La religione cristiana - cenni storici -
Mauro Goretti - Programmatore - |
La religione cristiana - cenni storici -
“Noi
vogliamo che tutti i popoli retti dalla nostra clemenza vivano in
quella religione che
l'apostolo
Pietro ha trasmesso ai Romani,e che oggi è seguita dal pontefice
Damaso. Ordiniamo
quindi
che coloro i quali seguono questa fede prendano il nome di cristiani
cattolici,mentre
invece
riteniamo tutti gli altri dementi e insensati,vogliamo che subiscano
l'infamia dell'eresia,
e
che le loro comunità non ricevano più il nome di chiese. Oltre che
la punizione della giustizia
divina,essi
si aspetteranno le pene severe con cui la nostra autorità,ispirata
dalla volontà divina,
crederà
di colpirli”. Con queste solenni e severe parole l'imperatore
Teodosio,nel famoso editto
di
Tessalonica,proclamava il Cristianesimo religione ufficiale dello
Stato Romano. Era il 380
dopo
Cristo. Questo decreto era stato preceduto dal più noto editto di
Milano,del 313,firmato da
Costantino
e Licinio,che da qualcuno è stato chiamato “la magna charta” del
Cristianesimo. In
esso
si diceva che “licet esse cristianos” (è permesso essere
cristiani),ciò i seguaci di questa
religione
potevano esercitare liberamente il loro culto al pari dei seguaci
delle altre religioni
in
tutto il territorio dell'Impero. Per di più si ordinava che fossero
restituiti alla Chiesa i beni
che
le erano stati confiscati. A che cosa era dovuto questo atteggiamento
improvvisamente
tollerante
e,in seguito,addirittura ossequioso da parte degli imperatori romani
che avevano
sempre
avversato accanitamente i cristiani? Le leggende parlano di
illuminazioni divine,di
subitanee
conversioni (come si racconta avvenne a Costantino quando ebbe la
visione della
croce
prima della campagna contro il rivale Massenzio); in realtà è
probabile che gli imperatori
in
questione siano stati convinti da valutazioni molto più concrete e
realistiche. L'impero
romano
del quarto secolo dopo Cristo era ormai una poderosa macchina che si
stava formando:
dovunque
si notavano i segni del disordine e della disorganizzazione; le
popolazioni,oberate di
tasse,erano
pressoché ridotte alla miseria; le infiltrazioni continue di barbari
provocavano
panico
e sfiducia nell'autorità statale. Solo la Chiesa cristiana
sembrava,a quel tempo,garantire,
oltre
che la via della salvezza spirituale,anche una protezione
materiale,una sicurezza. Ed era
anche
per questo che il Cristianesimo trovava il consenso di strati sempre
più vasti della
popolazione
dell'Impero. La Chiesa doveva essere alleata,non antagonista
dell'autorità statale:
questo
fatto ormai era indiscutibile.
Dagli apostoli al Papato.
Erano
ormai lontani i tempi in cui i cristiani erano considerati una genia
di fanatici,guardati con
allarme
e sospetto,che mettevano in pratica precetti mai uditi prima,come
amarsi l'un l'altro come
il
Padre Celeste ci ama,perdonare le offese,vivere in povertà e
umiltà,perché solo così è concesso
di
meritare la grandezza nel Regno dei cieli. Erano precetti che non
potevano nuocere a nessuno,
pensavano
i pagani,ma che sicuramente risultavano sconcertanti. Urtavano la
mentalità comune.
In
effetti da quando Gesù,il figlio del falegname di Nazareth
incominciò la sua predicazione e
proclamò
tante verità semplici e sconvolgenti,molti anche dei non discepoli
ebbero il sentore
che
si stava operando una vera e propria rivoluzione. Una rivoluzione che
avrebbe cambiato il
volto
del mondo,allargandosi man mano dalla Galilea alla Palestina tutta e
in seguito nel mondo
greco-romano.
Gesù fu perseguitato dalle autorità della
Palestina,condannato,giustiziato secondo
i
dettami della giustizia giudaica. Morì,e risorse e prima di
andarsene definitivamente dai luoghi in
cui
aveva predicato “la buona novella” incaricò i suoi seguaci più
fedeli,gli apostoli,di continuare
la
sua opera. Di tutto questo il mondo romano non ebbe che vaghe
notizie,che non lo scossero
ne
incuriosirono più di tanto. Fu solo quando cominciarono i viaggi dei
vari apostoli con intento
missionario
e in particolare quando apparve l'infaticabile Paolo di Tarso a
propagandare il
Vangelo
nel mondo romano,si avvertì un certo disagio. Questi fedeli
cristiani non erano come i
fedeli
delle altre religioni. Erano più scomodi: consideravano gli uomini
tutti fratelli e uguali,
il
che non piaceva neanche ai romani delle classi inferiori (che però
si ritenevano ugualmente
superiori
agli uomini di altre regioni),figurarsi se poteva piacere
all'autorità imperiale. All'imperatore,da Augusto in poi,si prestava
il culto dovuto a un dio,ma i cristiani non volevano
riconoscere
altro dio che il vero Padre dei Cieli. Era un crimine vero e
proprio,un delitto di
“lesa
maestà”: con questa imputazione moltissimi cristiani furono
processati e mandati a morte
per
mezzo di spettacolari persecuzioni o in maniera più discreta ma non
meno feroce. Ma questo
non
ne diminuì il numero: essi erano preparati al martirio. Martirio
significa “testimonianza”
nella
lingua cristiana volevano,dovevano testimoniare la loro fede. Si
moltiplicavano,anzi. Un
grande
scrittore scrisse:” E' come un seme il nostro sangue”: faceva
germogliare sempre nuove
vite,nuovi
fedeli.
