I Maya.
Mauro Goretti e Aramini Parri Lucia. |
I Maya.
Il cibo chiave della cucina Maya era
il mais, che diventò addirittura una divinità. Il dio-mais andò a
popolare, con giaguari e serpenti deificati, il loro affollato
pantheon.
Del mais, i Maya
fecero una divinità, ovvero Yum Kaax, che fu rappresentato come un
giovane ornato di pannocchie di granoturco. Il loro testo sacro
“Popol Vuh” narra inoltre che gli dèi usarono un impasto di mais
bianco e giallo per creare il genere umano, dopo aver fallito con
fango e legno. Ancora oggi, la preparazione quotidiana del mais è
una delle attività principali delle popolazioni di Guatemala e
Yucatàn. È un lavoro lungo e complesso: il “kuum”, mais
ammorbidito nell'acqua e macinato, diventa “zacàn” con cui si
preparano le “tortillas”. Le “tortillas”, ora come allora,
sono poi farcite con fagioli e peperoncini. In epoca antica pare
fosse più diffuso il consumo di “tamales”: porzioni di “zacàn”
avvolte in foglie di granoturco e poi bollite.
Pasti separati.
Durante i pasti,
uomini e donne non stavano insieme: gli uomini mangiavano per primi,
poi le donne e per ultimi i ragazzi. Il contadino che si recava nei
campi portava con sé piccole palle di “zacàn” avvolte in foglie
di palma. Quando era stanco e affamato, ne scioglieva una o due
nell'acqua e beveva questa poltiglia nutriente (detta posol), che
aveva l'aspetto del latte.
Un goccetto.
La dieta era
integrata, a seconda di stagionalità e latitudine, con selvaggina,
pesce, rettili, tacchini, miele, zucche e fagioli, cacao, pomodori,
frutta,tuberi, funghi ed erbe varie (la foresta offriva frutti,
bacche e radici commestibili, oltre a vermi e insetti). La bevanda
principale, a parte il “posol”, era un liquido di miele
fermentato e insaporito con la corteccia di un albero, il “balché”:
una bevanda alcolica di cui durante le feste e le cerimonie i Maya
volentieri abusavano.
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