Thomas Edison. Fisica.





Thomas Edison. Fisica.

La sua vita.

Thomas Alva Edison nacque l'11 febbraio 1847 a Milan, nell'Ohio (Stati Uniti del Nord).
Era figlio di un brav'uomo che si ingegnava a fare tutti i mestieri senza avere successo
in alcuno. La mamma era maestra. Il piccolo Al era un bambino esile, di salute molto
cagionevole. Di carattere era mite, docile, riflessivo. Fin da piccolo dimostrò una
curiosità insaziabile, un desiderio di conoscere, di apprendere, che lo rendevano il più
formidabile seccatore della zona. Seccatore di uomini a cui rivolgeva infinite serie di
<< perché?>>, seccatore di animali, per il suo desiderio instancabile di studiarli e
conoscerli. Basti dire che un giorno fu sorpreso dalla madre mentre stava covando in
un nido delle uova di oca... Nel 1854 tutta la famiglia si stabilì a Port Huron, nel Michigan,
a nord-est di Detroit. Laà il piccolo Al fu mandato a scuola; ma il signor Crawford, che
teneva dotte, barbosissime disquisizioni in classe, non era il maestro adatto per Alva: e
Alva, con la sua curiosità insaziabile, non era lo scolaro adatto per lui.
La madre, quindi decise di tenersi in casa il figliolo e istruirlo ella stessa. Al ebbe così
la prima istruzione dalla madre; ma nel frattempo aveva un gran da fare: le cose, il mondo
erano tutti da scoprire, da studiare, da analizzare. Fu così che a undici anni, dopo aver quasi
spacciato un amico facendogli bere un intruglio chimico a scopo sperimentale, Al impiantò
in cantina il suo primo laboratorio. L'anno dopo costruì un rudimentale telegrafo: e poco
mesi dopo, Tom (ormai voleva essere chiamato così) trovò il suo primo lavoro: vendere
giornali e dolciumi sul treno che percorreva la nuova linea Port-Huron-Detroit.
Per più di un anno Tom lavorò in questo modo; aveva poi ottenuto dal capotreno il permesso
di installare sul vagone postale il suo laboratorio chimico, e approfittava del tempo libero
durante il viaggio per compiere esperimenti. Fu in quel periodo che gli capitò l'incidente
che doveva causargli la sordità; era sceso a una stazione per vendere i giornali e non si
accorse che il treno si era rimesso in moto. Lo inseguì e un ferroviere si sporse per tirarlo su.
Tom aveva le mani ingombre di giornali e l'uomo non potè far altro che afferrarlo per le
orecchie. Tom sulle prime, avvertì solo un po' di dolore, ma dopo notò che il suo udito si
andava indebolendo. Era l'inizio della sordità.

Esperimenti e miseria.

Nel 1868 troviamo Tom a Boston, dove prese il primo brevetto, per una macchina calcolatrice.
L'anno dopo si trasferì a New York, dove sperava finalmente di farsi strada. Era sempre in
miseria nera, soffrì persino la fame: dormiva in una cantina. Alla fine, qualche mese dopo,
fu assunto presso un'agenzia telegrafica di borsa. Lavorò per mesi, venti ore su ventiquattro,
risparmiando fino all'ultimo centesimo. Finché, con una certa sommetta, costituì, assieme
ad un amico, una piccola società di ingegneria elettrica, la prima negli Stati Uniti.
Era il 1 ottobre 1869.

Arriva la fortuna.

L'anno dopo, Edison costruì un perfetto apparecchio elettrico per la trasmissione delle notizie
di borsa ed andò ad offrirlo al presidente di una potente Compagnia: sperava di ricavarne
tremila dollari. Il presidente trovò ottimo l'apparecchio e chiese a Edison quanto pretendeva
per cederglielo. << Quanto mi darebbe, lei? >> mormorò Edison.
<< Io le offrirei 40 000 dollari >>.
Edison si sentì mancare: era la ricchezza, finalmente, la fortuna! Con la somma equivalente
a quasi 25 milioni di oggi, potè finalmente aprire un grande laboratorio, prima a Newark
sobborgo di New York, poi a Menlo Park, a 35 chilometri dalla metropoli.
Era l'anno 1876. Edison aveva finalmente imboccato la sua strada, il cammino che
doveva portarlo alla gloria.

Il mago di Menlo Park.

Dalla palazzina in mattoni rossi uscirono invenzioni a getto continuo. Apparecchi
telegrafici, nuovi tipi di accumulatori, dinamo e motori elettrici, macchine per la
metallurgica; Edison perfezionò il telefono e ideò il megafono. Nel 1877 apparve
la grande invenzione che interessò tutto il mondo: il fonografo, che egli ideò e costruì
partendo da zero. Nello stesso anno, cominciò a lavorare alla sua opera principale:
la lampadina elettrica. Furono due anni di lavoro pazzesco: con i vestiti da operaio,
le mani sudicie, i capelli sugli occhi, Edison correva di qua e di là e non << sentiva >>
niente e nessuno. Quando, la sera, gli operai se ne andavano, egli con alcuni collaboratori
continuava a lavorare. All'alba gli aiutanti se ne andavano, disfatti. Lui spostava le batterie
che ingombravano un tavolo, appoggiava il capo su due libri e dormiva saporitamente per
due o tre ore, finché, alle otto, non giungevano gli operai. Allora si rimetteva al lavoro.
Il problema che fece impazzire Edison era quello di trovare un filamento che divenisse
incandescente nel globo, senza bruciare. Provò un'infinità di sostanze, compresi i peli
della barba di un suo collaboratore; provò il platino, il cotone, la carta, fibre vegetali.
Sperimentò seimila tipi di queste fibre; finché, nell'ottobre del 1879, una lampadina, nella
quale aveva montato un filamento di cotone carbonizzato, rimase accesa per quaranta ore.
Era la vittoria. Più tardi egli usò per le sue lampadine filamenti carbonizzati di bambù,
che si dimostrarono migliori. Nel 1882, un quartiere nel centro di New York fu illuminato
con le lampadine Edison. Lo stesso anno Edison inviò un ingegnere a Milano per l'impianto
della prima centrale elettrica d'Europa. Per altri quarantanove anni Edison lavorò con
passione. Ideò ancora il cinema sonoro sincronizzato al grammofono, il dittafono, la batteria,
il ciclostile, la carta paraffinata; studiò la telegrafia senza fili, il modo di produrre la gomma
sintetica, un nuovo termometro per misurare la temperatura stellare, nuovi metodi per la
produzione del cemento, per l'estrazione dei minerali di ferro; fece innumerevoli ricerche
sui raggi X di Roentgen e riuscì a scoprire 8 000 cristalli differenti.
In totale, egli prese 1 600 brevetti. Si sposò due volte ed ebbe cinque figli.

Edison morì il 18 ottobre 1931, a 84 anni: fu un giorno di lutto per l'America e per il mondo.

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