La veterinaria. Medicina.
Aramini Parri Lucia -Blogger. |
La veterinaria. Medicina.
L'idea
che molti si fanno del veterinario è in genere quella di un
brav'uomo, forse un po' troppo poeta e sentimentale, che amando gli
animali più degli uomini ha dedicato loro la sua esistenza e le sue
particolari cure. Altri, meno generosi, lo definiscono invece come
un medico più fortunato di quelli che curano gli uomini, perché i
suoi pazienti non possono lamentarsi delle eventuali cure sbagliate e
sono poco rimpianti anche se ci lasciano la pelle. Ma queste sono
solo sciocchezze, buone tutta al più per una battuta di spirito: la
moderna medicina veterinaria è una scienza, e chi la coltiva e la
approfondisce deve avere perciò una vasta preparazione culturale e
tecnica, e una profonda serietà professionale.
Breve storia della veterinaria.
Nei
tempi più antichi la medicina degli animali veniva studiata ed
applicata dagli stessi individui che cercavano di alleviare le
sofferenze degli uomini; anche i rimedi contro i vari malanni erano
probabilmente gli stessi: si trattava per lo più di unguenti o
scongiuri, che servivano per tutti gli usi. Uguale era anche
l'importanza che per una tribù primitiva poteva avere la morte di un
uomo o di un capo di bestiame: quindi, chi salvava la vita di un
animale raccoglieva a quei tempi onori e riconoscimenti uguali a
quelli che si procurava sanando un uomo malato. Con il sorgere di
civiltà più progredite nacquero le città, dove gli uomini erano
molto più numerosi degli animali, e i medici cominciarono ad
occuparsi sempre meno delle bestie, lasciando la cura di queste a
praticoni poco istruiti che erano giudicati indegni di curare un
uomo. Così il cammino della medicina umana e di quella degli
animali si divise, e la differenza fra di esse crebbe sempre più: la
medicina umana divenne un'arte “divina”, la veterinaria è un
mestiere sempre meno apprezzato. Per secoli, così, l'arte di curare
gli animali fu dimenticata. Nel rinascimento essa comincia
finalmente a riguadagnare considerazione: in questo periodo tutto
quello che fa parte della natura attira l'interesse e il rispetto
degli uomini di scienza. Ma si tratta di piccoli progressi: la
rinascita vera e propria della veterinaria comincia soltanto nel
Settecento, quando nuove idee si fanno avanti e la vita viene
ritenuta sacra in ogni sua manifestazione. Nell'Ottocento, poi, la
veterinaria torna ad occupare un posto importante nella scienza e
nella vita sociale e moderna; e la prima metà del nostro secolo la
vede affermarsi come elemento di progresso per ogni popolo civile.
Perché si chiama veterinaria.
Gli
antichi Romani furono i primi a chiamare “veterinaria” l'arte del
curare gli animali. A quei tempi gli unici animali che l'uomo
curasse erano infatti gli equini e soprattutto quelli da soma, quelli
da sella e da tiro, che erano allora i soli mezzi di trasporto. Gli
animali da soma erano chiamati in latino animalia veterina e
di conseguenza l'arte del curare le loro malattie prese il nome di
ars veterinaria.
Di quali animali si occupa il veterinario.
Fino
al secolo scorso il cavallo e i suoi cugini asino e mulo, soprattutto
per la loro importanza nei trasporti terrestri, furono sempre
strettamente legati alla vita quotidiana dell'uomo; erano perciò gli
animali meglio studiati e curati dalla veterinaria tradizionale.
Soltanto eccezionalmente il veterinario doveva occuparsi di cani o di
altri animali. Con l'invenzione del motore a scoppio l'importanza
del cavallo cominciò a diminuire, mentre con l'impressionante
aumento della popolazione mondiale ebbe grande diffusione
l'allevamento dei bovini e suini. Accanto a quella dei bovini, nel
secolo scorso, cominciò ad assumere una notevole importanza anche la
cura delle malattie del cane. L'”amico dell'uomo” un tempo era
un animale di lusso allevato e curato per la caccia e la compagnia
soltanto da una ristretta cerchia di nobili; negli ultimi cento anni
invece ha conquistato sempre più amici anche fra la gente del
popolo. In questi ultimi anni, poi, la medicina veterinaria ha
cominciato ad occuparsi anche delle malattie di altre categorie di
animali, che moderne tecniche consentono di allevare scientificamente
in grandi quantità: gli animali così detti da cortile (polli,
oche, anatre, tacchini, conigli, quaglie ecc) e gli animali da
pelliccia (castorini, visoni, e cincillà). Non bisogna dimenticare
infine che alcuni veterinari si specializzano nella cura degli
animali ospiti dei giardini zoologici.