Una storia travagliata.
Per
tutto il Medioevo il Papato dovette lottare per imporre la propria
indipendenza spirituale dai
vari
potenti,anche se queste lotte non sempre trovavano giustificazione
presso coloro che
auspicavano
un ritorno alla primitiva povertà e purezza evangelica. Il Papa era
divenuto anche
un
sovrano e come tale doveva difendere,oltre che la propria
autorità,anche i propri interessi
materiali.
Non era possibile sussistere senza intervenire nelle questioni
politiche,ed era spesso
ben
difficile stabilire dove finisse la preoccupazione per le faccende
spirituali e dove incominciassero quelle legate ad interessi
materiali: spesso questi due interessi erano strettamente
collegati.
Ci fu l'annosa lotta per le investiture,ci furono le crociate,le
guerre contro gli
imperatori,le
lotte contro le eresie che minavano l'unità della chiesa,gli
scismi,le ribellioni.
Una
prima lacerazione nell'unità della Chiesa era stata la scissione
della Chiesa d'Oriente,avvenuta
alla
metà dell'XI secolo,che costituì la Chiesa Ortodossa. L'altra grave
separazione avvenne
in
seguito alla riforma protestante che,come sappiamo,ebbe origine da
motivi religiosi (la
protesta
contro l'eccessiva ricchezza della chiesa,condanne di alcune
speculazioni come la vendita
delle
indulgenze),da motivi politici (il desiderio dei principi tedeschi di
incamerare i beni della
Chiesa)
e da divergenze dottrinali circa l'interpretazione delle Sacre
Scritture. Fu un momento
difficile
e doloroso per la cristianità tutta,ma fornì anche alla Chiesa
cattolica l'occasione per
un
ripensamento. Questo infatti si propose il grande Concilio di
Trento,che elaborò una vera e
propria
“riforma cattolica”. Il Concilio di Trento,che durò dal 1545 al
1563,definì con chiarezza
la
dottrina cattolica,riaffermando la validità dei principi negati dai
protestanti e in particolare
mise
in chiaro che i Sacramenti sono 7,che per la salvezza sono necessari
sia la fede sia le opere,
che
l'unica interprete della Sacra Scrittura è la gerarchia
ecclesiastica e che il sacerdozio è
un'istituzione
voluta da Cristo.
La Chiesa oggi.
Con
il completamento dell'unità d'Italia e con l'entrata delle truppe
italiane a Roma (il 20
settembre
1870),il Papato venne privato completamente del potere temporale e
questo fatto,che
in
quel momento parve offensivo ad alcuni cattolici particolarmente
“rigorosi”,si rivelò alla
lunga
assai positivo. Priva del legame con gli interessi più spiccatamente
politici,la figura del
pontefice
è andata via via acquistando un'autorità nuova,più incisiva
proprio perché intende
operare
nella sfera spirituale. Le moderne nazioni,travagliate da
guerre,persecuzioni,incomprensioni,hanno udito i pontefici del nostro
secolo intervenire per
additare
a tutti gli uomini,cristiani e non cristiani,gli ideali di pace,di
fratellanza,di solidarietà
che
devono unire gli uomini di tutto il mondo. Le encicliche papali hanno
affrontato con molta
risolutezza
questioni sociali per richiamare al dovere della giustizia coloro che
detengono il
potere
politico o economico,sia nelle sfere nazionali sia nelle relazioni
internazionali. Hanno
preso
le difese dei popoli sottosviluppati,delle categorie sfruttate. Il
grande,importantissimo,
Concilio
Vaticano II (iniziato nel 1962) ha elaborato temi
nuovissimi,attuali,ha rinnovato la
concezione
della dignità della persona umana,della vita economica e sociale,dei
rapporti
familiari,della
funzione dei laici nella Chiesa. Si è riallacciato un
dialogo,interrotto da secoli,
con
i “fratelli separati”,ortodossi,protestanti,ebrei. La voce del
pontefice si è perfino fatta udire,
sommessa
ma sicura,dal banco di presidenza delle Nazioni Unite. Considerando
tutti questi fatti
si
può dunque porre in rilievo come la Chiesa stia oggi riscoprendo,in
una dimensione più
dinamica
e sopratutto molto vicina ai problemi dell'uomo,il vero volto del
Cristianesimo.
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