Le Rosacee. Botanica.
Mauro Goretti - Programmatore - |
Le Rosacee. Botanica.
Le
prime piante appartenenti alla famiglia delle Rosacee comparvero
sulla Terra all'inizio dell'Era
Terziaria,vale
a dire circa 50 milioni di anni fa. Il fiore più noto di questo
importantissimo gruppo
vegetale
è la rosa: creata,secondo la mitologia,dalla dea Cibele,essa venne
chiamata “regina
dei
fiori” dalla poetessa greco Saffo.
Ben 3000 specie.
La
famiglia delle Rosacee,che secondo alcuni studiosi annovera 3000
specie diverse,comprende
alberi
(pero,melo,ciliegio ecc),arbusti (biancospino,rovo,rosa ecc) e piante
erbacee (fragola,
potentilla
ecc) dall'aspetto e dalle dimensioni assai variabili. Alcune Rosacee
sono rampicanti,
come
molte specie di rose; numerose sono poi le specie munite di spine
robuste e talvolta
uncinate.
In generale,sono piante con radici molto sviluppate e ramificate,con
foglie semplici
(pesco)
o composte (rosa,fragola) dal margine variamente dentato. I fiori
delle Rosacee sono
quasi
sempre regolari,con il calice composto da 5 sepali e la corolla
formata da 5 petali
separati
l'uno dall'altro; possono presentarsi isolati oppure riuniti in
infiorescenze e,salvo rare
eccezioni,sono
ermafroditi cioè nel medesimo fiore esistono gli apparati
riproduttivi sia maschili
(stami)
sia femminili (pistilli). Nei frutti sono custoditi semi
piccoli,poveri di sostanze nutritive e,
per
far sì che essi giungano a maturazione,i frutti acerbi appaiono
acidi o di sapore sgradevole e
di
colore non appariscente affinché ne l'uomo ne gli animali possono
distruggerli prima che la
riproduzione
(semi maturi) sia assicurata. Vediamo ora di conoscere da vicino i
rappresentanti
più
noti e significativi di questa famiglia.
Rosa.
Questo
genere comprende alberi e arbusti dal portamento eretto,rampicante o
ricadente,quasi
sempre
muniti di spine. Sono piante forti e resistenti la cui fioritura,più
o meno prolungata,può
avvenire
una sola volta,in primavera-estate,oppure ripetersi in autunno (rose
rifiorenti). La corolla
può
essere semplice (costituita da 5 petali) o doppia (con più petali).
Le rose che ammiriamo
nelle
vetrine dei negozi o sui balconi o nei giardini sono tutte il
risultato di attenti e accurati
esperimenti
di ibridazione da parte di studiosi e di floricoltori. Le rose
spontanee,comuni nelle
siepi
e,in genere,nei luoghi selvatici,sono a fiore semplice; tra esse
ricordiamo le seguenti specie:
Rosa
canina,Rosa sempervirens (sempre verde),Rosa pendulina,Rosa
moschata,Rosa gallica di
Francia.
Dalle specie spontanee,mediante incroci e selezioni,i botanici hanno
ricavato più di
3000
varietà tutte particolarmente belle sia per la forma sia per il
colore,spesso con tonalità
degradanti
nello stesso fiore.
Fragola (Fragaria vesca).
La
fragola è una pianticella erbacea con fusto lungo e
strisciante,foglie composte da tre foglioline
ovali
e piccoli fiori bianchi con 5 petali. Dal fusto partono inoltre
particolari prolungamenti,detti
stoloni
che sono in grado di radicare e di dare vita così a nuove
pianticelle. La fragola vive allo
stato
selvatico lungo le strade e nei boschi; viene coltivata per la bontà
e il profumo dei suoi
“frutti”,che
in realtà sono falsi frutti. Infatti,i veri frutti sono costituiti
dai numerosi granellini
scuri
inseriti sopra la parte carnosa e dolce.
Lampone (Rubus idaeus).
Il
lampone è un arbusto provvisto di numerosi fusti di lunghezza
variabile che formano un
intricato
groviglio. Le foglie hanno la pagina inferiore coperta da una fine
peluria; i fiori sono
piccoli
e bianchi; i frutti sono in realtà delle infruttescenze formate
dall'insieme di tanti
frutticini.
Assai simili al lampone sono i rovi veri e propri (Rubus
fruticocus),arbusti spinosi
comunissimi
nelle siepi e nei boschi,dotati di infiorescenze a grappolo rosa o
bianche,da cui
derivano
le comuni more di colore nero.
Nespolo (Mespilus germanica).