La professione del veterinario.
Come
libero professionista, il veterinario si specializza di solito in una
delle due grandi branche della professione: quella cioè che riguarda
i grandi animali (bovini, suini, equini, ovini, caprini) e quella che
studia invece i piccoli animali (cani, gatti,e uccelli).
I grandi animali.
I
veterinari che hanno scelto la prima specializzazione vivano di
solito in campagna, a contatto con la dura vita degli agricoltori e
degli allevatori. Alle loro cure sono affidati mandrie e armenti che
valgono milioni, affinché le epidemie (quelle degli animali si
chiamano, più esattamente, “epizoozie”) non riescono a decimare
o a distruggere in breve tempo questi veri e propri capitali viventi.
Spetta a loro mantenere la salute del bestiame e, con la salute, le
produzioni che da esso ci si attendono. Questi veterinari sono cioè
i tecnici ai quali è affidata la “manutenzione” dei “macchinari”
viventi dell'industria zootecnica. Ecco alcuni dei casi per i quali
più spesso si richiede, a qualunque ora del giorno e della notte, la
loro opera: assistenza a nascite in
occasione delle quali il veterinario deve compiere sovente interventi
difficili, trascorrendo ore di estenuante fatica sia mentale sia
fisica spesso in ambienti inadatti e in cattive condizioni igieniche;
malattie infettive a carattere diffusivo o
epizootico; tubercolosi bovina, mastiti (malattia
delle mammelle) delle vacche da latte; peste suina;
malattie esentematiche dei suini (
molto simili al morbillo dei bambini) ecc. Tutte queste malattie si
combattono con le più moderne armi offerte dalla scienza
farmacologica, come i sulfamidici, gli antibiotici, i sieri e i
vaccini. Poiché l'allevamento del bestiame è una vera e propria
attività industriale, le cure prestate in caso di malattia dipendono
da un criterio di convenienza economica. Di solito, cioè, si curano
solo le malattie dalle quali l'animale può uscire completamente
ristabilito e riprendere normalmente le funzioni produttive.
I piccoli animali.
La
questione economica non ha quasi importanza, invece, per i veterinari
che si dedicano alla cura dei “piccoli animali”. Tra cani, gatti
e rispettivi padroni corrono infatti rapporti di vero affetto e ben
difficilmente si rinuncia a tentare una cura, anche nei casi più
disperati, in questo campo la figura del veterinario si avvicina
molto a quella del medico. Il paziente, nella maggior parte dei
casi, non è importante per il suo valore economico, ma per ragioni
sentimentali. Esso deve essere curato e guarito “a tutti i costi”.
Anche tecnicamente l'opera del clinico dei piccoli animali si
avvicina molto a quella del medico che cura l'uomo. I medicinali,
nel caso dei grandi animali, sono posti in vendita in speciali
confezioni “per uso veterinario”, se non altro perché, data la
mole dei pazienti, le dosi dei medicamenti devono essere molto più
elevate. Per i piccoli animali si usa invece, il più delle volte,
le stesse specialità medicinali impiegate nella medicina umana. Con
esse si curano molte malattie che nei grandi animali, per le ragioni
economiche che abbiamo indicato, non si tenta neppure di combattere.
Anche l'ambiente di lavoro si avvicina molto a quello del medico: il
veterinario dei piccoli animali visita i pazienti a domicilio, oppure
in speciali ambulatori attrezzati con gli apparecchi più moderni.
Esistono poi vere e proprie cliniche in cui cani e gatti ammalati
vengono accolti e curati, e nelle quali l'assistenza sanitaria è
continua, ventiquattr'ore su ventiquattro con ottimi risultati. Una
delle più moderne cliniche per piccoli animali oggi esistenti è
quella presso la Facoltà di Medicina Veterinaria della Università
di Milano. Ogni cane ricoverato ha a sua disposizione un box privato
con brandina, acqua corrente e terrazzo. Una schiera di veterinari
li segue quotidianamente, visitandoli due volte al giorno in
modernissime “sale – ambulatorio”, dotate delle più efficienti
attrezzature igieniche e terapeutiche; di conseguenza anche il conto
non differisce molto da quello di cliniche per esseri umani.
