Le attività artigiane in Egitto.
Le attività artigiane in Egitto.
La
navigazione sul Nilo e sui mari limitrofi offriva lavoro
agli
addetti alla costruzione delle imbarcazioni,a rematori e
nauti.
Dapprima grosse barche erano costruite con fasci
di
papiro strettamente legati,senza chiglia (come le barche
usate
per la caccia e la pesca sul Delta) e gli scafi avevano
una
caratteristica forma lunata;più tardi,in seguito i
commerci
con il Libano,furono costruite in legno.
In
un primo tempo il fasciame veniva imbragato da
cavi
disposti intorno allo scafo e con cavo ritorto
longitudinale:al
centro dello scafo una tavola più
larga
delle altre irrobustiva alquanto la costruzione.
Le
navi potevano essere lunghe fino a 28-30 m e larghe
quasi
4. Propulse a remi (i rematori erano disposti su
due
file e ognuno azionava un solo remo),avevano in
genere
un albero di legno a capra,che poteva essere
abbattuto,con
una vela alta e stretta e,per la manovra,
disponevano
di remi laterali a poppa.
A
partire dal Nuovo Regno le navi egizie presentano
un
profilo più raffinato marcando l'imbragatura esterna
dello
scafo;inoltre l'albero era a trave unica con vela
larga
e non troppo alta tesa da due pennoni un po'
incurvati
e il timone è costituito da un solo remo
centrale.
Differenti erano i tipi di imbarcazione a
seconda
del loro impiego:le più pesanti erano destinate
al
trasporto di blocchi di pietra e obelischi.
Diffusa
era la lavorazione della pietra per ottenere
vasi
(era conosciuto un trapano a mano),statue,colonne,
sarcofaghi,ecc.;lavorata
era pure la selce per lame
di
utensili agricoli e coltelli. Cospicua era la
fabbricazione
artigiana di oggetti in argilla lavorati
al
tornio (azionato con un piede) e cotti in forni in
muratura:si
trattava per lo più di vasi,ciotole,anfore
e
giade per uso domestico. Strettamente legata alla
produzione
di terracotte era quella,raffigurata a
partire
dal Medio Regno,dei mattoni crudi per
costruzione.
La lavorazione dei metalli,in particolare
rame
e oro,era praticata con utensili primitivi e
semplici
erano le tecniche,molte delle quali ancora
in
uso. Presso gli orefici,per esempio,il cui mestiere
era
tramandato da padre in figlio,l'oro,dopo la
fusione,era
lavorato a fili,a incisione e a sbalzo,
talvolta
a fusione con il metodo della cera perduta.
La
tecnica orafa più raffinata era però il “cloisonné”,
di
cui si posseggono numerosi esemplari. Le pietre
più
ricercate erano corniola,turchese e lapislazzulo.
Nel
concludere questa breve panoramica sull'attività
produttiva
degli antichi Egizi vanno ricordati
ancora
la lavorazione del cuoio,il settore della
trasformazione,in
particolare la produzione di pane
dal
frumento e di birra dall'orzo,e quello della
filatura
e della tessitura. Questa era conosciuta
fin
dal Neolitico e il lino era già allora materia
prima
essenziale,anche se altre fibre erano usate.
La
più antica rappresentazione di un telaio proviene
dalla
pittura di un piatto di terracotta risalente
alla
metà del V millennio a. C . Si tratta di un
telaio
di tipo orizzontale,a terra,che troviamo
rappresentato
nelle tombe del Medio Regno
(mute
in proposito sono quelle dell'Antico Regno),
usato
dalle donne. Nel Nuovo Regno compare
il
telaio verticale,azionato sopratutto dagli
uomini.
La comparsa del telaio verticale coincide
con
quella dei bellissimi tessuti con lavorazione
ad
arazzo. Prima di allora non conosciamo alcun
tessuto
a disegni colorati se si esclude un esemplare
della
V dinastia a righe di due colori.
Il
colore viene inserito nei tessuti ad imitazione
degli
Asiatici che ne facevano largo uso,ma
l'Egizio
continua a preferire il semplice tessuto
di
lino bianco,realizzato con diverse tecniche di
tessitura.
La gamma di questo tessuto andava dalla
grossa
tela rustica al finissimo “lino reale”,quello
che
i Greci chiamavano “byssus”,prodotto che era
largamente
esportato.
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