Le vicende storiche fenicie.


Le vicende storiche fenicie.

Quando ha inizio la storia fenicia?
In altri termini,da quale epoca nell'ambiente che
abbiamo descritto si determina la presenza di
una “nazione fenicia” che per coerenza di caratteri
culturali,linguistici e religiosi costituisca un'entità
omogenea,chiaramente distinguibile dalle altre
componenti etniche della regione siro palestinese?
Per rispondere a una domanda simile occorre
partire da alcune considerazioni preliminari.
Anzitutto si deve tener presente che i Fenici
sono un elemento “autoctono”;benché alcune
fonti antiche ne pongano l'origine in vari
luoghi dell'Asia e dell'Africa (le coste del Mar
Rosso secondo Erodoto;il Golfo Persico secondo
Strabone),la civiltà fenicia nasce e si sviluppa
esclusivamente nella sede storica della Siria
costiera (fatto salvo,evidentemente,il fenomeno
comunque secondario dell'espansione mediterranea).
Inoltre va rilevato che l'emergere in autonomia della
nazione fenicia è il risultato di un complesso
fenomeno storico,che si avvia intorno al XII secolo
a. C. a seguito dell'apparire sulla scena del Vicino
Oriente mediterraneo dei nuclei di invasori,per lo
più di ceppo indo-europeo,noti come “popoli del mare”,
a cui si deve un ruolo decisivo nel crollo dell'impero
ittita in Anatolia e nel ridimensionamento
dell'espansionismo egiziano verso la Palestina e la
Siria. Gli sconvolgimenti determinati dall'azione di
questi nuovi protagonisti sono percepibili sopratutto
nell'insediamento,nelle zone limitrofe alla Fenicia,
di compagini etniche non attestatevi precedentemente
in modo stabile e politicamente organizzato:le
popolazioni semitiche degli Aramei a nord e degli
Israeliti a sud e,come residuo stanziale dei “popoli
del mare”,i Filistei nella fascia costiera che da loro
prese il nome di Palestina. Nelle tumultuose vicende
di quel periodo,la Fenicia sembra non risentire di
conseguenze particolarmente sfavorevoli:benché
lo scrittore latino Giustino segnali la distruzione di
Sidone da parte dei Filistei di Ascalona,le città della
costa non debbono aver conosciuto un periodo di
particolare crisi. Appena qualche decennio dopo,
la situazione politica delle città fenicie quale ci
viene descritta da un'opera letteraria egiziana
il “viaggio di Wenamon”,appare infatti stabile e
del tutto scevra di condizionamenti esterni.
Nei secoli finali del II millennio a. C.,dunque,
i Fenici si presentano come l'elemento maggiore
di continuità sullo scenario del Levante mediterraneo;
e solo allora si realizzano le condizioni ambientali
e storiche per una precisa definizione della nazione
fenicia,la cui enucleazione non era invece possibile
nel crogiolo indistinto della Siria-Palestina dell'età
del Bronzo. Certo,talune caratteristiche specificamente
fenicie” si colgono anche nel periodo precedente:le
più antiche iscrizioni in lingua fenicia,e con esse
l'adozione dell'alfabeto,si datano al XIII secolo a. C.;
molte delle divinità più importanti del pantheon
fenicio risultano venerate prima di questa data;
le strutture istituzionali dei centri fenici ripropongono
quelle proprie delle città siriane del tardo Bronzo e
alcuni aspetti della produzione artigianale riflettono
tradizioni profondamente radicate (è valido per tutti
gli esempi,dalla lavorazione del metallo e dell'avorio).
In sostanza,però,la pertinenza di queste manifestazioni
culturali a un complesso etnico coerente e fortemente
diversificato da quelli circostanti è un fenomeno tipico
della situazione storica determinatasi sul finire del
II millennio a. C. Da questo livello cronologico,dunque,
sarà possibile far iniziare la storia fenicia.
La prima fase di questa storia,che si prolunga fino
all'VIII secolo a. C., è contrassegnata dalla vivace
attività di Sidone e di Tiro,che alternativamente
riescono a conseguire una posizione di sostanziale
preminenza. L'egemonia di Sidone nei primi tempi
della storia fenicia è testimoniata da due elementi
oltremodo significativi. Il primo è costituito dal fatto
che nei poemi omerici e nell'Antico Testamento
il termine Sidonii è impiegato per esprimere una
realtà etnica e istituzionale che è certamente più
ampia della sola città di Sidone,fino ad apparire
talora come un vero e proprio sinonimo del nome
Fenici. Il secondo elemento è la notizia di Giustino,
secondo cui la fondazione di Tiro sarebbe dovuta
a Sidonii fuggiti dalla propria città a seguito della
già ricordata distruzione da parte degli Ascalonesi.
Poiché l'esistenza della città di Tirò è archeologicamente
provata assai prima di questo evento,che si data
intorno al 1200 a. C.,l'indicazione di Giustino va
interpretata nel senso di un intervento di Sidone,
