Il fascismo prende il potere.
Mauro Goretti. |
Il fascismo prende il potere.
Nasce il partito fascista.
Un uomo politico spregiudicato e
ambizioso, Benito Mussolini, che era stato espulso dal partito
Socialista per aver sostenuto la necessità dell'intervento in
guerra dell'Italia, cercò di trarre profitto dallo scontento
generale fondando un nuovo partito: il partito fascista. Il fascismo
così detto dal suo emblema, che riproduce l'antico fascio dei
romani [fascio littorio], fatto di verghe legate assieme con
in mezzo una scure, aveva un programma vago, un po' socialista e un
po' liberale, un po' anarchico e un po' nazionalista e dittatoriale.
Prometteva di fare tornare l'ordine in Italia e dichiarava di
proporsi, al di sopra di ogni altro fine, il bene della patria.
Il fascismo ottiene l'appoggio di
molti ceti sociali.
Le dichiarazioni di fervente
patriottismo attirarono verso il fascismo le simpatie di molti ex
combattenti, che non si sentivano giustamente valorizzati dai
governanti. La formazione di <<squadre d'azione>>
che, in camicia nera organizzavano spedizioni <<punitive>>
contro le Camere del lavoro, le cooperative, le sedi dei giornali e
dei partiti di sinistra, fece guadagnare al fascismo l'appoggio dei
ceti conservatori: aiuti in denaro giunsero da industriali, timorosi
di una rivoluzione comunista , e dai grandi proprietari terrieri
della pianura padana [gli agrari], che temevano l'occupazione
delle terre da parte dei contadini. Anche uomini politici liberali,
come Giolitti, si illusero di potersi servire del fascismo per
riportare l'ordine nel paese e salvare lo stato.
La bonifica delle regioni
paludose.
Molte terre furono bonificate, cioè prosciugate dalle paludi e messe
in cultura.
A sud di Roma, per citare un esempio, si estendevano le
pianure Pontine, da secoli regno incontrastato della malaria,
una terribile malattia trasmessa dalla puntura di una particolare
zanzara. Qui si trasferirono migliaia di braccianti disoccupati e di
contadini senza terra, non solo nel Lazio, ma anche dal Veneto e
dalla Romagna, per bonificare, prima, poi per coltivare
stabilmente i fondi che erano stati assegnati. Sorsero nuove città,
come Sabaudia,Aprilia e Littoria [oggi l'attuale
Latina]. La bonifica Pontina fu un successo del regime,
dobbiamo tenere presente che alla fine della prima Guerra
Mondiale l'Italia era in condizioni veramente disastrata
senza un futuro, senza quella fonte di sostentamento che tutti
attendevano, la popolazione era alla fame, la disoccupazione non
poteva essere stimata: era altissima, il Fascismo, all'epoca
era l'unica strada percorribile per garantire un minimo si
sostentamento ad un popolo già stremato.
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