Bagna Cauda.
Mauro Goretti |
Bagna Cauda.
Può
sembrare strano che un piatto antico e tradizionale del Piemonte la
“bagna caòda”, abbia come ingrediente principale l’acciuga
salata. Molte
località piemontesi si contendono la paternità di questo emblema
della gastronomia regionale, ma in realtà nasce in epoca remota
sulle coste della Provenza, con il nome di "Anchoiade".
Si
sa che già nel medioevo, sale e acciughe venivano trasportate dalle
saline di Provenza e dalla foce del Rodano, da mercanti piemontesi,
attraverso le “vie del sale”, fino a Torino e nelle altre
province del Piemonte. Furono questi mercanti a diffondere la
ricetta, soprattutto nel Piemonte meridionale e nord-occidentale
Si
narra che il commercio delle acciughe servisse come copertura per
l’importazione del sale (molto prezioso all’epoca), per il quale
si dovevano pagare dazi elevati. I mastelli pieni di sale venivano
coperti con alcuni strati di acciughe che, ai controlli, passavano
senza pagamenti esosi.
La
“bagna caòda” compare già nel medioevo tra le campagne
piemontesi ma viene per lungo tempo snobbata dalle classi abbienti,
in particolare per il suo forte sapore di aglio.
Le
prime informazioni scritte sulla “bagna caòda” si hanno, sui
testi gastronomici piemontesi, nel 1875.
E’
un piatto da gustare in compagnia, nelle serate d’autunno e
inverno, accompagnata da tutte le verdure di stagione. Varianti
recenti la associano a peperoni arrostiti, carpaccio di vitello o
sufflè di cardi.
.
Ingredienti
per 4 persone
-
12 acciughe salate
-
12 spicchi d’aglio
-
1/2 litro d’olio extravergine d’oliva
-
200 grammi di burro
-
vasto assortimento di verdure tipiche del Piemonte (sia crude che
lesse)
-
uova e fette di polenta
La
preparazione
La
preparazione di questo intingolo a base di aglio, olio e acciughe ha
regole precise.
2
o 3 acciughe sotto sale a testa, stagionate almeno un anno, appena
tolte dalla salatura, pulite, lavate in acqua e vino, ben asciugate e
2-3
spicchi d’aglio a persona, soltanto liberati dal germoglio,
tagliati a fettine sottili, lasciati qualche ora in acqua fredda.
Olio
extravergine di oliva e ne occorre non meno di mezzo bicchiere per
persona;
Le
verdure devono essere scelte tra quelle di stagione: cardi gobbi di
Nizza o cardi spadoni di Chieri, peperoni crudi, peperoni arrostiti e
spellati, peperoni conservati sotto aceto, topinambour, cavoli
verdi,
bianchi e rossi, cuori bianchi di scarola e di indivia, porri
freschi, cipollotti, rape
bianche,
barbabietole rosse al forno, cavolfiori lessi, cuori di cavoli lessi,
cipolle al forno,
polenta
calda, arrostita o fritta, cestini di uova fresche da strapazzare
nell'ultimo cucchiaio di
bagna
caòda che rimane nel tegamino di coccio.
La
cottura – deve essere breve e tenuta sempre a calore basso: in un
tegame grande si mette l’aglio affettato e asciugato, un mestolino
di olio e un bel pezzo di burro.
Cuocere
a fuoco lento per almeno mezz'ora, rimescolando l'aglio con un
cucchiaio
di legno, evitando che scurisca; le fettine d'aglio si devono
ammorbidire
sciogliendosi
per formare una crema omogenea bianca e soffice. A questo punto
bisogna
aggiungere
l'olio rimasto e le acciughe, e far cuocere l'intingolo a fuoco basso
finchè le acciughe non si siano sciolte, creando con l’aglio una
crema marrone chiaro.
La
bagna caòda a questo punto è pronta e deve essere consumata molto
calda, appena
preparata.
Per
gustarla al meglio deve essere portata in tavola appoggiata su di un
fornellino da bourguignonne (in centrotavola) oppure utilizzando gli
appositi fornellini, riscaldati da candele. Le verdure si intingono,
cercando di raccogliere la bagna caòda a mo’ di cucchiaio.
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