I Maya - Le divinità sotterranee.
Mauro Goretti |
I Maya – Le divinità sotterranee.
Nove Signori della notte,
chiamati Nove Dei [Bolontku] presiedevano ai
diversi mondi sotterranei sovrapposti; sono stati riconosciuti i loro
glifi che, non si è in grado di leggere. È questo il dominio
della morte e dell'aldilà: noi sappiamo quanto il popolo messicano
ne sia ossessionato. I simboli di morte come i crani scarnificati e
le ossa incrociate, ritornano sovente nell'iconografia Maya.
Sotto forma di uno scheletro adornato
di sonagli, Ah Puch è il dio della morte. Alcuni animali di
cattivo augurio lo accompagnano : la civetta, il cane { guida dei
trapassati, che veniva seppellito insieme al defunto } Il demone
delle nuvole, l'uccello moan, che è una specie di sparviero. Ed è
possibile e probabile che Ek Chuah, dio della guerra e dei sacrifici,
abbondantemente raffigurato sui codici, non sia una forma secondaria
della Morte. Lo si deduce dalla sua figura nera, della sue labbra
spesse e cadenti, e qualche volta dalla sua coda a scorpione. Non
diversamente dalle altre, anche la sua personalità è idealizzata e
ambivalente : ora lo si vede portare sul dorso un involto, e infatti
è un dio tenuto in considerazione dai viaggiatori e dai venditori
ambulanti, i quali frequentemente vengono considerati come spioni, e
in questo caso egli è il protettore del cacao , ora appare brandendo
una lancia, come il dio della battaglia e del sangue.
Nel numero degli dei della Morte e dei
mondi infernali, bisogna includere anche Ixtab, la dea del
suicidio, raffigurata sul codice mentre è sospesa nel cielo per
mezzo di una corda annodata al collo. Suicidi, sacrificati, soldati
uccisi in combattimento, donne morte di parto........tutti quanti
avevano diritto di andare nel paradiso dei Maya, un luogo
idilliaco, un eden dove sono piantati i ceiba, gli alberi sacri
[alberi del capo], i Maya ci informano nelle loro leggende che un
ceiba gigantesco attraversa tutto l'universo, dai mondi sotterranei
ai mondi celesti. I malvagi alla loro morte si recavano nel Mitnai,
il mondo inferiore dove faceva un freddo insopportabile. Nel pensiero
Maya la morte, le malattie ecc... non erano affatto di carattere
accidentale o naturale, ma erano il giusto castigo delle colpe
passate ed erano mandate dagli dei arrabbiati.
Le divinità del tempo e dei numeri
ricoprivano un ruolo non indifferente, perché i Maya furono
stranamente ossessionati dallo scorrere del tempo, dal suo ritmo
ciclico, dal suo carattere ripetitivo e capriccioso. Appassionati
dalla conoscenza dell'eternità, i loro sacerdoti e astronomi fecero
calcoli che arrivavano a migliaia di anni, anzi a milioni di anni.
Notiamo infine il culto del Serpente
Piumato, dio guerriero, personaggio sanguinario, ma blasonato, la
dove strano era il culto della razionalità che andava a fondersi con
la follia.
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