La cucina del '300.
La cucina del '300.
In
un libro di cucina,scritto agli inizi del XIV secolo
da
un cuoco anonimo,forse fiorentino,sono elencate
57
ricette molte delle quali ancora oggi attuali.
Vi
si trovano:ravioli,tortelli,maccheroni (forse però
erano
i nostri classici “topini”
fatti con farina di grano),
pasticci
in crosta e timballi;papari,capponi e gru;spalla
di
crostone stufata e testa di bue marinata.
Poi
pesci d'Arno:lamprede,anguille,gamberi e tinche.
E
ancora:porrate,torte d'erba (oggi comuni in
Garfagnana),migliacci
e blamangeri (o bianco mangiare):
specie
di torte a base di crema di latte,riso,petto di
pollo
lesso tritato,zucchero e acqua di rosa e di fiori
d'arancio
(acqua lanfa). Infine
i dolci:pinocchiati,
confetti,marzapani,morselletti,treggéa
(insieme di
piccoli
confettini colorati),cotognata e zuccata.
In
un altro manoscritto (“Il libro della cucina del
XIV
secolo”) troviamo molti altri
piatti tipici della
nostra
cucina. Fra i tanti:spiedini (schidionate)
misti,arista
di maiale con rapini,civeri (salmì o
civet)
di selvaggina,paparo alla mal arancia,fegatelli,
bistecche
(si chiamavano ancora “carbonate”),
erbolati
(antenati della moderna torta Pasqualina) e
vera
mostarda toscana. Oltre a queste cose buone e
genuine
ve ne erano però altre che lascerebbero i
palati
di oggi,a dir poco,perplessi. In particolare,
era
abbastanza in uso il cosiddetto dolceforte,
cioè
l'unione di frutta come uva,susine,mele,castagne,
ecc,con
carni e pesci. In tutti i piatti infine vi erano
“spetie
in buona quantitade”al fine di
mascherare
l'odore
un po' forte delle carni che,stante l'assenza
di
ghiacciaie casalinghe,iniziavano ad andare a
male
abbastanza presto. Da qui l'importanza che
le
spezie e gli aromi hanno sempre avuto nella
cucina
antica. Oggi invece si usano poco e per
fortuna
quando si impiegano lo si fa solo per dare
un
particolare sapore alle vivande e non per coprire odori
di
incipiente putrefazione.
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