I Medici.





I Medici, il potere e l'arte.
La Famiglia Medici resse le sorti di Firenze per generazioni. L'ascesa iniziò
con Giovanni (1360-1429), che si arricchì principalmente grazie a transazioni
finanziarie con il papa. Al figlio Cosimo "il Vecchio" (1389-1464) riuscì di
governare la città pur senza avere alcun titolo ufficiale. Brillante diplomatico,
alla sua morte Firenze gli riconobbe l'appellativo di "padre della patria".
Come mecenate destinò all'arte e alla cultura ben 600 000 fiorini. Gli successe
per cinque anni il figlio Piero, quindi l'appena ventenne nipote Lorenzo
(1449-1492), poi detto "il Magnifico". Anch'egli protesse artisti, fra i quali il
giovane Michelangelo, letterati e filosofi (Poliziano, Marsilio Ficino, Pico della
Mirandola). Fu statista di grande successo e si distinse anche come poeta. Dopo
il fallimento di una rivolta dei suoi oppositori (conosciuta come la "congiura dei
Pazzi") sostenuta da papa Sisto iv nel 1478, egli poté assumere di fatto il potere
assoluto, grazie anche a un'abile azione diplomatica. Nel 1498 avvenne lo
sfortunato tentativo del Savonarola di stabilire a Firenze uno stato teocratico.
I Medici tornarono nel 1512, e nel 1531 Firenze si costituì un ducato ereditario.
Nel 1569 Cosimo I, che aveva espugnato Siena nel 1555, divenne granduca di
Toscana. Nel 1560 incaricò Giorgio Vasari di costruire gli Uffizi, destinati
inizialmente a ospitare gli uffici amministrativi, ma convertiti poi in museo,
con capolavori di fama mondiale. Venne in seguito la decadenza finché, con
l'estinzione della casata nel 1737, il granducato di Toscana passò agli Asburgo.
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