Il “San Giorgio” di Donatello.


Il “San Giorgio” di Donatello

La statua di San Giorgio venne realizzata tra il 1415 e il 1417 per essere collocata in una delle
nicchie esterne della Chiesa di Orsanmichele come santo protettore dell'arte dei Corazzai e
Spadai. Si trattava di un privilegio importante: gli spadai e i corazzai appartenevano alle
cosiddette Arti Minori ed era stato deciso che, mentre le Arti Maggiori sarebbero state tutte
rappresentate dal loro santo protettore, solo la metà di quelle Minori avrebbe avuto una statua.
La statua di San Giorgio è a tuttotondo, ma è stata pensata per essere vista solo di fronte perché
doveva essere collocata in una nicchia. Si tratta di un santo guerriero, che secondo la leggenda
aveva liberato la figlia di un re uccidendo il drago che la teneva prigioniera. Egli indossa
l'armatura, poggia su tutte e due le gambe, ha un braccio lungo il fianco e l'altro piegato per
reggere lo scudo, la testa è lievemente ruotata verso la spalla. La figura è impostata sulla forma
geometrica del triangolo: formano un triangolo le gambe divaricate a due triangoli, uno con il
vertice in alto e uno con il vertice in basso, si trovano anche nello scudo. La linea verticale
della croce sullo scudo pare attraversare tutta la statua, sottolineandone la fermezza, mentre la
linea orizzontale ripete la posa delle spalle. La statua appare una massa chiusa, compatta, ben
delimitata. La figura, solida e vigorosa, sembra immobile, ma in realtà è carica di tensione
interiore, pronta a muoversi, ad agire con determinazione. Sotto l'armatura si intuisce che c'è
un corpo vivo, di cui sono state attentamente studiate e riprodotte le proporzioni e l'anatomia.
Donatello abbandonò le aggraziate e leggere figure del Gotico Internazionale: il suo San Giorgio
è stabile, fiero, non presenta più quel movimento dell'anca tipico delle statue gotiche, che
conferiva alle figure eleganza e raffinatezza. L'anatomia del corpo del santo non è nascosta
sotto elaborati panneggi degli abiti. Donatello collezionò e studiò le statue antiche per capire
come gli scultori dell'antichità erano riusciti a riprodurre le fattezze reali dell'uomo in modo così
armonico ed equilibrato. I suoi modelli però li sceglieva fra i giovani popolani di Firenze, perché
non voleva rappresentare figure idealizzate, ma uomini veri, presi dalla realtà. Per lui il valore e
la dignità dell'uomo, tanto esaltati in questo periodo, andavano ricercati nella gente comune: era
fermamente convinto che la nobiltà consistesse nella virtù elegante.

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