La storia d'Irlanda.


La storia dell'Irlanda.


Celti e Vichinghi.

La turbolenta storia irlandese ha inizio all'incirca 10.000 anni fa, all'epoca in cui l'innalzamento del livello del mare dovuto allo scioglimento dei ghiacci separò l'Irlanda dalla Gran Bretagna.
È probabile che il sottile lembo di terra che andava via via scomparendo fosse inizialmente attraversato da comunità di cacciatori e raccoglitori, ma molti altri si avventurarono nel Mare d'Irlanda a bordo di piccole imbarcazioni rivestite di pelle. Lo sviluppo dell'agricoltura in quest'area ebbe inizio soltanto intorno al 4000 a. C., mentre con l'Età del Bronzo la lavorazione dell'oro raggiunse elevati livelli di qualità e stimolò l'avvio dei primi scambi commerciali con il resto d'Europa. Nell'VIII secolo a. C., l'isola cadde sotto il mirino dei terribili guerrieri celti i quali, dopo aver imperversato in tutta l'Europa centrale,iniziarono a sferrare costanti attacchi alle sponde irlandesi. L'ultima tribù celtica ad arrivare, chiamata comunemente “gael” (che nella lingua locale assunse in seguito il significato di “straniero”), sbarcò nel III secolo a. C. e suddivise l'isola in cinque regni (Leinster, Meath, Connaught, Ulster e Munster), anche se successivamente Il Meath fu inglobato dal Leinster. Questi a loro volta vennero suddivisi in territori controllati da un centinaio tra re e capoclan di rango inferiore, che giuravano fedeltà a un “high king” (alto re) insediato a Tara, nella contea di Meath. Ma la loro lealtà era piuttosto mutevole, assicurata soltanto quando ce n'era qualche convenienza e ritirata non appena le circostanze diventavano sfavorevoli.
Nonostante la situazione politica in continuo mutamento, i celti gettarono le basi della cultura irlandese così come la conosciamo oggi, introducendo un sofisticato codice di leggi chiamato “Brehon Law” e rimasto in vigore fino agli inizi del Seicento, oltre all'eleborato stile a spire e volute evidente nei manufatti risalenti a quasi 2000 anni fa e ancora oggi considerato tipicamente irlandese. Alcuni di questi pregevoli manufatti antichi sopravvivono nel tesoro di Broighter esposto al National Museum di Dublino. La bella Turoe Stone, nella contea di Galway, è anch'essa frutto dell'abilità artistica dei celti.

L'arrivo degli inglesi.

Gli 800 anni di egemonia inglese in Irlanda iniziarono ufficialmente nel 1169: quell'anno un esercito di baroni inglesi (in realtà cambro-normanni ossia nobili di origine gallese e normanna) sbarcò a Wexford e occupò rapidamente i due porti irlandesi- vichinghi di Wexford e Waterford.
Non si trattò tuttavia di una e vera propria invasione, quanto piuttosto del frutto di un'alleanza strategica stretta dai baroni guidati da Richard Fitz Gilbert de Clare conte di Pembroke, conosciuto come Strongbow, o “arco forte” e Dermot MacMurrough (o Diarmait mac Murchada, morto nel 1171). Quest'ultimo era il re del Leinster e, per ironia della sorte, l'unico discendente diretto di Brian Borù, ma era stato spodestato dal trono da un gruppo di capoclan irlandesi istigati dall'alto re in persona, Trlough O'Connor (Tairrdelbach mac Ruaidri Ua Conchobair, 1088-1156) MacMurrough aveva promesso a Strongbow la mano della figlia Aoife e la successione al regno di Leinster se questi l'avesse aiutato a sconfiggere i nemici e a riappropriarsi della corona di alto re; Strongbow aveva accettato e, dopo aver conquistato Dublino nel 1171, sposò Aoife il giorno seguente. Mai i piani di MacMurrough non si realizzarono secondo i suoi desideri. Il sovrano infatti morì quello stesso anno, senza immaginare che con le sue azioni aveva determinato il corso dei successivi 800 anni finendo in cima alla lista dei grandi traditori d'Irlanda.
In verità, benché MacMurrough avesse fatto da catalizzatore per la conquista normanna, Enrico II stava progettando di mettere le mani sull'isola fin dal 1155, anno in cui il papa di origine inglese Adriano IV aveva emanato la bolla “Laudabiliter” che gli garantiva il diritto di riportare a più miti consigli i ribelli missionari cristiano d'Irlanda. Forte della benedizione papale e preoccupato per il crescente potere e lo spirito indipendente di Strongbow, nel 1171 Enrico inviò quindi un enorme flotta a Waterford e la dichiarando possedimento reale. Si assicurò dunque una parvenza di controllo sull'isola, ma i signori normanni, come i baroni de Courcy e De Lacy, conservarono di fatto tutta la loro autonomia. Nel corso dei successivi 300 anni, i nobili anglo-normanni e i loro uomini si integrarono efficacemente con la società irlandese, al punto di diventare, secondo un detto comune, “Hiberniores Hibernis ipsis” (più irlandesi degli stessi irlandesi).
Inoltre costruirono magnifiche città, come Kilkenny, che conserva tuttora gran parte del suo fascino medievale. E fu proprio a Kilkenny che, nel 1366, gli inglesi tentarono di ostacolare tale processo di assimilazione promulgando le famose leggi (Statutes of Kilkenny) che impedivano i matrimoni misti e l'adozione della lingua irlandese o di altri usi e costumi. Ma era troppo tardi: le basi del potere anglo-normanno si erano ormai ben radicate nel territorio e, all'alba del XVI secolo, il controllo diretto della Corona non si estendeva oltre la linea di demarcazione tracciata attorno a Dublino, chiamata Pale.

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