Il figlio del diavolo “Dracula”.
Mauro Goretti |
Il figlio del diavolo “Dracula”.
Uscì dalla storia sul finire del
Quattrocento per entrare nel mito a fine Ottocento, grazie alla
fervida fantasia di uno scrittore irlandese. Bram Stoker scelse
infatti il suo nome, Dracula, per battezzare
il vampiro protagonista di un romanzo
di successo. La figura storica del vero Dracula meriterebbe
una profonda revisione. Una rilettura
che non lo degradi al pazzo sanguinario superficialmente
descritto da molti, ma nemmeno lo
promuoveva a principe illuminato rinascimentale, come piaceva ai
professori di storia nella Romania di Ceausescu. Vlad III, il
principe guerriero passato alla storia
con il soprannome “Dracula”, noto
anche come “l'Impalatore”, nasce con molte probabilità nella
città transilvana di Sighisoara
intorno al 1431. Suo padre è il principe Vlad II della dinastia
Basarab, pretendente al trono di Valacchia e comandante delle guardie
di frontiera al servizio di
Jànos Hunyàdi. Soprannominato
“Dracul” da quando l'imperatore Sigismondo I lo ha insignito
dell'Ordine del Drago, Vlad II attende
il momento propizio per far valere i propri diritti dinastici
e sedere sul trono che fu del padre, il
grande voivoda Mircea. L'occasione si presenta nel 1436,
quando a capo di un gruppo di soldati
ungheresi egli riesce a insediare la propria corte nel nuovo
palazzo principesco di Tàrgoviste.
Per la prima volta le cronache registrano la presenza di un
secondogenito del principe, il piccolo
Vlad. Ma la vita di corte non è destinata né all'ozio né alla
pace: la Valacchia è un feudo di confine e la vicinanza con l'Impero
ottomano obbliga a un'instancabile vigilanza militare. Vlad, dal
canto suo, cerca di non dispiacere né al re d'Ungheria
né al sultano. La resa dei conti
arriva nel 1442, quando il principe si trova schiacciato fra
l'inarrestabile avanzata ottomana e il giuramento di presidiare i
confini dell'Impero, reso in qualità di membro dell'Ordine del
Drago. Ancora una volta, come già in passato, l'astuto voivoda
decide
di assumere un comportamento ambiguo,
lasciando passare l'esercito turco senza intervenire.
Un giochetto che paga caro: i Turchi
vengono sconfitti e Jànos Hunyàdi lo destituisce, sostituendolo
con Basarab II. Vlad e la famiglia si
rifugiano così a Gallipoli, presso la corte del sultano Murad II
che, invece di accoglierli come amici,
li fa imprigionare. Nel 1443 Murad decide però di nominare
Vlad principe di Valacchia allo scopo
di mettere sul trono di quel feudo tanto difficile un uomo che
abbia profonda conoscenza del nemico
ungherese. Come garanzia di fedeltà pretende che il valacco
gli lasci in ostaggio i suoi due figli
minori, Vlad e Radu. È qui che il piccolo Vlad entra nella storia:
durante la permanenza presso la
fortezza di Egrigòz, in Anatolia, viene educato al mondo ottomano
apprendendo anche il sadico piacere per
le torture, soprattutto l'impalamento.
Tutto cambia nel 1444, quando Dracul,
tornato sul trono grazie all'aiuto turco, tradisce la fiducia del
sultano e si allea agli Ungheresi, che però vengono sconfitti a
Varna. Vlad e Radu rischiano la vita, ma Murad decide di graziarli
rinchiudendo il bel Radu nel proprio harem e destinato il battagliero
Vlad alla carriera militare. Nel frattempo (1447) Vlad II viene
brutalmente assassinato col figlio Mircea dagli Ungheresi a causa
dell'ennesimo voltafaccia, e sepolto con disonore, a testa in giù,
fuori dalle porte del suo palazzo.
Sul trono di sangue.
Per il principe Vlad è venuto il
momento di reclamare il trono paterno. Nel 1448, a capo di un
piccolo contingente di giannizzeri, il principe diciassettenne entra
vittorioso in patria.
Gli ambasciatori stranieri,
impressionati dalla risolutezza del giovane voivoda, lo chiamano già
“Dracula”, ossia figlio di Dracul,
figlio del Drago. Dura poco. Cacciato dall'esercito ungherese
pochi mesi dopo Vlad decide di non
tornare in Turchia, ma di recarsi in Moldavia, per poi rifugiarsi in
Transilvania, presso la corte dell'odiato Jànos Hunyàdi, assassino
di suo padre, che lo accoglie
come un figlio introducendolo alle
malizie della diplomazia ungherese. Nell'estate del 1456, a capo
di un drappello di soldati ungherese,
Dracula torna in Valacchia. Come primo provvedimento ordina lo
sterminio di tutti i boiari coinvolti nella congiura che anni prima
lo ha spodestato a favore
di Vladislav II. Nel 1459 invita i
boiari di rango più elevato a un sontuoso banchetto che termina
con un sanguinoso sterminio di tutti
gli invitati. Quelli che non muoiono impalati nel cortile del
palazzo, vengono deportati e condannati
ai lavori forzati nel cantiere allestito per la costruzione della
fortezza sul fiume Arges. Durante questo secondo regno, il più
lungo (1456-1462), nasce il mito sanguinario di Dracula e comincia a
diffondersi in patria il soprannome di “Impalatore”.
Gli ambasciatori di tutta Europa
inviano dispacci che narrano le gesta spaventose di questo principe
sanguinario, che stermina interi villaggi massacrando indistintamente
donne e bambini, impalando
centinaia di persone e imponendo la
propria autorità grazie all'uso incondizionato della violenza.
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