Dischi e partizioni Linux.

Mauro Goretti e Aramini Parri Lucia

Dischi e partizioni Linux.
Consiglio vivamente di utilizzare lo schema di partizionamento automatico scelto dal Sistema Operativo Linux che andremo a installare, ma per chi ne vuol saper di più, ecco alcune informazioni utili che spiegano in che modo Linux assegna i nomi alle unità e alle partizioni contenute nei dischi, che cos'è LVM e quali sono le scelte di partizionamento comuni adottate dai sistemi Linux.
Come in Windows, anche nei sistemi Linux esistono due tipi di unità disco: IDE e SCSI. Come vedremo in Linux i dischi rigidi hanno sempre nomi che li identificano. Questi nomi appaiono come File speciali nella directory /dev o in una sottodirectory di /dev. Le unità IDE appaiono in /dev/hda [acronimo di Hard Drive A], /dev/hdb, /dev/hdc e così via. I due connettori sulla prima interfaccia IDE sono sempre /dev/hda e /dev/hdb, anche se uno dei connettori non è utilizzato. /dev/hdc e /dev/hdd sono associati ai due connettori della seconda interfaccia IDE e così via. I dischi rigidi SCSI appaiono in /dev/sda [acronimo di Scsi Device A], /dev/sdb,/dev/sdc e così via.
Per quanto riguarda le partizioni all'interno di una singola unità disco, le partizioni contenute in /dev/sda hanno i nomi di dispositivi /dev/sda1, /dev/sda2 e così via. Comunque Fedora Linux complica ulteriormente le cose a causa dell'implementazione di LVM [ Logical Volume Manager ], che gestisce lo spazio a un livello più alto. In passato si poteva creare /dev/sda1 per una semplice operazione di avvio bootstrap; si poteva anche utilizzare /dev/sda2 com filesystem principale, in pratica tutto quello che si trovava al di sotto di esso non faceva esplicitamente parte di file system separato. Inoltre, /dev/sda3 poteva essere il file system /ome nel quale Gyoe Smith poteva conservare i suoi file MP3 personali fino a riempire completamente il file system principale e /dev/sda4 poteva essere assegnato alla memoria virtuale [ che in Unix viene definita anche spazio di Swap]. Le partizioni non potevano essere facilmente ridimensionate e l'approccio precedente definiva per sempre la dimensione di ognuno di questi file system. Le soluzioni tradizionali per questo problema di solito richiedevano lo spostamento in un altra partizione di metà degli account utenti di /home. LVM migliora a questa situazione permettendo al sistema operativo di vedere partizioni virtuali che in realtà possono essere ingrandite in un secondo momento, se l'amministratore del sistema decide di farlo. Questi volumi logici possono anche espandersi su più unità fisiche. In Linux, i volumi logici sono chiamati:
/dev/volGroup00/LogVol00, /dev/volGroup00/LogVol01 e così via. Su un sistema Fedora Linux con un singolo disco partizionato automaticamente, vengono create due partizioni: /dev/sda1 è la partizione di bootstrap collocata all'inizio dell'unità disco ed è utilizzata per il bootstrap; /dev/sda2 viene assegnata a LVM. LVM la suddivide in /dev/volGroup00/LogVol00, che è il file system principale, e in /dev/volGroup00/LogVol01 che è utilizzato per la memoria virtuale. Poiché nessun file system separato è creaato esp'licitamente per /home, in base a questo schema le directory home rimangono nel file system principale.

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