teso a rivitalizzare l'area tiria non senza,probabilmente,
una qualche forma di controllo politico.
In ogni caso,già con l'inizio del I millennio a. C.,
Tiro sembra assumere una particolare rilevanza,
dimostrata in specie dall'attività internazionale
dei suoi sovrani. Emerge nel X secolo a. C. la
figura del re Hiram (969-936 a. C.) che,oltre a eseguire
numerose opere pubbliche nella sua città,consolida
la presenza tiria a Cipro,inviando una spedizione
militare contro la colonia di Kition,che aveva
rifiutato di versare il tributo dovuto.
Ma Hiram è sopratutto ricordato per gli stretti
rapporti diplomatici ed economici che intrattiene
con Salomone di Gerusalemme. L'antico
Testamento riferisce che i due sovrani organizzarono
spedizioni congiunte per mare alla volta di lontane
regioni del Mar Rosso e che Hiram contribuì in modo
decisivo,con la fornitura delle materie prime e
della manodopera necessaria,alla costruzione del
grande tempio fatto erigere da Salomone a
Gerusalemme. Nel IX secolo a. C. l'accresciuto
impegno internazionale di Tiro è testimoniato
sotto il re Ittobaal (887-856 a. C.) dal
consolidamento con l'alleanza con Israele,
suggellata dal matrimonio con la figlia del
sovrano con il principe Omri,e dalla notizia
della fondazione di colonie tirie nel nord
della Fenicia e dell'Africa settentrionale;
qui,alla fine del secolo,la stessa Tiro fonderà
la più importante e famosa delle sue colonie,
Cartagine. Il periodo iniziale della storia
fenicia si svolge dunque in modo sostanzialmente
pacifico:i piccoli stati cittadini della costa godono
di una notevole autonomia,favorita dalle difficoltà
delle maggiori potenze limitrofe.
L'Egitto non riesce a imporre,come nel passato,
la propria egemonia. Lo mostra vividamente
il racconto del viaggio di Wenamon:questo
viaggio egiziano,incaricato di procurarsi una
fornitura di legname in Fenicia,si trova a fare i
conti con le resistenze e i rifiuti del sovrano di
Biblo,che afferma esplicitamente di non riconoscere
alcuna autorità al faraone e ai suoi funzionari.
Quanto all'Assiria,il suo interesse per le regioni del
Levante mediterraneo non si concretizza ancora in
una vera e propria pressione politica e militare,
sicché i primi rapporti documentati tra le città
fenicie e i re assiri (Tiglatpileser I intorno al 1100
a. C.;Assurnasirpal II verso l'875 a. C.) sembrano
essere dovuti più alle esigenze commerciali
di questi che non a organici tentativi di sottomissione
della Fenicia. I tributi che i due sovrani asseriscono
di aver ricevuto dai Fenici sono in realtà acquisti
di prodotti tipici della zona (metalli,legname,avori
lavorati). La situazione politica,dunque,favorisce
l'attività commerciale dei Fenici e con essa una
sorta di egemonia culturale nella regione.
La loro lingua diviene l'idioma di comunicazione
internazionale tra l'Anatolia meridionale e la
Palestina;l'alfabeto fenicio viene adottato
dagli Aramei e dagli Ebrei e presto si diffonde
nell'Egeo,dando luogo con qualche variante e
con l'aggiunta dei segni vocalici,che il fenicio
non registra,all'alfabeto greco.
Con i prodotti del commercio si afferma anche
quella che possiamo definire la capacità
tecnologica dei Fenici:il ricorso a maestranze
fenicie da parte di Salomone per l'erezione
del tempio di Gerusalemme,da parte di
Assurnasirpal II per il proprio palazzo di
Nimrud e in genere da parte delle corti
reali della regione per la fornitura di arredi e
suppellettili pregiate mostra una capacità
di affermazione che va certa al di là del
collocamento di taluni prodotti particolarmente
richiesti. Il quadro che emerge è piuttosto
quello di un “magistero di cultura”,
esercitato dai Fenici sulle popolazioni
contermini e senza dubbio sostenuto da un
rilevante prestigio politico.
Questo periodo singolarmente favorevole si
conclude attorno alla metà dell'VIII secolo
a. C.,con l'acuirsi del confronto con l'Assiria
e poi con la perdita dell'autonomia politica.
Già al tempo di Salmanassar III (858-824 a. C.)
le città fenicie sono costrette a unirsi con altri
centri della zona per opporsi alle spedizioni
militari del sovrano assiro,contribuendo
all'alleanza con contingenti poco più che
simbolici;evidentemente,a causa della loro
ridotta estensione territoriale,esse non sono in
grado di mobilitare truppe più numerose.
La pressione assira si fa massiccia,fino al
divenire irresistibile,con la metà del secolo
successivo:al termine di una serie di campagne
vittoriose Tiglatpileser III (745-727 a. C.)
annette tutta la parte settentrionale della Fenicia,
imponi propri governatori nelle maggiori città
e sottomette a tributo,più a sud,i centri di Biblo e
di Tiro.
 

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