Il veterinario al servizio della collettività.
Quelli
che abbiamo fin qui descritti sono i campi di attività del “libero
professionista”. Vi sono
però
molti veterinari che prestano la loro opera al servizio dei
Comuni,per i vari compiti che la
legge
ha loro assegnato. Lo scopo specifico della loro attività è di
salvaguardare sia la salute
del
patrimonio zootecnico nazionale sia quella dei consumatori di
alimenti di origine animale
(
carne,pesce,salumi,latte). Questi veterinari si distinguono in
veterinari condotti comunali,
veterinari
con funzioni di ufficiale sanitario e veterinari provinciali.
Il
veterinario condotto consorziale (
un consorzio di Comuni o singoli Comuni sono tenuti ad
assumerne
uno o più di uno secondo le necessità) assolve a due tipi di
compiti: ispettivi ed
igienico
sanitari. A lui è affidata per legge la direzione dei macelli
pubblici e la ispezione sanitaria
degli
animali macellati; l'ispezione delle carni messe in commercio nei
mercati all'ingrosso e
nelle
macellerie; la direzione dei mercati del pesce e l'ispezione
sanitaria dei prodotti della pesca.
Il
veterinario comunale ha poi il compito quando nel territorio del
Comune si verificano malattie
a
carattere infettivo degli animali di predisporre opportune misure di
sicurezza,per limitare la
diffusione
della malattia e salvaguardare la salute degli abitanti oltre a
quella degli animali.
Il
veterinario ufficiale sanitario (dipendente
dai Consorzi Provinciali per la profilassi e la pulizia veterinaria);
le finalità del Consorzio Provinciale per la profilassi e la pulizia
veterinaria, istituto tra la Provincia e i Comuni, sono quelle di
assicurare, attraverso una organizzazione accentrata, un efficace
funzionamento dei servizi inerenti alla lotta contro le malattie
infettive e diffusive del bestiame quando la Provincia, i Consorzi di
Comuni e di singoli Comuni non possono provvedervi direttamente.
Il
veterinario provinciale, che è
alle dirette dipendenze del Ministero della Sanità, controlla e
coordina l'opera dei veterinari comunali della provincia. Egli
rappresenta l'autorità sanitaria del Governo presso le
organizzazioni sanitarie comunali. Infine esistono a Roma presso
l'Istituto Superiore si Sanità (organo tecnico – scientifico del
Ministero della Sanità) degli attrezzatissimi Laboratori di
Veterinaria presso i quali alcuni veterinari specializzati compiono
ricerche e controlli in tutti i campi della medicina veterinaria.
Gli specialisti dell'avvenire.
Come
in tutte le scienze moderne, anche nella veterinaria si assiste a un
incremento delle specializzazioni. Alcune sono già entrate nella
pratica e contano parecchi specialisti, altre rappresentano per ora
soltanto una esigenza della vita moderna e dovranno passare alcuni
anni prima della loro attuazione pratica. Citeremo brevemente
l'attività dei vari specialisti di veterinaria:
lo
specialista di malattie aviarie (
cioè malattie tipiche dei volatili) si occupa della difesa sanitaria
dei moderni allevamenti industriali di vari tipi di volatili.
Lo
specialista delle malattie degli animali da pelliccia
si dedica esclusivamente agli allevamenti dei piccoli mammiferi da
pelliccia (castorini, visoni e cincillà).
Il
radiologo (come nella medicina
umana) impiega i raggi x per scoprire e curare determinate malattie
delle ossa e dell'apparato digerente e per combattere i tumori.
Il
veterinario nucleare dovrà
occuparsi delle conseguenze che le radiazioni possono avere
sull'organismo degli animali e, quindi, sulla salute di coloro che
consumano alimenti di origine animale.
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Ciao a tutti voi, sono a chiedervi se avete preferenze per Post di vostro interesse
in modo da dare a tutti voi che mi seguite un aiuto maggiore, grazie per la vostra disponibilità.