Le navi del Seicento.
Le navi del Seicento.
La scienza e la tecnica navale.
Fino al XVII secolo, la costruzione
delle navi rimane un'impresa per la
quale era sufficiente l'opera di
esperti falegnami e carpentieri, non esisteva
una tecnica delle costruzioni navali
basata su fondamenti scientifici. Le
forme e le dimensioni dello scafo
venivano stabilite in base a regole ricavate
dalla secolare esperienza dei cantieri
di costruzione. Nel Seicento invece,
i prodigiosi progressi compiuti dalla
scienza permisero ai progettisti navali
di determinare con precisione le forme
e le proporzioni delle carene delle navi,
per ottenere il maggiore rendimento in
velocità, in portata e in resistenza.
Nepero, che scoprì il calcolo
logaritmico (un metodo per eseguire rapidamente
le più lunghe operazioni), Leibnitz
(pron,laibniz) e Newton (pron,niuton), che
trovarono il calcolo differenziale e
quello integrale (metodi per il calcolo di
quantità infinitesime), Cartesio, che
introdusse nella matematica l'uso dei grafici
fornirono agli ingegneri navali
preziosi strumenti per eseguire con facilità calcoli
prima impossibili. Galileo, intanto,
dava alla marina il cannocchiale e maggiori
conoscenze astronomiche, Torricelli, il
barometro, Huygens (pron, Hòighens)
inventando la molla a spirale degli
orologi, ne faceva degli strumenti adatti ad
essere usati sulle navi, ove vennero
impiegati per il calcolo della longitudine.
Il primo vascello inglese a tre ponti.
Il << Sovereign of the sea >>
(Sovrana dei mari), varato nel 1637, fu il primo
vascello inglese a tre ponti: dislocava
(cioè pesava) 1600 tonnellate, aveva un
equipaggio di 600 uomini ed era armato
con 112 cannoni. Era munito di 11
ancore delle quali una pesava 4400
libbre (una libbra = 454 g). Nel Seicento
la poppa dei galeoni si era andata
ingrossando e arrotondando, arricchendosi
di gallerie, vetrate, ripiani ed
elementi architettonici di ogni genere. Questa
passione per il fasto delle decorazioni
fu una manifestazione del gusto dell'età
barocca estesosi anche al campo delle
costruzioni marittime. Si noti la ricchezza,
quasi frivola, della decorazione
poppiera nella nave a tre ponti, inglese,
<< Royal Sovereign >> del
1695. Essa, all'osservatore moderno, appare una
cosa inutile e assurda su una nave da
guerra, ove crea uno strano contrasto col
formidabile schieramento di bocche da
fuoco che appare attraverso gli sportelli
delle murate. Per cercare di
immobilizzare la nave avversaria, si sparava
soprattutto agli alberi e alle vele e i
cannoni sparavano tutti simultaneamente
lanciando, talvolta, palle incatenate a
due a due, che erano dette... << angeli >>!
Le compagnie di navigazione.
Quando i commerci con i paesi d'oltre
oceano si intensificarono, le imprese di
navigazione si trovarono di fronte a
nuove e gravi necessità: occorreva armare
flotte più potenti, costruire in
quelle terre lontane magazzini e porti fortificati,
creare delle reti di rappresentanti per
la ricerca dei prodotti nei paesi dell'interno;
tutto ciò richiedeva che si disponesse
di capitali enormi. Le imprese di commercio
marittimo si unirono allora in
compagnie. Le più famose di queste compagnie
furono: l'olandese Compagnia delle
Indie Orientali, sorta nel 1602, e l'inglese
Compagnia della Virginia, sorta nel
1607. In quest'epoca e con le navi a vela
salparono gli Olandesi che fondarono
Nuova Amsterdam, oggi Nuova York, e i
Francesi che fondarono Quèbec. Il
trasferimento dei grandi traffici dal Mediterraneo
all'Atlantico determinò il tramonto
dell'importanza dei porti italiani e favorì il sorgere
in altre regioni d'Europa di nuovi
scali, come Dieppe, Le Havre, La Rochelle, Londra,
Amburgo, Rotterdam, Brema.
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