La nuova arma della sterilità femminile.
La nuova arma della sterilità femminile.
Negli ultimi 60 anni
si è sempre creduto che le donne nascessero già con un numero do
ovociti prestabilito. Oggi il dogma è messo in discussione dalla
ricerca di un team del Massachusetts General Hospital. In un recente
studio, che è stato pubblicato su “ Nature Medicine”, Jonathan
Tilly
e colleghi hanno
dimostrato la presenza di cellule staminali ovariche (OSC) nelle
ovaie di sei donne in età riproduttiva. Gli autori hanno sfruttato
un metodo che permette di selezionare, grazie a un'etichetta
fluorescente, le cellule staminali che sono presenti all'interno del
tessuto ovarico. Essi hanno usato un anticorpo fluorescente che si
lega a una proteina specifica (Ddx4) presente sulla superficie delle
cellule staminali, ma non su quella delle cellule uovo nei successivi
stadi di differenziazione. I ricercatori hanno poi separato le
cellule fluorescenti dalle altre: le prime, coltivate in laboratorio,
erano in grado di generare spontaneamente ovociti immaturi
apparentemente normali. Una volta iniettati nella cavie (topi), gli
ovuli immaturi erano in grado di generare sia follicoli sia cellule
uovo mature. Non c'è ancora alcuna prova che le OSC possano formare
nuove cellule uovo in maniera naturale nel corpo. Ma la possibilità
di usare queste nuove staminali per generare in vitro ovociti da
impiegare con successo nella fecondazione in vitro, potrebbe cambiare
il volto della riproduzione assistita. Lavorando sulle staminali,
anziché sugli ovuli, si potrebbero eliminare molte delle difficoltà
associate alla fecondazione in “vitro”. Le cellule uovo
potrebbero essere estratte da piccoli frammenti di ovaio prelevati in
laparoscopia. Da una porzione di soli tre millimetri di tessuto è
possibile ricavare almeno 100 cellule staminali che, coltivate in
laboratorio, possono dare origine a milioni di potenziali ovociti.
Ciò significherebbe una quantità illimitata di cellule uovo per le
donne che hanno un tessuto ovarico che ospita ancora OSC. A
beneficiarne potrebbero essere, per esempio, le pazienti malate di
cancro, donne in menopausa precoce o anche semplicemente coloro che
vanno incontro a un normale processo di invecchiamento cellulare.
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