Profezie-In attesa del Cristo.

Mauro Goretti

Profezie-In attesa del Cristo.

La Bibbia, nei libri di Daniele, Isaia, Ezechiele, contiene molte delle profezie. Come quella della visione raccontata da Isaia [ capitolo 53 del suo libro ] circa 700 anni prima della venuta di Cristo:

“Era deprezzato e non lo stimavano eppure egli si è fatto carico delle nostre sofferenze. È stato trafitto dai nostri peccati, offeso per le nostre iniquità fu imprigionato e giudicato con ingiusta sentenza”. In Isaia ci sono molti altri riferimenti a questo Messia sofferente, riconosciuto come Gesù dagli ebrei cristiani del I secolo, ad alcuni rabbini Talmudici [ autori del testo di studio della Torah ], e degli ebrei cristiani odierni ( gruppo attivo negli USA e in Israele, osservanti delle leggi ebraiche ), decisi a sostenere che il Messia profetizzato nell'Antico Testamento era proprio quel Gesù di Nazareth. I primi cristiani, inoltre erano convinti che la fine del mondo fosse vicina o quantomeno prossima, concetto ribadito nelle profezie contenute nell'Apocalisse. Lo stesso San Paolo, promotore del cristianesimo nell'Impero Romano, scrisse nella Lettera ai Romani: “ Noi che viviamo, saremo ancora in vita per la venuta del Signore”. Ma quando il Cristianesimo da religione di opposizione divenne religione unica dell'Impero con Teodosio il Grande [nel 380 con l'editto di Tessalonica], si cominciò a pensare che fosse assurdo credere alla distruzione dell'Impero come conseguenza di una fine del mondo prossima. Non solo: i capi dell'Impero Romano d'Oriente {che durò ancora mille anni dopo la caduta dell'Impero d'Occidente}, forti della profezie Cristiana del Regno dei cieli, si credettero essi stessi i fautori di un regno celeste costruito in Terra. Ignoravano però che un'altra profezia, quella di Maometto sulla caduta di Costantinopoli, avrebbe animato i Musulmani Ottomani alla conquista della città da parte di Maometto II il Conquistatore nel 1453, segnando quindi la fine dell'Impero romano d'Oriente.