La Reggia di Versailles. [Seconda Parte]-
Mauro Goretti. |
La Reggia di Versailles. [Seconda Parte]-
La faticosa giornata del re.
Il tempo a Versailles non era scandito
dal ticchettio delle oltre tremila pendole che trovavano posto
sopra i caminetti di ogni stanza, ma
dalle abitudini del re. Tutto cominciava con il “lever”, ossia
la cerimonia che salutava il risveglio del monarca, il sorgere del
vero Sole.
Alle sette e mezzo il primo cameriere
si avvicinava alle cortine del grande letto a baldacchino per
destare il sovrano con un discreto:
“Sire, è ora”. Alla presenza di pochi privilegiati di altissimo
rango, il re si faceva bagnare le mani di alcol, sbarbare, vestire:
cambiava parrucca almeno due volte, consumava la colazione, assisteva
alla messa e poi si ritirava nel suo studio con i ministri.
A pranzo, alla presenza di pochi
gentiluomini che lo guardavano a rispettosa distanza, era assistito
da una quindicina di servitori, ognuno con un compito preciso: uno
per offrire il tovagliolo, uno per seguire le pietanze durante il
percorso che portava alle cucine, uno per porgere le carni, uno per
le minestre, uno per il pesce, uno per il dolce e uno per la frutta,
ognuno di essi a sua volta assistito
da almeno due camerieri. Il tutto
rigorosamente in pubblico, poiché non vi era un solo momento
della vita del monarca che non venisse
condiviso con la corte. Nemmeno quando il re espletava
i propri bisogni corporali veniva
lasciato solo: vi erano pochi cortigiani che avevano l'ambito onore
di stargli accanto e parlargli in quel
delicato momento. Il pomeriggio era riservato alla vita di corte
con ben tre cambi d'abito e di
parrucca, il sovrano passeggiava nel parco, con le fontane che
venivano azionate al suo passaggio da servitori costretti a stare
rannicchiati per ore negli umidissimi cunicoli sotterranei che
ospitavano le tubature; andava a caccia, faceva merenda all'aria
aperta oppure partecipava a qualche gioco o spettacolo sull'acqua con
scene di battaglie navali allestite sul canale. La sera era il
momento più sfarzoso della giornata, quello dedicato alla grande
rappresentanza del “grand couvert”, ossia la cena in pubblico.
Se l'occasione lo richiedeva, poteva
seguire un ballo, una festa, una
partita a biliardo (che doveva essere vinta dal re), rappresentazioni
teatrali, oppure tranquille chiacchierate in uno degli appartamenti
dei cortigiani più abbienti.
Alle undici il sire salutava tutti per
ritirarsi nelle sue stanze, seguito dal solito stuolo di cortigiani.
Prima di farsi spogliare declamava a
gran voce il nome del fortunatissimo che avrebbe avuto l'onore
di reggere il candelabro per tutta la
durata di quello che veniva chiamato il “coucher du Roi”.
Chiuse le pesanti cortine del
baldacchino, il primo cameriere si coricava nel lettino da campo
fatto
montare ai piedi del talamo reale. Il
Sole era tramontato. Tutto questo si svolse con estrema precisione
per più di un secolo. Poche le modifiche successive: Luigi XV
fingeva di coricarsi nel letto da parata del suo bisnonno per poi
balzare fuori vestito e profumato e far visita alle sue amanti,
mentre Luigi XVI costringeva tutti a
far finta di andare a dormire alle nove, poiché amava alzarsi
di prima mattina per andare a caccia.
Numeri da capogiro.
Con i suoi 67121 metri quadri
calpestabili, Versailles è la reggia più grande del mondo intero.
Per costruirla vennero impiegati 30
mila operai, per un costo di 95 milioni di livres, senza contare
gli arredi e i decori. L'edificio, la
cui facciata misura 580 metri, è mosso da 2513 finestre che danno
luce a 700 stanze, con 1252 camini che
bucano i 13 ettari di tetti. Il bellissimo parco si apre su 815
ettari, animati da 55 bacini d'acqua
uniti da 35 chilometri di tubature. Il palazzo sorge dove si trovava
un piccolo casino da caccia fatto erigere da Luigi XIII.
Innamoratosi della zona, e fermamente convinto di dover allontanare i
nobili da Parigi per poterli controllare, Luigi XIV incarica
l'architetto Louis Le Vau e il giardiniere Andre Le Nòtre di
ampliare il castello e bonificare
le paludi. I lavori iniziano nel 1668,
con l'ampliamento del vecchio edificio. Nel 1670 si procede
alla costruzione del Trianon, un
palazzo decorato in porcellana nel parco riservato al ritiro del re.
Nel 1682 il re vi si trasferisce con la
corte. Saccheggiata dopo la Rivoluzione, la reggia cade in disuso.
Ospiterà la firma del trattato di pace, dopo la Prima guerra
mondiale (1919).
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