Il
nespolo è un piccolo albero con foglie di colore verde cupo nella
pagina superiore,biancastre e
pelose
in quella inferiore. I fiori sono grandi,bianchi,solitari; i frutti
sono di color bruno
rugginoso,pelosi,hanno
la polpa dolce-acidula e contengono dei semi duri e piatti. Il
nespolo
viene
coltivato sia per la raccolta dei frutti sia a scopo decorativo,per
il ricco fogliame. Pure
coltivato
a scopo ornamentale è il nespolo del Giappone (Mespilus
japonica),originario del
Giappone
e della Cina. E' un piccolo albero con belle foglie acuminate di
color verde cupo e
pelose
nella pagina superiore,di color ferro-ruggine in quella inferiore. I
fiori,di colore bianco o
rosato,sono
riuniti in ricche infiorescenze e danno origine a “grappoli” di
frutti di colore arancio
con
grossi semi e polpa dolce-acidula.
Melo (Malus communis o Pyrus malus).
E'
un albero che può raggiungere anche i 10 m d'altezza,con un tronco
eretto,non troppo robusto e
con
una ricca chioma che diventa completamente bianca o rosa in primavera
per l'abbondante
numero
di fiori emessi. La corteccia,liscia e bruna negli individui
giovani,con il passare del tempo
diviene
grigiastra e si fessura in minute scaglie. Le foglie sono
lisce,ovoidali,di colore verde
lucente
e hanno il margine doppiamente seghettato. I fiori,riuniti in
infiorescenze,sono,come
abbiamo
detto,rosa o bianchi. Il frutto è in realtà un falso frutto,più
precisamente un pomo:
il
vero frutto è il torsolo che contiene i semi ed è circondato dalla
bianca polpa carnosa rivestita
da
una pellicola cerosa (la buccia),di colore e aspetto diversi secondo
le varietà. La forma del
“frutto”
è però sempre più o meno tondeggiante con due caratteristiche
depressioni contenenti
l'una
il picciolo e l'altra il residuo del fiore. Il melo attualmente
coltivato deriva da alcune specie
selvatiche
(Malus pumila,Malus silvestris ecc) e comprende numerose varietà
ampiamente
coltivate
e di grande interesse per l'economia e l'alimentazione umana. In
Italia si coltiva
particolarmente
in Emilia Romagna,Trentino Alto Adige,Piemonte,Veneto,Campania. In
Europa
i
Paesi produttori sono,oltre all'Italia,la Francia,l'Inghilterra,la
Germania e la Svizzera. Simile al
melo,ma
appartenente a un genere diverso,è il cotogno (Cydonia vulgaris) che
produce frutti
chiamati
mele cotogne. Essi non sono commestibili allo stato fresco,cioè
crudi,mentre
costituiscono
un'ottima materia prima per la preparazione di
canditi,marmellate,conserve e
gelatine
di frutta.
Il Pero (Pyrus communis).
Il
pero è un albero che può raggiungere il 18 m d'altezza; il fusto e
la chioma si presentano in
modo
molto diverso secondo i sistemi di allevamento (a piramide,a
palmetta,a spalliera ecc) .
La
corteccia è grigio-bruna e presenta delle fessure longitudinali; le
foglie sono più rotonde di
quelle
del melo,lisce,di colore verde scuro,lucente nella pagina superiore
verde più chiaro in
quella
inferiore. I fiori sono bianco-rosei,riuniti in infiorescenze,e danno
vita a falsi frutti,cioè
a
dei pomi di forma caratteristica conica allungata,arrotondata e
ingrossata a una estremità,
appuntita
e assottigliata all'altra estremità. Il “torsolo”,il vero
frutto,che contiene i semi ovoidali,
appiattiti,bruno-neri,è
circondato da una polpa bianca e succosa,ricoperta da una sottile
pellicola
(la
buccia) di colore e aspetto diversi secondo le varietà. Anche le
dimensioni dei frutti e il sapore
della
polpa sono molto vari e ne condizionano lo sfruttamento. Alcune
varietà sono infatti più
adatte
da consumare fresche,altre da conservare in varie forme. Il pero teme
il freddo e preferisce
i
climi temperato-umidi,dove fiorisce a primavera; la maturazione dei
frutti si protrae da agosto
a
novembre secondo le varietà,che sono numerosissime (pere
William,Butirra,Passa Crassana,
Abate
Fetel,Coscia,Santa Maria,Kaiser,Decana d'inverno,Madernassa ecc). In
Italia il pero viene
coltivato
sopratutto in Emilia Romagna,Trentino Alto Adige,Veneto e Campania.
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