Vulcani L'Etna.
Vulcani “L'Etna”.
Forse a nessun altro vulcano quanto
all'Etna è stato trovato un nome
più azzeccato. Etna infatti deriva
dal vocabolo greco << àitho
>>,
che
significa ardo,
fiammeggio. Ed anche il secondo nome (Mongibello)
è quanto mai
appropriato. Esso è infatti una libera versione italiana dei
vocaboli Gibel Utl
amat (montagna ardente), denominazione con cui il
vulcano venne
indicato dagli Arabi che si stanziarono in Sicilia nell'VIII
secolo dopo Cristo.
E l'Etna si merita questi due nomi: esso non solo è
un vulcano ancora
in piena attività, ma è il maggiore vulcano attivo d'Europa.
Come si è formato.
All'inizio
dell'epoca quaternaria, e cioè circa un milione di anni fa, l'Etna
non esisteva.
Allora la Piana di Catania (Sicilia), la regione ove esso sorge,
era occupata dalle
acque di un grande golfo. In seguito, grandi eruzioni
sottomarine
colmarono man mano tale golfo. L'accumularsi di questo
materiale eruttivo
formò il basamento del vulcano.
La grande quantità
di materiale che, in seguito a successive eruzioni, si
andò via via
accumulando su tale basamento, formò l'imponente montagna
dell'Etna, che
attualmente occupa circa 1600 kmq della vasta Piana di
Catania e raggiunge
l'altezza di 3340 m.
Cima e versanti che fumano.
A chi l'osservi da
lontano, l'Etna appare come un monte gigantesco dalla
forma quasi
perfettamente conica. Il suo aspetto reale è però ben diverso.
Un grande geografo
del secolo scorso ci ha lasciato questa interessante
descrizione: <<
l'Etna non sembra nemmeno una montagna, ma piuttosto
una piccola catena
di montagne. Il suo cono è pressappoco come il cono
del pinòlo,
composto cioè da tanti conetti >>.
Si può proprio
dire che l'Etna sia << un grande vulcano accompagnato da
numerosissimi
vulcanelli laterali >>. Infatti, oltre al grande cono
centrale,
in cui si apre
l'ampia e profonda voragine del cratere principale, la montagna
dell'Etna conta
parecchie centinaia di coni minori, anche essi scavati da crateri.
Questi conetti
secondari vengono chiamati <<coni avventizi >>, cioè
aggiunti.
Di solito, di un
vulcano si vede fumare solamente la cima. Ebbene, a causa dei
numerosi crateri
che vi si aprono, l'Etna ha talvolta anche i versanti che fumano.
Un enorme squarcio.
Quasi sulla cima
dell'Etna si apre un enorme squarcio: si tratta di una voragine
larga ben 5
chilometri e con <<pareti >> ripidissime alte fino a 1200
metri.
Si ritiene che
questa immensa fenditura si sia formata durante un eruzione di
molti secoli fa,
che spaccò in due la cima dell'Etna. Il fondo e le pareti di questa
grandiosa voragine,
che viene chiamata dai siciliani con il suggestivo nome di
<< Valle del
Bove >>, sono formati da colate di lava solidificata e da
grandi
banchi di tufo. La
Valle del Bove non è però l'unico squarcio che si trova sull'Etna.
Infatti le eruzioni
che si sono susseguite nel corso dei secoli hanno prodotto altre
fenditure di minore
ampiezza.
La strada dell'Etna.
Osservare da vicino
il cratere di un vulcano è certamente una cosa insolita
e interessante.
Fino al 1971 i turisti che si recavano in Sicilia avevano la
possibilità di
giungere fino all'altitudine di 2800 metri, dove si trovava
l'osservatorio
vulcanologico, distrutto proprio dall'eruzione di quell'anno,
che fu una delle
più violente. Per salire ci si poteva servire o della funivia,
oggi in disuso,
oppure della ferrovia circumetnea, che per molti tratti corre
quasi parallela
alla carrozzabile.
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