Donato Bramante.





Il maestro della pianta centrale.
Pochi altri architetti ebbero un'idea del "rinascimento dell'antico"
così radicale come Donato Bramante (1444-1514), maestro nelle
costruzioni a pianta centrale, nelle quali tutta la struttura si concentra
attorno a un asse verticale. Nelle sue opere la pianta centrale assume
in particolare la forma di pianta circolare: se a Roma il Pantheon è il
prototipo dell'antico, il "Tempietto" di Donato Bramante è l'epitome
del rinascimento. L'ideale architettonico della pianta centrale perdurò
anche dopo il rinascimento, durante il periodo barocco.
Bramante giunse a Roma nel 1499, già architetto affermato per
l'attività svolta a Milano e a Pavia. Nel 1503 entrò a servizio del
nuovo papa, Giulio II, che riportò Roma al ruolo di capitale artistica,
come fu nell'antichità classica. Egli avviò con grande energia il
rifacimento della basilica di San Pietro, affidandolo proprio a Bramante.
L'edificio però non venne costruito secondo il progetto originale, che
prevedeva una costruzione monumentale a pianta centrale inscritta in un
gigantesco quadrato. Per l'esigenza di accogliere un maggior numero di
fedeli alle cerimonie liturgiche, dopo la morte di Bramante si costruì un
ampliamento della navata principale che riportò la basilica all'impianto
precedente, a croce latina. A Roma resta però intatto, secondo la
concezione originale, l'altro lavoro di questo grande architetto rinascimentale:
il "Tempietto antico" di San Pietro in Montorio, a pianta circolare.
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