Storia Egizia.
Mauro Goretti & Aramini Parri Lucia |
Storia Egizia.
Per quasi tremila anni dall'inizio
delle dinastie faraoniche (2850 a. C. circa) all'anno della conquista
romana (30 a. C.) lungo il corso del fiume Nilo si è sviluppata una
delle più grandi civiltà della storia, quella egizia.
L'espressione artistica più importante di questa civiltà è
collegata soprattutto alla costruzione delle tombe dei re, le
piramidi, e agli oggetti, ai dipinti e alle sculture in esse
ritrovati. Alcune piramidi hanno una dimensione colossale e fecero
una profonda impressione sui contemporanei e sulle generazioni
successive. La costruzione e la decorazione di una piramide
richiedevano l'impiego di molte persone e un grande dispendio di
energie e di ricchezze. Le dimensioni della piramide cambiavano il
paesaggio, ma era proprio questa la volontà del faraone: lasciare
sul territorio un segnale eterno della sua presenza. La civiltà
egizia aveva un particolare culto dell'aldilà: per accedere al mondo
dei morti, il defunto doveva conservare le proprie sembianze per
questo veniva mummificato e partiva per quel viaggio senza ritorno
accompagnato dai vestiti, dai gioielli, dai giochi, dalle
suppellettili che aveva posseduto in vita. Nelle tombe sono state
rinvenute addirittura notevoli quantità di cibo che era necessario
al defunto lungo il tragitto. Dagli oggetti ritrovati, dunque,
abbiamo appreso molte informazioni sugli Egizi. Nelle tombe si sono
scoperti, oltre agli oggetti, molte rappresentazioni (dipinti e
bassorilievi) delle attività che il defunto svolgeva personalmente
in vita o a cui sovrintendeva per conto del re: scene di lavori
artigianali e agricoli, scene di vita quotidiana, raffigurazioni di
animali cacciati o allevati, di attrezzi per l'agricoltura e di armi.
Questi dipinti e bassorilievi costituiscono fonti preziose per
sapere come venivano coltivati i campi, come erano lavorati i
metalli, l'argilla o le pietre. L'arte degli egizi era molto
colorata: i grandi edifici pubblici e il palazzo del faraone erano
costruiti in mattoni ricoperti di intonaco dipinto e bandiere
colorate sventolavano contro il cielo azzurro. I dipinti sulle
pareti delle tombe e dei palazzi erano coloratissimi, così pure i
bassorilievi e le sculture. L'arte era praticata da artigiani
specializzati, che obbedivano a precise regole: esse definivano le
misure e le proporzioni con cui dovevano essere rappresentate le
figure umane. Lo stile dell'architettura, della pittura e della
scultura, non si modificò molto nei tremila anni di storia di questa
civiltà. Nella pittura e nella scultura le forme sono stilizzate e
ripetute secondo formule fisse. Ma in molti casi, specialmente
quando le figure ritratte non sono il faraone o i nobili, ma la gente
comune colta nelle occupazioni quotidiane, lo stile diventa più
sciolto, naturale, a volte straordinariamente vivace. Scopriamo così
in realtà che l'arte egizia, che a volte è stata definita monotona
e ripetitiva, si rivela anche vivace e capace di descrivere gli
uomini durante la vita di tutti i giorni.
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