La chimica della vita,atomi e molecole.
Mauro Goretti - Programmatore - |
La chimica della vita,atomi e molecole.
Non
molti secoli fa,fisica,chimica e biologia erano scienze
completamente
separate. I fisici indagavano i moti di oggetti
di
grandi dimensioni sulla Terra e dei pianeti attorno al Sole;
i
chimici cercavano di definire le proprietà della materia con
il
miraggio della trasmutazione dei metalli in oro;i biologi
infine
erano occupatissimi a raccogliere e classificare piante
e
animali. Negli ultimi duecento anni però,fisica,chimica e
biologia
interagiscono sempre più tra loro. I fisici hanno
scoperto
uno “strano” mondo di particelle e forze subatomiche
responsabili
delle caratteristiche degli atomi;i chimici devono
conoscere
la fisica per capire come gli atomi formino le
molecole;e
i biologi devono apprendere la chimica organica
per
poter comprendere la struttura e il comportamento delle
complessive
macromolecole di cui sono formati gli esseri
viventi.
Lo studio della vita sulla Terra presuppone lo
studio
delle molecole che compongono gli organismi
viventi.
In che modo la fotosintesi immagazzina in
molecole
di zucchero l'energia che cattura dalla luce
del
Sole? Qual'è la struttura della membrana cellulare,
e
come riesce a regolare il flusso dei materiali in entrata
e
in uscita? Come si contraggono i muscoli? In che modo
comunicano
tra loro i neuroni del cervello? Che cosa
provoca
il cancro? Per poter dare delle risposte a questi
interrogativi
occorre prima acquistare alcune conoscenze
su
energia e materia,sulle proprietà degli atomi e sulle
interazioni
che legano gli atomi gli uni agli altri a
formare
le molecole.
Materia
ed energia sono intercambiabili,come ha dimostrato
la
famosa equazione di Albert Einstein.
Tuttavia,limitatamente
alle reazioni chimiche che si
producono
all'interno degli organismi viventi,conviene
tenere
disgiunte queste due entità:la materia,solida,
liquida
e gassosa,è ciò che costituisce l'universo,mentre
l'energia
è la capacità di compiere
lavoro,una capacità
che
di solito si manifesta in relazione allo spostamento
di
frammenti di materia.
FORME
DI ENERGIA. L'energia si
presenta in
diverse
forme che possono trasformarsi le une nelle altre.
Le
due fondamentali forme di energia sono l'energia
cinetica
e l'energia potenziale. L'energia cinetica è
energia
di movimento,sia che si tratti del moto di
corpi
voluminosi e visibili,del fluire degli elettroni
in
un conduttore (energia elettrica) o del moto di
agitazione
termica di atomi e molecole (calore).
L'
energia potenziale è
energia “immagazzinata”
che,nelle
condizioni opportune,può trasformarsi in
energia
cinetica. Una mela possiede energia
potenziale
in quanto si trova sospesa ad una certa
altezza
su un albero. La sua energia potenziale
si
trasforma in energia cinetica (cioè di movimento)
quando
cade per terra. Gli alimenti racchiudono
energia
chimica potenziale che si trasforma
in
energia cinetica e calore quando si compiono
movimenti
(correre,saltare,ecc.).
Alla
base di tutte le interazioni tra componenti
della
materia vi è sempre un trasferimento di
energia
. Esamineremo la struttura
della materia,
dagli
atomi alle molecole. Concentreremo l'attenzione
sulle
molecole che costituiscono gli organismi
viventi.
Spiegheremo,infine,come gli scambi di
energia
tra atomi e molecole determinano le
reazioni
chimiche che avvengono nelle cellule.
La
struttura della materia. Tutta
la materia
dell'universo
è formata da 92 elementi naturali
diversi.
Un elemento,per esempio il carbonio e
l'ossigeno,è
una sostanza con caratteristiche
specifiche
che non può essere scomposta in
sostanze
più semplici né trasformata in sostanze
diverse
mediante le normali reazioni chimiche.
Un
composto ,per esempio
il biossido di carbonio
o
anidride carbonica,è invece una sostanza formata
da
due o più elementi. I composti possono essere
scissi
nei loro elementi costitutivi (per esempio,
carbonio
e ossigeno nel caso del biossido di
carbonio),con
metodi chimici.
