più alto dell'intestino.

La vescichetta biliare. Nel punto di unione fra il dotto epatico e il coledoco si distacca un terzo piccolo condotto, il “cistico”, che sfocia in una vescichetta a pera, con capacità di 30-40 cmc: essa è la “vescichetta biliare” o “cistifellea”. Qui, fuori dai periodi della digestione, può raccogliersi la bile; i tessuti che costituiscono le pareti della cistifellea possono anche concentrare la bile, assorbendo acqua.

Le funzioni del fegato.

Il fegato è il principale “laboratorio chimico” dell'organismo, e un perfetto filtro collocato fra il tubo digerente e la circolazione sanguigna generale. Logicamente, quindi, al fegato spetta il compito di completare la depurazione, la “lavorazione” chimica e l'utilizzazione delle sostanze alimentari assorbite durante la digestione. Tutti gli idrati di carbonio assorbiti dall'intestino come zucchero semplice, cioè glucosio, arrivano al fegato e lì vengono trasformati (polimerizzati) in uno zucchero più complesso, il glicogeno. Quando poi l'organismo, e soprattutto i muscoli hanno bisogno di combustibile, cioè di glucosio, il fegato compie l'operazione inversa: il glicogeno, che non è assimilabile, viene trasformato ancora in glucosio e versato nel sangue. Un 'altra funzione del fegato è quella disintossicante. Esso, filtrando il sangue rende innocue le sostanze tossiche, specialmente di origine alimentare (per esempio l'alcool), che il sangue trasporta.

Elaborazione della bile.

La eliminazione delle scorie viene effettuata con l'elaborazione della “bile”. La preparazione di questo liquido amarissimo di colore giallo-verdastro è iniziato nella milza, utilizzando soprattutto l'emoglobina dei globuli rossi vecchi del sangue, che qui vengono distrutti: nel fegato poi la bile viene completata, elaborata e secreta dalle cellule epatiche.

Elaborazione di altre sostanze.

Il fegato elabora anche altre sostanze indispensabili: fra queste la “urea”, “l'eparina” e il “fibrinogeno”. Con l'elaborazione delle sostanze azotate si formano nel fegato e nei reni piccole tracce di ammoniaca, che è sostanza dannosa. Il fegato trasforma l'ammoniaca in urea e la elimina. L'eparina (da èpar = fegato) è una sostanza che svolge azione anticoagulante: per effetto dell'eparina il sangue si mantiene liquido mentre circola nei vasi. Il fibrinogeno invece svolge una funzione contraria: quando il sangue esce dai vasi, per esempio attraverso una ferita, il fibrinogeno si trasforma in fibrina, la quale è la sostanza che fa coagulare il sangue stesso. Altrimenti il sangue continuerebbe a fluire.

Regolazione del volume del sangue.

Il fegato è capace, quando occorre, di porre in riserva, togliendola alla circolazione una certa massa di sangue: in questo modo diviene, in caso di cedimento delle forze del cuore, un serbatoio di soccorso, di scarico per il sangue che il cuore non riesce a smaltire.

Quando il fegato si ammala.

Il fegato lavora in stretta dipendenza con altri organi e riceve continuamente sostanze di ogni genere, specialmente alimentari; per questo motivo risente molto delle malattie degli altri organi e risente anche di una alimentazione sbagliata. La malattia del fegato, hanno diverse cause: tra esse, una alimentazione troppo ricca di grassi, di sostanze piccanti e l'alcolismo. Occorre quindi, per mantenere il fegato e quindi l'organismo in buone condizioni, non eccedere nei grassi, nelle spezie piccanti e nelle bevande alcoliche. È utile ricordare anche che le proteine di origine animale, contenute nella carne, nel pesce, nel latte, nel formaggio, contengono sostanze “epatoprotettive”, sostanze necessarie cioè per il normale stato delle cellule epatiche.

Dove si trova.

Appoggiamo la mano destra sulla parte alta dell'addome, un poco al di sopra della cintura: questa è la posizione del fegato. Esso sta dietro le ultime sette-otto costole, al di sotto del diaframma che lo separa dai polmoni e al di sopra dello stomaco e dell'intestino. Si estende verso sinistra, oltrepassando la linea mediana del corpo. Posteriormente, si appoggia alle ultime tre vertebre toraciche. Pur avendo delle dimensioni abbastanza notevoli, il fegato si adatta molto bene alla forma degli organi vicini, sul quale si modella. Esso è congiunto agli organi vicini da vari legamenti( chiamati appunto “legamenti del fegato”), che sono pieghe del peritoneo.
  

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