I Castelli del Chianti
I Castelli e le colline del Chianti
Raggiungendo il Chianti da Siena per la
via Chiantigiana e percorrendo questa bella strada
panoramica che domina la valle,in pochi
minuti si raggiunge il centro di questo territorio
dove evidenti sono le testimonianze di
storia,arte e natura con cui esso è costituito.
Ma i singolari e variopinti castelli ai
lati della rete stradale con la scritta “Siete nel mondo del
Gallo Nero”,rammentano inoltre al
turista che egli si trova anche nella terra del Chianti Classico.
Racchiuso tra le province di Siena e
Firenze il Chianti è un territorio armonioso,dall'aspetto
feudale,di circa 70 mila ettari. Il
paesaggio si offre ai suoi visitatori ancora intatto,un paradiso
di altri tempi che non conosce né
inquinamento,né cemento. La metà del territorio è a bosco
e l'altra metà è coltivata a
vite,olivo e altre colture e l'altitudine varia dai 200 ai 600 metri
sul
livello del mare. Su queste colline è
un susseguirsi di case coloniche,borghi,castelli,torri,
badie e pievi e un rincorrersi di
odori,di profumi,di sapori. La successione delle stagioni hanno
ognuna un fascino particolare,anche se
l'autunno assume aspetti magici,con i suoi toni caldi,
improvvisamente accentuati da chiazze
di rosso e giallo. La parola Chianti può derivare da
“Clango”(suoni di corno),oppure
dall'Etrusco “Clante-i”. E' certo,dato i numerosi reperti fossili
di vitigni a San Vivaldo e coppe
etrusche,che fu abitato dagli Etruschi i quali,forse per primi,
vi impiantarono la vite. Sicuramente in
epoca Etrusca e Romana si vinificava;i primi documenti
comunque risalgono al 913 (chiesa di
Santa Cristina a Lucignano) e al 1037 (Badia Coltibuono).
La parola Chianti,riferita alla zona
geografica,compare per la prima volta su una pergamena
del 1100 dall'archivio di Badia
Coltibuono. La parola venne estesa al vino del 1384 quando la
lega del Chianti,fondata nel 1250 con
fini amministrativi e militari dei Comuni di Radda,Gaiole
e Castellina (successivamente vi
entrerà anche Greve),si dette uno statuto. Tale lega fu interrotta
dal Granduca di Toscana nel 1700,per
rinascere nel 1924 quando molte aziende si riunirono
in Consorzio per la difesa del vino,che
chiamarono Chianti Classico,con lo stemma del Gallo
Nero. Oggi esistono circa 250 aziende
dedite alla produzione e commercializzazione del Chianti
e molte hanno intrapreso,in questi
ultimi anni,forme di ospitalità favorendo lo sviluppo turistico.
Questa terra,cuore della Toscana e sua
immagine nel mondo,per i Romani rivestiva una grossa
importanza quale zona di comunicazione
tra Roma e l'Impero,grazie alla via Cassia ed alla via
Francigena. Nel Medioevo fu a lungo
contesa tra Siena ghibellina e Firenze guelfa:i suoi borghi e
castelli si schieravano ora con l'una
ora con l'altra parte a seconda della forza militare e delle
posizioni strategiche del momento.
Alcune famiglie nobili si trovarono schierate con i Fiorentini
(Ricasoli,Guidi,Firidolfi),altre con i
Senesi (Berardenghi). Di cinque secoli di guerre basta citare
la battaglia di Montaperti (1260),che
fece dire a Dante “lo strazio e il grande scempio che fece
l'Arbia colorata in rosso”. Nel 1555
Firenze impose la sua egemonia su gran parte della Toscana,
e la fine delle contese segnò anche un
cambiamento dell'architettura:le costruzioni vennero
sviluppate orizzontalmente,lasciando
l'edificio a torre che serviva da protezione,mentre
l'aristocrazia iniziò a costruire
fuori le mura ville grandiose. Comparvero inoltre le prime case
coloniche. Dopo un periodo di decadenza
dovuto allo spopolamento di queste terre,negli ultimi
30 anni si è assistito all'arrivo di
nuove genti venute prima dall'Inghilterra e poi dalla Svizzera,
dall'Olanda,dalla Francia ed un ultimo
dalla Germania,che insieme alle antiche famiglie rimaste
hanno avviato un processo di rinascita
ancora oggi in fase di crescita. Questo sviluppo è dovuto
sopratutto alla produzione del vino,che
già nel 1716 il Granduca di Toscana,Pietro Leopoldo,
proclamava “Vino di denominazione e
origine protetta”,ed oggi famoso nel mondo.
Nella metà del 1700 l'introduzione del
nuovo recipiente,il “fiasco”,ne accrebbe la sua fama fin
quasi a divenirne il simbolo stesso. Ma
per avere una formula ufficiale bisognava attendere il
1870,quando Bettino Ricasoli
(1808-1890),fondatore della moderna enologia chiantigiana,
così codificava la miscela per il suo
vino:7/10 di Sangiovese,che dà corpo e colore;2/10
di Carnaiolo,che conferisce profumo e
morbidezza;1/10 di Trebbiano e Malvasia,che dà
acidità lieve e finezza. A quel tempo
le uve,colte e messe nel tino,venivano pigiate per tre
quattro giorni,finché le vinacce non
fossero ben calate. Dopo un periodo di riposo di 20 giorni,
il vino veniva tolto dai tini e messo
nelle botti dove gli si dava il “governo” o rifermentazione,
aggiungendo piccole quantità di uva
scelta. Merita ricordare anche il “Vinsanto” ottenuto con
uve bianche (Trebbiano e Malvasia)
passite su graticci,vinificate dopo tre/quattro mesi spremendole
sul setaccio dopo averle sgranellate
per separarle dalle impurità,ed invecchiate per 4 anni nei
“caratelli”(piccole botti) situati
in cantine ariose.
Oltre che per la produzione vinicola
questa terra si distingue per l'olio extra vergine di oliva,che il
“New York Times”ha giudicato uno
fra i 10 migliori del mondo. Ma per conoscere meglio questo
piccolo territorio della provincia di
Siena,inizieremo dalla zona meridionale per poi seguire un
itinerario pratico elencando le
località ed i monumenti più importanti dei quali daremo una
succinta
descrizione storica ed artistica.
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