La
struttura atomica. Il diamante
è una forma
di
carbonio puro;se si taglia un diamante in frammenti,
ciascuno
di essi sarà ancora carbonio. Immaginando
di
suddividere sempre più minutamente tali frammenti,
alla
fine arriveremo a isolarne i singoli atomi di
carbonio
costituenti,cioè le più piccole particelle
ciascuna
delle quali conserva ancora le caratteristiche
dell'elemento
carbonio. L'atomo è fondamentalmente
costituito
da due parti:un nucleo centrale,in cui è
concentrata
la gran parte della massa dell'atomo,e
una
zona esterna,di bassa densità,una “nuvola” di
elettroni,in
un numero variabile da 1 a 92 negli atomi
degli
elementi presenti in natura. Il nucleo contiene
due
tipi di particelle (definite genericamente nucleoni)
di
massa circa uguale:i protoni ,ciascuno
dei quali
porta
una carica elettrica positiva,e i neutroni
che
sono privi di carica elettrica. Gli elettroni ,
di
massa assai inferiore a quella dei nucleoni,
portano
una carica elettrica negativa. Un atomo
che
ha un ugual numero di protoni ed elettroni
è
quindi elettricamente neutro.
I
nuclei non risentono praticamente dell'azione
delle
ordinarie forze esterne. Le abituali forme di
energia,quali
il calore,l'elettricità o la luce,non
riescono
a scalfire significativamente,né tanto
meno
a spezzare,la struttura dei nuclei.
La
stabilità del nucleo di un atomo di carbonio
spiega
perché esso conservi la propria identità
sia
nel diamante,sia in una molecola di biossido
di
carbonio o di una proteina o di uno zucchero.
Gli
elettroni,distribuiti esternamente al nucleo,
possiedono
invece una certa mobilità:è proprio
questa
mobilità che permette il verificarsi di
reazioni
in seguito a scambi di elettroni tra
due
o più atomi (in pratica,interviene una
ridisposizione
di elettroni).
IL
NUCLEO. Il numero di protoni
nel nucleo
viene
detto numero atomico ed
è caratteristico
di
ciascun elemento. Per esempio,ogni atomo di
idrogeno
possiede un protone nel nucleo,ogni
atomo
di carbonio possiede sei protoni e ogni
atomo
di ossigeno otto. Atomi diversi di uno
stesso
elemento possono però avere un differente
numero
di neutroni. Gli atomi del medesimo
elemento,cioè
con lo stesso numero di protoni,
ma
con diverso numero di neutroni,sono
chiamati
isotopi . Tutti gli
isotopi di un
elemento
sono in pratica identici per quanto
riguarda
il comportamento chimico,ma si
differenziano
tra loro per le diversità delle
proprietà
fisiche. In particolare,i nuclei
di
certi isotopi si disintegrano spontaneamente,
emettendo
radioattività. Gli isotopi radioattivi
sono
utili come “traccianti” nello studio dei
processi
biologici.
ORBITALI
ELETTRONICI E LIVELLI
DI
ENERGIA. Come sappiamo,gli
scienziati
per
studiare i fenomeni naturali ideano dei modelli
sui
quali poter verificare la consistenza delle loro
ipotesi.
Uno dei modelli atomici era il cosiddetto
“modello
planetario”,che paragonava gli elettroni
a
pianeti orbitanti attorno al nucleo (il Sole di
questo
sistema planetario).
Questo
modello si è poi rivelato semplicistico e
scorretto.
Nel modello attualmente accettato,
si
ammette che gli elettroni,anziché ruotare a
una
distanza fissa dal nucleo,occupino una regione
di
spazio denominata orbitale .
Rammentando
che particelle di carica uguale
(entrambe
negative o entrambe positive) si respingono,
mentre
particelle di carica opposta si attraggono,
si
potrebbe concludere che gli elettroni,essendo
carichi
negativamente,dovrebbero collidere con
il
nucleo carico positivamente. Ciò in realtà non
accade,e
questo grazie all'elevata velocità di
rivoluzione
degli elettroni o,detto in altro modo,
grazie
alla loro energia di movimento che
impedisce
che precipitino verso il nucleo (così
come
la Terra non precipita verso il Sole,
nonostante
l'elevata intensità della forza di attrazione
gravitazionale).
A causa della mutua repulsione
elettrostatica,solo
due elettroni possono occupare
un
orbitale,e solo un ristretto numero di orbitali
può
coesistere a una data distanza dal nucleo.
Gli
atomi di grandi dimensioni accolgono
molti
elettroni perché possiedono molteplici
orbitali,riuniti
in “gruppi” (detti,anche se
impropriamente,”gusci
elettronici”) situati
a
distanze crescenti dal nucleo. Gli elettroni
negli
orbitali più vicini al nucleo hanno energia
minore
(cioè sono più stabili) e quelli via via
più
lontani hanno energia via via maggiore.
Per
questo motivo i vari raggruppamenti di
orbitali
sono denominati livelli di energia .
Al
livello di energia più vicino al nucleo,
quello
più basso,corrisponde un unico orbitale
che
può ospitare due soli elettroni. Al secondo
livello
di energia corrispondono quattro orbitali,
in
cui possono sistemarsi sino a otto elettroni.
Gli
elettroni in un atomo occupano normalmente
gli
orbitali corrispondenti al livello di energia più
prossimo
al nucleo. I sei elettroni dell'atomo di
carbonio,per
esempio,si distribuiscono due nel
primo
livello,adiacente al nucleo,e quattro nel
secondo.
