IL QUATTROCENTO.


IL QUATTROCENTO

Una radicale trasformazione dell'arte avvenne a Firenze agli inizi del Quattrocento. Questo
rinnovamento fu chiamato Rinascimento:si pensava infatti che le arti fossero finalmente “rinate”
dopo che erano decadute nel Medioevo. Un architetto, uno scultore e un pittore, tre uomini
d'eccezione, ispirandosi all'antichità greco-romana, elaborarono un modo di costruire, scolpire e
dipingere, che era completamente l'opposto del Gotico Internazionale, allora tanto di moda.
Essi si chiamavano Filippo Brunelleschi, Donatello e Masaccio: inventarono un linguaggio
artistico nuovo capace di testimoniare il diverso modo di vivere e la diversa concezione di “uomo”
che si stava affermando. Questa nuova importanza data all'uomo dipendeva sia dalla riscoperta
della cultura e delle arti classiche, sia dalla sempre maggiore importanza economica e sociale
della borghesia fiorentina di banchieri e mercanti. I nuovi borghesi infatti erano uomini dalla
mente aperta, che erano molto apprezzati per la loro intelligenza e per la loro abilità negli affari;
molti di loro erano interessati alla cultura classica e appassionati conoscitori d'arte, disposti a
spendere fortune per finanziare le imprese degli artisti rinascimentali. Gli intellettuali e gli
artisti guardavano al mondo antico, non per imitarlo, ma per trarne insegnamento e riflessione.
Nel Quattrocento, come già nel mondo greco e in quello romano, l'uomo tornò ad essere al centro
dell'attenzione: in ogni campo si cercò di esaltarne la capacità di capire, di comprendere; si cercò
di dimostrare che egli era in grado di dominare la realtà e determinare il proprio destino
servendosi della ragione. Per rappresentare questo “nuovo mondo” , al cui centro era l'uomo, non
erano adatte le opere preziose ed eleganti del Gotico Internazionale. Le architetture non dovevano
più suscitare meraviglia e stupore per l'altezza o la ricchezza dell'ornamentazione: dovevano
essere pensate dagli uomini, per gli uomini. Allo stesso modo la scultura e la pittura dovevano
raffigurare l'uomo reale e il mondo che lo circondava. Da questa esigenza di rappresentare la
realtà in modo simile a come la percepisce l'occhio ebbe origine la scoperta più importante
del Quattrocento: la prospettiva. Filippo Brunelleschi inventò questo procedimento scientifico
che consente di raffigurare la profondità dello spazio su una superficie piana e di stabilire le
diverse dimensioni delle cose raffigurate, non in modo casuale, ma in base a leggi matematiche.
L'immagine che deriva dall'applicazione di questo procedimento non corrisponde esattamente
a ciò che vediamo, ma dimostra come la ragione umana sia in grado di dare un ordine alla realtà
raffigurativa.

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