Il commercio atlantico e la supremazia inglese.
Mauro Goretti |
Il commercio atlantico e la supremazia inglese.
Pirateria e contrabbando.
Lo sfruttamento monopolistico delle
ricchezze del Nuovo Mondo prevedeva che le colonie spagnole
in America potessero avere relazioni
commerciali solo con la madrepatria. Questo sistema chiuso
fu costantemente attaccato e aggirato
dalla “pirateria” e dal “contrabbando”, praticati soprattutto
da inglesi, olandesi e francesi. I
pirati assalivano e depredavano le navi che trasportavano i metalli
preziosi; i contrabbandieri si
presentavano di fronte ai porti dell'America e, con la complicità
delle
autorità locali, scaricavano e
vendevano beni che erano fortemente richiesti nelle colonie e che la
Spagna non era in grado di fornire. I
guadagni elevatissimi del contrabbando consentivano di affrontare
tutti i rischi e di pagare le cospicue spese di corruzione. Le
numerose isole delle “Grandi” e “Piccole Antille”
costituivano punti di appoggio ideali per le azioni dei pirati e dei
contrabbandieri e, dal momento che gli
spagnoli riuscirono a controllare solo le più grandi fra esse
(Cuba e Santo Domingo), durante il '600
olandesi, inglesi e francesi si insediarono stabilmente in
questa area.
Le colonie in America settentrionale.
I possessi inglesi e francesi in
“America settentrionale”, invece, seguirono tempi e itinerari
diversi
dal momento che, in quanto “colonie
di popolamento”, non furono pienamente inseriti nello stesso
circuito e nella stessa dinamica
commerciale. Nella distribuzione territoriale e nei possessi
dell'America del Nord si rifletterono, invece, dalla fine del '600,
gli esiti dei conflitti politici e
dinastici europei. Gli inglesi, che
erano da tempo inseriti lungo le coste atlantiche rafforzarono la
loro presenza a sud e a nord e
unificarono i loro possedimenti, subentrando a svedesi e olandesi.
I francesi in Canada.
Strettamente controllate dal governo
centrale furono le colonie che la Francia possedeva nell'America del
Nord, nei territori del “Canada”. Qui, come altrove, erano stati
i mercanti ad aprire la strada, commerciando in pellicce con gli
indiani lungo il fiume San Lorenzo.
La presenza francese in Canada fu
sempre numericamente molto limitata, anche perché il divieto
di immigrazione per gli ugonotti impedì
che la colonia fosse polo di attrazione per il solo gruppo
sociale che, come i dissidenti
religiosi inglesi, era disposto a espatriare per non subire le
persecuzioni di cui era oggetto.
Le radici del conflitto anglo-francese.
Agli inizi del '700 l'espansionismo
commerciale e territoriale francese era destinato a scontrarsi con
l'Inghilterra non solo in America ma
nell'Atlantico e, come abbiamo visto, in India. L'ipotesi che
l'esaurirsi della discendenza diretta
del ramo spagnolo degli Asburgo portasse un re di origine francese
sul trono di Spagna e che la Francia di Luigi XVI si impadronisse
dell'immenso Impero
spagnolo, minacciando gli interessi
inglesi, aveva già definito i contorni del conflitto.
Le “colonie inglesi” del Nord
America, inoltre, entrarono stabilmente nel sistema di commercio
triangolare che caratterizzava
l'Atlantico non senza alcuna rivalità e tensione con la madrepatria,
essendo favorite, rispetti all'Europa,
da una minore distanza dalle Antille e da una capacità produttiva
che non solo era in grado di soddisfare la domanda europea (tabacco e
cotone), ma anche
quella dei Caraibi e dell'America
spagnola e portoghese (grano, pesce e legname da costruzione).
Questa nuova presenza allargava l'area
controllata dagli inglesi e rafforzava un predominio che
aveva le sue origini non solo in un
maggior dinamismo commerciale, ma anche in una potenza navale
superiore a quella di ogni altro avversario e quindi in grado di
prevalere in ogni occasione
di conflitto. Tale predominio è
evidente per gran parte del '700. In uno dei settori più
importanti,
quello del “commercio degli schiavi”,
l'Inghilterra ottenne con la “pace di Utrecht del 1713” il
monopolio della tratta verso le colonie
spagnole (l'asiento de negros), e lo mantenne fino al 1750.
L'attività di riesportazione.
Ma l'Inghilterra era la prima potenza
commerciale anche per molti altri prodotti coloniali di cui
curava lo smercio in un'estesa attività
di “riesportazione”. Quando, nella seconda metà del '700,
si inserì nel commercio triangolare il
cotone grezzo delle piantagioni americane (Antille e Nord
America), un mercato di vendita su
scala mondiale era già pronto per i tessuti di cotone dell'industria
inglese.
Egemonia inglese dopo la guerra dei Sette anni.
Con i travolgenti successi sui francesi
nella “guerra dei Sette anni”, l'egemonia inglese si definì e si
consolidò. Con il “trattato” di Parigi (1763) l'Inghilterra
otteneva dalla Francia tutto il Canada e i
territori della Louisiana a est del
Mississippi: la Florida della Spagna, che da parte sua riceveva in
cambio la Louisiana a ovest del
Mississippi con Nuova Orléans. L'atlantico era ormai sempre più
un mare inglese. Ma di lì a pochi
anni l'Inghilterra avrebbe dovuto affrontare l'inevitabile conflitto
con le colonie dell'America
settentrionale in grado di esercitare nel commercio interamericano un
ruolo troppo simile, e quindi
alternativo, a quello inglese.
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