La Conservazione del Suolo.
La Conservazione del Suolo.
Con
il termine conservazione del suolo si intendono
tutte
quelle operazioni legate alla difesa del territorio,
sopratutto
in funzione dell'erosione.
Sono
in particolare interessati al fenomeno i versanti
montuosi,dove
il ruscellamento trascina a valle
quantità
elevate di suolo. Il primo fattore che
interviene
è il disboscamento che denuda la
superficie
topografica,facile preda dell'erosione.
Il
progressivo e lento depauperamento forestale
è
il frutto dapprima di generazioni di pastori
interessati
soltanto a nuovi pascoli,quindi degli
agricoltori
che strappano alla natura nuove terre
coltivabili,infine
dell'abbandono delle stesse per
una
successiva urbanizzazione.
L'aumento
della popolazione ha determinato un
incremento
del fenomeno. Si è già visto come in
Italia
la popolazione sia in pratica raddoppiata
nel
corso di un secolo,spesso sfruttando il bosco
come
fonte di rifornimento di carbone sopratutto
durante
le due guerre mondiali. Accanto al
disboscamento,però,l'erosione
viene provocata
da
un'agricoltura irrazionale e un pascolo eccessivo,
dal
turismo incondizionato,da insediamenti montani,
sport
fuori strada,costruzioni varie e,non ultimo,dagli
incendi
. Ciò non è avvenuto soltanto
in Italia.
Qualche
secolo prima di Cristo l'Attica,ora spoglia
e
arida,era coperta di foreste,mentre l'Egitto era già
praticamente
disboscato all'epoca della prima
dinastia.
L'Europa era coperta di estese foreste.
Attualmente
sta facendo in parte la stessa fine la
foresta
dell'Amazzonia;nel solo 1986 è stata
devastata
dagli incendi un'area di almeno
25.000
km2
e molti aeroporti del luogo hanno
dovuto,addirittura,essere
chiusi al traffico per
mancanza
di visibilità dovuta al fumo.
Va
tenuto presente che la foresta amazzonica
rappresenta
circa 1/3 delle foreste tropicali sulla
terra.
Le fotografie aeree mostrano che la
devastazione
si è raddoppiata negli ultimi cinque
anni.
Purtroppo l'Italia ha una morfologia accidentale
per
cui il problema della conservazione del suolo
assume
un carattere di gravità ed urgenza notevoli.
Se
guardiamo alle Alpi,notiamo che esse sono
una
realtà geografica che molti non valutano a
sufficienza
od addirittura fanno finta di ignorare.
Il
loro assetto orografico è particolare e per esso
intendiamo
la forma dei bacini,della rete idrografica,
dei
versanti e del fondovalle,la natura delle rocce ed
il
mantello vegetale che le ricopre.
E'
sufficiente soffermarsi su un solo elemento per
caratterizzare
questo assetto:i dislivelli notevoli ed
eccezionali
che si hanno in breve spazio tra le cime
ed
il fondovalle. Abbiamo qui una energia del rilievo
(espresso
il rapporto tra le quote dei monti e della
valle
adiacente) che è tra i più elevati del mondo.
Come
conseguenza immediata,possiamo ritenere
innanzitutto
che dovunque nella regione alpina,
seppure
in grado diverso,è presente il pericolo
dell'azione
della gravità,che si esplica con pendii
instabili.
Inoltre abbiamo la coesistenza,in spazi
ridotti,di
ambienti molto diversi,come quello di alta
montagna,a
fenomenologia propria del clima glaciale,
che
sovrasta i fondi valle ricchi di abitati e percorsi
da
vie di comunicazione. Il collegamento tra i due
ambienti
avviene attraverso ripidi pendii che danno
luogo
a deflussi molto alti durante le precipitazioni.
A
questo panorama morfologico va aggiunta la
situazione
climatica che sembra abbia iniziato
a
deteriorarsi,dopo circa un secolo di clima più
mite
che ha visto un intenso popolamento
dell'ambiente
alpino. Questo deterioramento può
portare,secondo
alcuni studiosi,ad un accentuarsi
delle
calamità che può trovarci impreparati.
In
un contesto del genere si possono quindi
capire
molte catastrofi che rappresentano fenomeni
morfo
dinamici di entità anomala,ma tuttavia
legati
a fattori talora ben valutabili.
Ad
un'azione diretta volta a prevenire la calamità
con
interventi vari,deve quindi affiancarsi anche
una
azione indiretta che selezioni le aree ed
i
tempi pericolosi dove gli eventi catastrofici
sono
prima o poi ineluttabili e dove ogni opera
va
limitata e controllata in modo particolare.
E'
in questo contesto che una Geologia ambientale
va
ad inserirsi in quanto esamina il problema
nella
sua interezza,e non in forma unitaria e
spesso
capillare. Per l'Appenino il discorso non
cambia,se
mai si accentua. La catena appenninica,
cui
si deve la caratteristica forma a stivale della
Penisola,è
responsabile di molti fattori che
possono
condizionare,in senso positivo o negativo,
le
nostre attività. Quale barriera che si eleva nel
Mediterraneo
normalmente alla direzione dei venti,
ad
esempio,essa determina condizioni climatiche
diverse
sui due versanti.
Lungo
la costa tirrenica,infatti,battuta
dai
venti di provenienza atlantica,le precipitazioni
sono
più abbondanti ed il clima più mite rispetto
alla
sponda adriatica,percorsa dai venti freddi
orientali.
L'influenza maggiore che esercita
l'Appenino
è legata alle caratteristiche delle
masse
rocciose che lo costituiscono ed alle
condizioni
di equilibrio raggiunte da queste
masse.
Vaste aree della catena portano in
affioramento
rocce argillose che facilmente
sono
soggette all'erosione e danno luogo a
pendii
instabili,con frane di ogni tipo e
sopratutto
in seguito ad abbondanti
precipitazioni.
L'acqua,impregnando la roccia,
non
soltanto l'appesantisce,ma ne diminuisce
l'attrito
interno e quello con il substrato,per
cui
prende il sopravvento la gravità.
Le
stesse rocce,così naturalmente disposte
al
dissesto,possono anche essere facile preda
dell'erosione;le
acque per tanto le incidono
e
le denudano caricandosi di abbondante materiale
solido
che depositano poi a valle. Secondo
alcuni
calcoli,ovviamente orientativi,nei
rilievi
dell'Appenino possono essere erosi
15.000
m3
di suolo all'anno per ogni km2
.
In
India 6.000.000 di suolo fertile vengono ogni
anno
perduti dall'agricoltura per causa dell'erosione,
mentre
in Turchia i fiumi asiatici annualmente
portano
al mare 400.000.000 di t di suolo fertile.
In
Germania 15 anni di erosione hanno distrutto
545
km2 di
territorio. In Italia purtroppo
l'erosione
non basta;intervengono anche i
terremoti
scuotendo questa catena con frequenza
ed
intensità eccezionali. Essi sono la conseguenza
di
forze tuttora attive che tendono a portare le
masse
rocciose in condizioni di equilibrio stabile.
Ciò
del resto avviene con un sollevamento continuo
dell'Appenino
i cui corsi d'acqua tendono a mantenersi
giovani
e
quindi a non raggiungere il loro profilo
d'equilibrio. Questo
sollevamento investe la regione
alpina,seppure con modalità ed
intensità diverse.
E' stato calcolato che se il
Monte Bianco,che attualmente
raggiunge la quota di 4800 m,non
avesse compensato
il fenomeno erosivo con un suo
lento,ma costante
sollevamento,attualmente sarebbe
completamente
pene planato.
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