LA PITTURA FIAMMINGA: “I CONIUGI ARNOLFINI” DI VAN EYCK.
LA PITTURA FIAMMINGA: “I CONIUGI
ARNOLFINI” DI VAN EYCK
Il dipinto è
datato e firmato sopra lo specchio “Jan van Eyck fuit hic, 1434”
ossia “Jan van Eych
fu qui, 1434”.
La scena rappresenta la cerimonia di nozze tra Giovanni Arnolfini, un
mercante
di Lucca che si
era trasferito a Bruges, e Giovanna Cerami, anche lei di origini
lucchesi e figlia
di un ricco
mercante che viveva a Parigi. A quel tempo, infatti, il matrimonio
non avveniva
in chiesa o in
comune, ma era sufficiente che gli sposi unissero le mani davanti a
due testimoni.
I coniugi
Arnolfini sono all'interno di una stanza da letto. Osservando il loro
abbigliamento,
vedremo che il
marito indossa una pelliccia marrone sopra un abito scuro e ha in
testa un grande
cappello dalla
forma strana. La moglie porta, sopra un abito azzurro, un'abbondante
cappa verde
profilata di
pelliccia chiara e trattenuta in vita da una cintura rossa; la testa
è coperta da un velo
bianco bordato di
pizzo. La donna appoggia la mano destra sulla sinistra del marito e
l'incontro
di queste due mani
luminosissime costituisce il centro del dipinto. Sulla parete di
fondo, vicino
a un rosario, è
appeso un grande specchio rotondo con una cornice decorata da dieci
piccole
scene della
“Passione di Cristo” ( Van Eych fu anche un abile miniatore).
Nello specchio si
vedono riflessi i coniugi di schiena, parte della stanza e due
personaggi che non
compaiono nel
dipinto, ma che dovrebbero trovarsi difronte agli sposi. Quello in
blu è il pittore
e quello in rosso
un aiutante dell'artista o un amico degli sposi: sono i testimoni e
ciò è
confermato dalla
scritta sopra lo specchio: “Jan van Eych fu qui”. Molti degli
oggetti raffigurati
nella stanza fanno
riferimento all'avvenimento rappresentato: il letto, e la candela
accesa sul
lampadario sono
simboli del matrimonio, il cane è simbolo della fedeltà coniugale,
lo specchio
della purezza
dell'unione e gli zoccoli della sacralità del giuramento.
La camera da letto
è immersa in una luce molto limpida che penetra in parte dalla
finestra aperta
e per l'altra
attraverso i vetri piombati. Lo spazio non è stato rappresentato
secondo le regole
della prospettiva:
il pavimento sembra salire e non viene avvertita la distanza tra il
lampadario
e lo specchio che
paiono posti sullo stesso piano. Contrariamente, quello che colpisce,
è la
straordinaria
abilità del pittore nel rappresentare gli oggetti.
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