Perché si parla di livelli di
energia?
La
risposta va ricercata nella seguente circostanza:
l'energia
che caratterizza i vari orbitali distribuiti
intorno
al nucleo non varia in modo continuo,
ma
secondo ben definite quantità,cioè in modo
discreto
. Corrispondentemente a questi
livelli
discreti
di energia ,le distanze a cui
possono
collocarsi
gli orbitali intorno al nucleo sono ben
determinate.
Pochi sono abituati ad associare
l'energia
al concetto di discontinuità,ma a
questo
riguardo può forse essere d'aiuto
un'analogia
con la gravità. Immaginate di
salire
su per una rampa di scale. Ogni gradino
richiede
il dispendio di una certa quantità di
energia
cinetica che non può essere frazionata,
nel
senso che non è possibile sollevare il piede
a
metà del gradino e indugiare in quella
posizione.
L'energia impiegata per superare
via
via gli scalini viene accumulata come
energia
potenziale di una posizione più elevata
rispetto
al fondo delle scale. Questa energia
potenziale
può essere trasformata in energia
cinetica
spiccando un salto verso il basso:
l'impatto
con il suolo sarà tanto più “violento”
quanto
più alto è il punto di partenza.
I
livelli energetici negli atomi sono paragonabili
ai
gradini di una scala. Occorre fornire energia
perché
un elettrone abbandoni il suo stato normale
(o
livello fondamentale) e salti in un livello di
energia
maggiore. Poiché un elettrone non può
occupare
una posizione intermedia tra i due
livelli,è
necessario comunicargli una quantità
di
energia ben definita per fargli compiere il salto
da
un livello all'altro. Di solito l'elettrone ricade
spontaneamente
al livello energetico più basso,
liberando
esattamente la stessa quantità di
energia
che aveva acquistato,anche se spesso
in
una forma diversa,per esempio luce o calore.
Questo
“salto di livelli energetici” si verifica
nelle
lampade a fluorescenza. La corrente elettrica,
passando
attraverso il gas che riempie la
lampadina,fornisce
l'energia necessaria perché
gli
elettroni negli atomi del gas saltino in livelli
a
maggior contenuto energetico;ritornando
immediatamente
dopo al livello originario,
emetteranno
onde luminose associate a
un
determinato valore di energia,cui corrisponde
un
calore (lunghezza d'onda) specifico.
Questo
oscillare tra due livelli continua finché
nella
lampadina passa corrente. Per ogni elemento
esistono
determinati livelli energetici tra i quali
i
suoi elettroni possono saltare,emettendo ogni
volta
onde luminose caratteristiche di un
determinato
colore,lo stesso impartito alla
lampada
a fluorescenza,giallo è riempita di
vapori
sodio,violetto se lo è di vapori di mercurio,
rosso
se lo è di neon. Il fenomeno interessa
anche
la biologia. Nella fotosintesi,l'energia
della
radiazione solare sposta gli elettroni
nelle
molecole di clorofilla dal loro livello abituale.
Quando
gli elettroni eccitati tornano ai livelli
iniziali,una
parte dell'energia in eccesso viene
sfruttata
per sintetizzare zucchero da biossido di
carbonio
e acqua.
LA
REATTIVITÀ DEGLI ATOMI. Quasi
tutti
gli
atomi possono reagire con altri atomi per formare
molecole,secondo
questo principio fondamentale:
un
atomo è stabile (cioè non
reagisce con altri atomi)
quando
il suo livello elettronico più esterno è
completamente
pieno o completamente vuoto.
Consideriamo
i due atomi più piccoli,idrogeno ed
elio.
L'idrogeno possiede un protone nel nucleo e
un
elettrone nel primo livello,che ne può accogliere
due.
L'elio ha due protoni nel nucleo e due elettroni
che
saturano il livello più esterno. Secondo quanto
appena
affermato,gli atomi di elio,con un livello
completo
,dovrebbero essere
stabili,mentre quelli
di
idrogeno,con un livello vuoto per metà,dovrebbero
possedere
una notevole reattività. Ed è proprio così,
come
dimostra anche il fatto che per gonfiare i
palloni
aerostatici si usa preferibilmente l'elio,
più
stabile. L'idrogeno,invece,si combina in
maniera
esplosiva con l'ossigeno,come dimostrò
nel
1937 la tragedia del dirigibile Hinderburg,
nel
cui rogo a Lakehurst,nel New Jersey,trovarono
la
morte 36 persone.
Gli
atomi della maggior parte degli elementi
di
importanza biologica possiedono orbitali
nei
livelli esterni in grado di ospitare otto
elettroni,ma
che di fatto (negli atomi neutri,
isolati)
sono riempiti in parte:è proprio per questo
motivo
che gli atomi reagiscono uno con l'altro.
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