Toscana del cinquecento.
Toscana del Cinquecento
Le ville lucchesi nella
sua campagna
Sull'aspetto delle ville e
della campagna del Cinquecento
abbiamo un resoconto di un
testimone di eccezione,
Michel de Mountaigne,"il
francese più saggio che sia
mai esistito",come ha
scritto Sainte Beuve.
Fu nella primavera del
1581 che il nostro viaggiatore
con il suo seguito,dopo
l'omaggio a Roma e il ritorno
in Toscana,nella Firenze
medicea,prese la via che
doveva condurlo ai Bagni
di Lucca. Dopo Prato e
Pistoia eccolo
attraversare il Serravalle e apparirgli
davanti "una pianura
bellissima ed estesa".
Lo sorprese l'assetto del
terreno:campi di grano
con "molti alberi ben
disposti,coperti e allacciati
con le viti l'uno
all'altro";campi che "sembrano
giardini" e i vicini
monti ricchi "d'alberi e
principalmente di
uliveti,di castagneti e di gelseti
per i bachi da seta".
Di Lucca annota il grande
viaggiatore."E' la
città che gode della miglior
posizione che io abbia
visto,circondata per due
leghe da una pianura
bellissima e poi da belle
montagne e da colline ove
per lo più hanno preso
gli alloggi di campagna".
E ancora,poco oltre:
"Le colline prossime
alla città sono piene di
molte belle case".
"Mi vennero vedute delle ville
assai piacevoli intorno
alla città,a tre o quattro
miglia,con portici e logge
che loro danno
grand'ornamento. Fra
l'altre una loggia grande
voltata tutta per lo
dentro,coperta con rami e
braccia delle viti
all'intorno,piantate e appoggiate
su qualche
puntelli:frascata viva e naturale".
Montaigne fu condotto a
visitare "moltissime
ville delli gentiluomini
lucchesi,pulite,gentili e
belle. Hanno acqua
assaissima,ma posticcia,
cioè non viva,non
naturale o continua. E' meraviglia
di veder tanta rarità di
fontane in un loco così
montuoso".
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